Quando i traumi e le coccole hanno lo stesso sapore
di Matteo Berta
I Furby sono stati progettati nel 1998 da Dave Hampton e Caleb Chung. La denominazione del giocattolo deriva dal missaggio tra Fur (pelliccia) e Ball (palla), infine Palla di Pelo. La prima serie di Furby possedeva 24 nomi diversi e tre tipologie di voce , erano e sono in grado di eseguire differenti combinazioni di movimenti di occhi, orecchie e bocca e avevano la straordinaria capacità di poter dire oltre una trecentina di frasi. Poi c’è la qualità più inquietante, ovvero che grazie agli infrarossi sapevano interagire tra di loro.
I Furby hanno anche una lingua ufficiale chiamata Furbish, una sorta di minestrone tra cinese inglese e altre derivazioni, anche se nelle ultime versioni, il Fruby è stato adattato alla lingua del posto in cui viene distribuito. Il Furby è stato rilanciato dalla Hasbro nel 2012 con qualche miglioria, soprattutto per la generazione di rapporti empatici tramite l’ausilio di più movimenti facciali che esprimano diverse emozioni.
L’ultimo arrivato Furby Boom è il più spassoso e sofisticato dell’intero brand: egli è in grado di cambiare personalità e voce a seconda di come viene trattato, può esclamare molte più delle frasi della sua precedente rappresentazione e ha perfino un’app per iOS e Android con cui giocare, controllare il suo stato di salute, nutrirlo con vagonate di cibo virtuale e soprattutto (mamma mia) ha la possibilità di riprodursi generando Furblings, dei cuccioli digitali con cui interagire o far interagire il proprio Furby Boom.
Ovviamente è facilmente riconoscibile l’origine ispiratrice di questo giocattolo, infatti è stato spesso accostato ai cattivelli mogwai di Gremilins, magari con delle fattezze più da roditore con ibridazioni gufesche.
Tra i collezionisti di giocattoli, il Furby è diventato un oggetto di culto che ha portato alla generazione di un’importante fanbase e molte derivazioni estreme, come i tutorial sulle autopsie del proprio Furby.
Una leggenda vuole che negli Stati Uniti ad inizio anni duemila, un paesino nella contea del Kansas fu interamente traumatizzato in una notte, siccome l’intero insieme di Furby presenti nel posto si accese in contemporanea a causa di un malfunzionamento dell’intera partita di giocattoli, provocando paura e immaginazione di possibili scenari goliardici apocalittici.
Terminiamo questo primo articolo dedicato all’archeostoria del giocattolo, speriamo che questa nostra nuova rassegna possa piacervi e riportarvi alla mente in quei meandri infantili fatti di nostalgia e traumi, gioie e problemi.
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