UN’ALTRA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI

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Disponibile dal 30 marzo su Netflix la seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi, che conferma quanto di buono visto nei primi episodi, anche se…

di Cristiano Bolla

Nel caso non mi aveste ascoltato la prima volta e abbiate corso il rischio di avventurarvi in questo macabro e truce racconto, vi darò un secondo avvertimento: il contenuto di questa recensione riguarda orribili eventi occorsi a persone che non se li meritavano. Continuare a leggere sarebbe frutto della tipica morbosità umana per cui veniamo spesso affascinati dalle sventure altrui. Il piacere che provereste nel guardarle sarebbe voyeuristico, parola che qui significa “fare binge watching per vedere l’abilità trasformistica di Neil Patrick Harris”. Il mio nome non è Lemony Snicket e sono qui per raccontarvi la seconda stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi.

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Avevamo lasciato i Baudelaire, tanto per cambiare, nei guai: dopo essere fuggiti dalla sinistra segheria, il Signor Poe ha deciso che non ci sarebbero stati altri tutori per i poveri orfani: le avventure di questa seconda stagione partono dall’atroce accademia Prufrock Preparatory School, dove Violet, Klaus e Sunny fanno conoscenza dei trigemini Pantano, che come loro hanno perso i genitori in un incendio. Tutto sembra collegato e portare ad una misteriosa società segreta nota col nome di VFD: scoprire il mistero aiuterà i Baudelaire a trovare un posto in cui sentirsi a casa?

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Se avete visto la prima stagione o in generale conoscete il mood della serie tratta dai romanzi di Daniel Handler aka Lemony Snicket, sapete che la risposta è no. Tredici romanzi con un filo comune: le cose ai protagonisti vanno male, sempre male, solo male. Una commedia nera, macabra e grottesca che si sviluppa su bizzarre avventure vissute dai protagonisti, rincorsi in lungo e in largo dal malvagio Conte Olaf, che riesce sempre a sfuggire o farsi credere da persone brave ma fondamentalmente ottuse. Così è stato per la prima stagione, così nei dieci episodi di questo proseguo: l’Atroce Accademia, l’Ascensore Ansiogeno, il Vile Villaggio, L’Ostile Ospedale e il Carosello Carnivoro mantengono la stessa identica linea del resto del racconto, nel bene e nel male.

Il bene, come dicevamo lo scorso anno nella recensione della prima stagione di Una Serie di Sfortunati Eventi (potete rileggerla QUI) sta nel registro squisitamente frizzante, nella complessità linguistica dei dialoghi, nella fanciullesca credibilità con cui avvengono le sventure dei Baudelaire. Si diceva e si conferma che è una serie adatta sia ai grandi che ai piccini, con varie sfumature che possono intrattenere un variegato tipo di pubblico. I più “piccoli” o meno esigenti possono semplicemente godersi questo tripudio di costumi, le scenografie alla Wes Anderson, i colori e le situazioni al limite (spesso superato) dell’assurdo e stare in ansia per il successo o la disfatta dei Baudelaire; i più grandi e dal palato fino, invece, possono godersi tutta una serie di citazioni che prendono a piene mani dalla cultura pop e dalla cinematografia: si passa dal citare le Spice Girls a più sofisticati rimandi a film come Shining e addirittura Il Gabinetto del Dottor Caligari, piacevoli rimandi che fanno molto gioco con il registro del narratore onniscente Lemony Snicket, che spesso e volentieri usa un meta-linguaggio per parlare di streaming, Netflix e addirittura di tecniche di suspense proprie della serialità come il cliffhanger.

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Questo era ciò che di buono si trova in Una Serie di Sfortunati Eventi. Il rovescio della medaglia, se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, sta in una certa ripetitività di situazioni, avvenimenti e addirittura intere frasi che vengono ripetute ancora e ancora e ancora. A volte è fatto apposta (deliziosi giochini in cui il narratore dice una frase e subito viene ripetuta dai personaggi in scena), altre volte è solo frutto del dover costantemente ribadire e riassumere gli avvenimenti: il risultato è che alla fine i tre protagonisti parlano un sacco ma dicono più o meno le stesse identiche cose. Non è imputabile alla serie, certo, ma nell’operazione di trasposizione televisiva questo aspetto sta andando via via appesantendosi.

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Manca (teoricamente) l’ultima stagione, che dovrebbe coprire gli ultimi quattro libri: la Scivolosa Scarpata, l’Atro Antro, il Penultimo Pericolo e la Fine. Aspettiamo di sapere come finirà l’avventura dei Baudelaire, sperando non si trasformi in Una Serie di Ripetitivi Eventi.

La serie è disponibile su Netflix, di seguito trovate il link per acquistare i libri.

Una Serie di Sfortunati Eventi. Serie di Libri si Amazon

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