VENEZIA 76: JOKER – La dolorosa risata di Joaquin Phoenix

Primo appuntamento con le recensioni dei #MostriaVenezia, ossia dei film visti durante la 76° Mostra del Cinema. Partiamo con il più atteso: Joker, di Todd Phillips.

di Cristiano Bolla

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Di tutti i film in concorso, il grande atteso di quest’anno era proprio lui, il Joker di Joaquin Phoenix, il “cinecomic” che è riuscito ad entrare nella ristretta selezione dei film in concorso, una sorta di mosca bianca nella rassegna ma definito sorprendente dallo stesso Direttore Artistico Alberto Barbera. L’hype, volenti o nolenti, era a mille: grande curiosità per vedere l’interpretazione di Phoenix, così come grandi dubbi su che tipo di film sarebbe stato, col rischio che fosse tutto fumo e niente arrosto. Joker, invece, è arrosto, contorno, sughetto e spezie, cotto a puntino e servito su un vassoio d’argento. In altre parole, è una bomba di film.

Mettete da parte il Cavaliere Oscuro: il Joker di Joaquin Phoenix la prende larga, è il film sulle origini del terrore di Gotham, di come il disturbato, depresso e tormentato Arthur Fleck, pagliaccio di strada ma aspirante stand-up comedian, sprofonda sempre più in una disperazione esistenziale che, ad un certo punto, fa scattare qualcosa in lui. Qualcosa che, lo sappiamo tutti, lo porterà ad essere l’acerrimo nemico dell’Uomo Pipistrello, il Clown in grado di portare caos a Gotham, qui rappresentata a inizio anni ’80, tra spazzatura per le strade e degrado sociale, luogo in cui gli ultimi restano ultimi e, anzi, vengono spinti sempre più in giù.

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Spinto da un trailer eccezionale, Joker arriva in sala a Venezia accompagnato dal regista e dalla star assoluta del film, Joaquin Phoenix. In conferenza stampa, le domande sono state ovviamente rivolte alla natura del progetto, da dove prendesse spunto. E i riferimenti di questo Joker sono evidenti, palesi, dichiarati apertamente: Taxi DriverThe King of Comedy e The Killing Joke (del quale avevamo recensito l’adattamento animato Netflix).

I primi due sono entrambi film di Martin Scorsese, e di Taxi Driver sono evidenti i collegamenti circa la critica sociale, il disagio esistenziale della città e qualche citazione diretta (giocare con la pistola su tutti), mentre sul secondo è bene concentrarsi meglio: uscito nel 1983, in The King of Comedy Robert De Niro sogna di diventare un comico affermato e finisce col rapire un popolare conduttore televisivo, tutto per avere il suo momento di gloria ed essere Re per una Notte (titolo italiano). Lo stesso De Niro che, guarda caso, oltre che in Taxi Driver e The King of Comedy ha una parte anche nel Joker di Todd Phillips, nel quale passa dall’altro lato e veste i panni di un conduttore à la David Letterman con cui Arthur Fleck è ossessionato e del quale sogna di essere ospite nello show. Le due trame coincidono abbastanza, ma a questo elemento cinematografico va aggiunto anche il giusto contesto fumettistico. Ed è qui che entra in ballo Alan Moore.

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Ricordate che vi avevo chiesto di mettere da parte l’idea del Joker del Cavaliere Oscuro? Ecco, questo perché per quanto l’interpretazione di Heath Ledger sia stata magnifica e iconica, quel Joker non poggiava su nessuna base che non fosse l’interpretare un clown assassino, sadico e anarchico. Quel Joker si sarebbe anche potuto chiamare Anselmo e avrebbe comunque reso bene il personaggio, mentre quello di Joaquin Phoenix è, a tutti gli effetti, un Joker più vicino al canone DC, specialmente quello ammirato nel magnifico albo The Killing Joke.

La bellezza di quest’albo del 1988 scritto da Alan Moore assieme a Brian Bolland, infatti, sta nel dare una profondità e soprattutto un’origine al Joker, introducendo Arthur Fleck, comico fallito che finisce con l’impazzire del tutto dopo aver avuto una giornata storta. Ed è questa, appunto, l’unica differenza che secondo quel Joker passa tra lui e Batman:

Basta una giornata storta per trasformare il migliore degli uomini in un folle. Ecco quanto dista il mondo da me. Una giornata storta. Anche tu hai avuto una giornata storta, dico bene? Ne sono certo. Lo capisco. Hai avuto una giornata storta e tutto è cambiato. Altrimenti perché ti vestiresti come un topo volante? Una giornata storta che ti ha reso pazzo quanto tutti gli altri.

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Ed ecco il collegamento con il Joker di Joaquin Phoenix, che in questo ruolo dà tutto se stesso, specialmente la trachea per una risata destinata a diventare iconica, una risata che da sceneggiatura era indicata come “dolorosa” e che Phoenix ha saputo rendere alla perfezione. La giornata storta del suo Joker è in realtà una vita passata tra dolore, solitudine, continua lotta per la sopravvivenza e sogni infranti, tutti elementi che, specialmente uniti al contesto sociale rappresentato, contribuiscono a rendere questo Joker non solo vero e unico, ma anche quello con cui è veramente impossibile non empatizzare.

Dal punto di vista tecnico, invece, il livello di tensione e adrenalina è tenuto costantemente alto in questa discesa nella follia, grazie anche ad una colonna sonora (dell’islandese Hildur Guðnadóttir) fatta da secchi colpi di violoncello e pezzi di quegli anni che restano in testa assieme alle sensazioni di timore e disagio restituiti da Phoenix. 

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Insomma, se non si può parlare di capolavoro è solo perché, prendendo il termine alla lettera, questo Joker non è originale al 100%, ma poggia su solidissime basi che ne garantiscono la massima efficacia. Se siete dubbiosi circa questo Joker, tuttavia, prendete qualche accorgimento prima di vederlo: su tutti sicuramente c’è il non fare paragoni con Heath Ledger. I due Joker, infatti, giocano una partita completamente diversa, perché quello di Nolan era avvolto da un mistero e da una follia volti a dare a Batman un nemico su cui non poteva avere alcun vantaggio, che gli fosse in qualche modo inaccessibile; quello di Phoenix, invece, è la storia di un uomo sofferente che ha avuto una brutta, bruttissima giornata. Per questo motivo non può essere considerato un cinecomic tout court, non si inserisce in nessuna querelle Marvel-DC o altro, ma è un film di genesi, un dramma psicologico con tinte horror, un film magnifico in ogni suo aspetto.

Per questo Joker, Joaquin Phoenix pare sia già in odore di Oscar, ma dovrà vedersela con un altro forte candidato: il marito interpretato da Adam Driver in Marriage Story (Qui trovate la recensione).

Joker uscirà nelle sale italiane il 3 ottobre. Vedetelo il prima possibile, fatevi trascinare in questo abisso di follia e ricordate sempre di fare un bel sorriso.

7 commenti Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    Mi avete incuriosito^^

  2. The Butcher ha detto:

    Non vedo l’ora di vederlo. Un Joker e una storia su di lui originali raccontate non come se fossero parte di un cinecomic ma come un dramma psicologico di un uomo in un mondo crudele. Sono veramente interessato.

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