VENEZIA 76: Cosa amo di MARRIAGE STORY?

Recensione del film di Noah Baumbach in concorso alla settantaseiesima Mostra del Cinema di Venezia.

di Matteo Berta

Le famiglie non sono tutte uguali, ma c’è un elemento che accomuna quella del mulino bianco al “peggiore” dei nuclei disfunzionali: i sentimenti. Il film Netflix presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta di come i sentimenti possano essere collante e rottura nello stesso tempo, all’interno di una famiglia divisa tra due “mondi”. Le emozioni riescono a fuoriuscire nonostante si cerchi di soffocarle sotto il peso della quotidianità problematica. Il racconto di Baumbach sembra ereditare molto dei classici di Woody Allen, dove le storie d’amore vivevano di lunghe discussioni e si avvinghiavano alle città come emblemi di distanza fisica o vicinanza emotiva.

Adam Driver e Scarlett Johansson rappresentano un binomio artisticamente importante e i loro personaggi esprimono perfettamente un dualismo che spacca a metà la pellicola. La storia ci viene mostrata da due punti di vista, quello della madre e quello del padre, dove il secondo prende il sopravvento durante il secondo atto. Il dualismo del film si mostra anche e soprattutto nelle due città principali: New York e Los Angeles. Nella prima troviamo il “rifugio” di Charlie, drammaturgo di medio successo, e nella seconda la vecchia “casa” di Nicole,attrice teatrale e televisiva. Entrambi gli amanti cercano rifugio nelle proprie zone di comfort nei momenti traumatici della loro storia d’amore e come spesso accade nella realtà, a farne le spese è il figlio che diviene oggetto di contesa.

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Nonostante le vicende narrative sembrino voler allontanare lo spettatore dalla sua componente emotiva, tutto quel “rumore silenzioso” lascia trasparire un grande bisogno di affetto da parte di tutti i personaggi (che cercano di nasconderlo). Il film si limita all’essenziale, non cerca cliché da film romantico, né esaspera situazioni o contesti. Parliamo di un’opera molto teatrale dal punto di vista recitativo, ma nello stesso tempo viene raccontata con un piglio documentaristico. Le musiche di Randy Newman accompagnano le sequenze senza mai divenire protagoniste, ed è giusto così. Dopo essersi divertito da impazzire con Toy Story 4, per questo film si siede in disparte edinterviene solamente al momento opportuno.

Baumbach porta se stesso nella sua opera, infatti condisce alcuni momenti autobiografici con i suoi ingredienti tipici, come per esempio l’umorismo mai forzato che serve a garantire un buon ritmo e a volte a smorzare la tensione.

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Marriage Story (In Italia arriverà con il nome de “Storia di un Matrimonio“) è uno dei migliori film presentati alla mostra e siamo convinti che farà incetta di Nomination agli Oscar, dove molto probabilmente vedrà candidato Adam Driver come miglior protagonista, andando a scontrarsi con Joaquin Phoenix (Qui la recensione di Joker).

…e adesso che rimane
Di tutto il tempo insieme
Un uomo troppo solo
Che ancora ti vuol bene

Perdere L’Amore Massimo Ranieri

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Ps: Sono presenti due piccoli easter egg per i nostri lettori mostriferi. Nel prologo Nicole gioca con il figlio con l’action figure del Godzilla del 1998 e durante la festa di Halloween, Charlie si veste dal l’Uomo Invisibile di Claude Rains.

Direttamente dalla Mostra, a circa metà diretta, potete trovare il  commento.

3 commenti Aggiungi il tuo

  1. The Butcher ha detto:

    Molto interessante. La recensione mi ha molto colpito e anche il film è riuscito a prendermi. Lo vedrò sicuramente!

  2. wwayne ha detto:

    Di Scarlett Johansson è molto bello anche Ghost in the Shell: l’hai visto?

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