LA FINE DEL DARK UNIVERSE? UNA RIFLESSIONE

di Alessandro Sivieri

L’arrivo del reboot La Mummia, concepito come l’esordio di un universo cinematografico interamente dedicato ai nostri amati mostri (sulla scia di quello Marvel), si è concluso con un tonfo. Abbiamo già parlato nel dettaglio della pellicola diretta da Alex Kurtzman, che si è rivelata l’ennesima avventura di Tom Cruise a base di fughe e pestaggi
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A nulla è servito il fascino di Sofia Boutella nei panni della feroce Ahmanet, principessa egiziana risvegliatasi dopo un lungo sonno e preda di una maledizione: carenza di terrore, intrattenimento insipido e un eccesso di humor hanno condannato un’operazione che, se portata avanti con un po’ di buon senso, poteva risultare vincente. I mostri classici del cinema si sono già incontrati in passato, poco importa se in pellicole di serie B, e l’idea di vederli tutti insieme aveva un certo potenziale. Peccato che spesso, progettando una serie di opere interconnesse, ci si dimentichi di un fattore essenziale: l’autoconclusività e l’identità del singolo film. La Mummia è invece l’esempio perfetto di un teaser senz’anima per gli episodi a venire, e lo si nota dalla presenza massiccia dell’associazione Prodigium, lo SHIELD di turno con il compito di studiare le entità sovrannaturali, capitanato dal dottor Jekyll di Russell Crowe (che con il suo Mr. Hyde in stato di ubriachezza garantisce sonore risate).

Il responso al botteghino non si è fatto attendere e, a fronte di un budget di 125 milioni di dollari per la realizzazione, gli incassi internazionali ammontano a 409, abbastanza pochi per far affondare la nave, con tanto di topi che fuggono: Kurtzman, regista del succitato flop, se n’è andato insieme al produttore e sceneggiatore Chris Morgan. Uno si occuperà di serie tv per la CBS, l’altro si concentrerà sul franchise di Fast & Furious. In questo modo la Universal ha perso i due principali architetti del suo progetto, che è stato prontamente messo in pausa. L’unica produzione di cui abbiamo notizia è il remake de La moglie di Frankenstein, diretto dal prestanome Bill Condon e in apparente fase di riscrittura. L’intera vicenda potrebbe essere ricordata come una pagina imbarazzante di Hollywood, che non si è resa conto di quanto sia difficile accorpare icone mostrifere in una storia che funzioni e che non ne snaturi la mitologia. A fronte di tanta confusione viene quasi da elogiare la Disney per il suo pugno di ferro su registi e autori, dove in caso di anelli deboli nella catena il licenziamento (con relativi reshoot) è dietro l’angolo: sarà una logica produttiva totalizzante ma almeno corrisponde a una precisa visione.

Non si sa se la Universal fosse certa del successo o volesse bluffare come nel poker, ma nei primi attimi de La Mummia ci siamo già ritrovati con una pomposa sigla introduttiva del Dark Universe. L’emblema di un parto prematuro. Nella relativa campagna promozionale figuravano attori di mezza età con il bisogno di incassare qualcosina per ristrutturare la villa al mare, tra cui Javier Bardem e Johnny Depp, in lizza per incarnare celebri figure come l’Uomo Invisibile e Frankenstein. Tutto pronto insomma, in un delirio di onnipotenza che vede nell’imitazione degli Avengers la chiave per un franchise di successo. Eppure non è nemmeno questa la vera colpa di Kurtzman e soci. Tralasciando l’assenza di stile e i generici problemi di scrittura, i nostri cervelloni sembrano essersi scordati che parliamo di mostri. E un mostro non può limitarsi a ruggire e tirare di boxe con Tom Cruise, ma deve far paura. Il suo primo habitat non è lo spettacolo ad alto budget ma la tensione, anche se colossi come Godzilla costituiscono una valida eccezione. È proprio l’eccessiva contaminazione action a minacciare l’integrità di una creatura malvagia, ben più dei proiettili d’argento o di paletti acuminati, e ne abbiamo avuto un assaggio nel nuovo It, dove Pennywise ha perso la propria aura di ineffabilità, finendo per farsi prendere a mazzate da un branco di ragazzini. Quindi non importa se il Dark Universe affonderà o verrà preso in custodia dalla Blumhouse, il nostro appello è soltanto uno: per favore, qualcuno ci spaventi.

La Mummia (Blu-Ray)

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7 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    non ho letto il tuo commento di it… me lo linki please?
    a me era piaciuto, se vuoi ti linko il mio per una diversa opinione sul film. da quello che ho capito, il film per te ha perso tutta la sua mostruosità ed è regresso alla normalità, giusto?

  2. aliott ha detto:

    Qui trovi il pezzo su It: https://monstermovieitalia.com/2017/10/22/it-ovvero-stranger-clowns/

    LInkami la tua recensione che me la guardo volentieri. Diciamo che in entrambi i casi (La Mummia e It) la colpa più pesante riguarda i problemi di scrittura e il non saper trattare un mostro come tale. Peccato perché sul nuovo Pennywise puntavo parecchio, La Mummia invece mi puzzava già dall’inclusione di Cruise.

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