DIMENTICHORROR: The Taking of Deborah Logan – Quando la realtà fa davvero più paura

Recensione di un film horror, in cui la parte horror è quella meno horror.

di Nicola Fasanini

Ooooooh, va’ che bello. Finalmente ferragosto è passato. Questo significa che tutti noi, amanti dell’autunno, possiamo finalmente sentirci in diritto di dire che Halloween è arrivato. E quindi, uno non la vuole fare una rubrichina, in cui narra di horror e sci-fi belli bellini che, però, nel nostro paese sono arrivati solo in home video, o peggio, non sono mai arrivati? Ma certo che sì! Quindi, ecco. Preparatevi perché avrete giusto giusto una bella caterva di filmoni e filmetti che meritano almeno una piccola visione e che, purtroppo, per un motivo o per l’altro, non avete mai visto.

deborah logan recensione horror film

Come da titolo, a ‘sto giro, abbiamo The Taking of Deborah Logan, film piuttosto caruccio del 2014 diretto da Adam Robitel (che è quello che in seguito dirigerà cosine e cosacce come Insidious- L’ultima chiave e Escape Room) e prodotto da… no, dai. Ve lo dico alla fine. Ci sono rimasto pure io. Dicevo, è un simpatico mokumentary che, a differenza degli altri mokumentary o found footage, ha voluto fare SERIAMENTE leva sul realismo. I vari Paranormal Activity e compagnia briscola ci hanno sempre abituati a un concetto piuttosto farlocco del genere: spacciare un filmato come “reale” e poi far succedere cose completamente senza senso sia a livello narrativo che caratteriale e recitativo. Deborah Logan, invece, ce la fa. Come? Perché la parte che fa davvero paura è la parte che non c’entra nulla con il “taking” (possessione).

mockumentary deborah logan screenshot

Andiamo con ordine. Una studentessa di medicina e i suoi fantastici amici girano un documentario sul morbo di Alzheimer per la loro tesi di laurea. A far loro da protagonista, una donna veramente malata di Alzheimer, la nostra Deboronah nazionaleh, che proseguendo con il film parrà essere un pelo più grave del previsto. Partiamo già da questo presupposto: la faccenda delle possessioni è palesemente lì per attirare il pubblico generalista. Quello che palesemente stavano facendo era un horror basato sull’Alzheimer e quindi sulla malattia mentale (avete presente The Visit?). Beh, ci sono riusciti! Per tutta la prima metà della pellicola, lo spettatore altro non fa che assistere a una straziante altalena tra il dolore che prova chi ne soffre e il dolore dei congiunti che gli stanno accanto.

taking of deborah logan film scena

Questa è una cosa potentissima, per il semplice fatto che lo spettatore si trova ad avere a che fare con qualcosa di molto più terribile dello spiritello che salta fuori all’improvviso facendoti BOO! Ha a che fare con la pura, semplice, terrificante realtà. Una cosa che potrebbe seriamente accadere a chiunque, e tutti lo sappiamo quanto una malattia del genere sia terrificante sotto ogni punto di vista. C’è però QUEL problema. Ovvero che, a una certa, lo spiritello salta fuori per davvero. Ma non lo fa né all’improvviso né facendoti BOO! Piuttosto lo fa tranquillo, un po’ scazzato, ti chiede una siga. Ma forse questo è un bene, sapete? Perché dopo un sacco di tempo, a livello cinematografico, mi sono ritrovato a temere in modo viscerale qualcosa di cui davvero bisogna avere paura. Qualcosa che ti attacca e ti abbatte lentamente, senza il minimo sconto e senza guardare in faccia nessuno. Ma soprattutto non attacca soltanto te e colpisce le persone a cui vuoi bene.

Concept di Jacob Hair

Quindi se volete farvi una sparata di “presamalanza” questo è il film che fa per voi. C’è anche del paranormale, ma come ormai dovreste aver capito, non mi ha colpito… cioè, oddio… A PARTE QUELLA SCENA CHE SE GOOGLATE IL TITOLO È TIPO LA PRIMA IMMAGINE CHE SALTA FUORI. Però vabbè, dai, anche la parte paranormale il suo lavoretto lo fa. Eppure uno, in cuor suo, spera costantemente che di roba del genere ne facciano di più. Quel tipo di film che ti fa capire che le cose più terrificanti sono anche quelle che possono colpire chiunque, ogni giorno.

Un po’ come il produttore di questo film… Bryan Singer.

deborah logan pellicola

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