di Alessandro Sivieri
Il britannico Chris Nolan, che non cesseremo mai di osannare per Interstellar, si è sempre mosso agevolmente tra il mainstream e l’autoriale, sviluppando alcuni marchi di fabbrica che gli hanno garantito una folta schiera di sostenitori: le sceneggiature cervellotiche, la messa in scena audace e il percorso dei personaggi, dove il dramma intimo rispecchia uno sconvolgimento universale. Abbandonata la fantascienza per la Storia, quest’anno sarà il turno di Dunkirk, pellicola sulla seconda guerra mondiale che racconta una gigantesca evacuazione delle forze alleate, basata su fatti realmente accaduti. Un paio di giorni fa la Warner Bros. ha rilasciato un lungo main trailer che ci apprestiamo a commentare.
Accanto a volti noti e collaboratori di vecchia data come Cillian Murphy e Tom Hardy troviamo esordienti come Fionn Whitehead e Harry Styles (sì, quello degli One Direction…), tutti gettati nella mischia insieme ad altre migliaia di soldati in fuga dalle forze dell’Asse. L’unica possibilità di farcela è evacuare via mare, ma non sarà una passeggiata, tra cacciatorpedinieri distrutti e imbarcazioni civili che cercano di fare la loro parte. L’atmosfera seriosa e dai colori desaturati ci ricorda molto Salvate il soldato Ryan, pietra miliare del filone bellico crudo e spietato.
Se da una parte Nolan calca orme ben battute, dall’altra c’è molta attesa per il suo approccio alla guerra, un’epopea che non mostra sbarchi eroici o infiltrazioni ma una fuga disperata, una spada di Damocle che pende sui protagonisti. Nel trailer non manca il lato action e catastrofico, ma ricordiamoci che, nello stile del regista britannico, il ritmo potrebbe essere ben più lento e analitico. Si intuisce qua e là che ad aspettarci in sala non ci sarà una corsa in ottovolante ma una vicenda corale, dove Nolan si prende il tempo di portare avanti tante piccole storie. Interessante anche la scelta di non mostrare praticamente mai le forze del Terzo Reich, che diventano un nemico inumano e senza volto. Questo aumenta sensibilmente il livello di angoscia e curiosità.