MEDIOEVO MOSTRUOSO: IL MOSTRO E IL MARE
di Giovanni Siclari
L’altro giorno, dopo una giornata intensa e stancante, decisi di passare una serata rilassante fumando la mia cara pipa e ascoltando un po’ di cantautori francesi, ormai non più così à la page.
Così tra un’ Edith Piaf e un Jacques Brel mi imbattei in una canzone di Charles Trenet, il cui titolo La Mer (Il mare) era tutto un programma. Canzone gradevolissima per uno che ama questo genere di musica, durante l’ascolto notai come il testo dipingesse un quadro troppo idilliaco e sereno del mare. In effetti se fosse andato a cantare questa canzone agli uomini del Medioevo probabilmente si sarebbe beccato una pietra in testa.
Ma questo perché? Come vedevano il mare (e le creature che lo abitavano) i nostri amici del Medioevo? Bene…oggi noi di Monster Movie Italia cercheremo di dare una risposta, tuffandoci nelle profondità degli abissi più misteriosi e mostruosi del ” mare medievale “.
Il mare ha sempre terrorizzato gli uomini del Medioevo, specialmente l’Oceano Atlantico, il quale era un mare ignoto a differenza del Mediterraneo che già dall’antichità greco-romana e poi nel Medioevo, era percorso da galere e da navi appartenenti alle grandi repubbliche marinare, quali le più note Venezia e Genova.
Coloro che osavano sfidare il mare (i marinai) erano personaggi poco raccomandabili e spesso definiti dei malfattori. Si credeva che questi, dopo aver derubato i loro viaggiatori, li abbandonassero su delle isole o che addirittura li vendessero come schiavi agli infedeli (attivi anche loro nel Mediterraneo) o ai pirati. I marinai erano tipi poco raccomandabili anche sulla terra ferma dove tra taverne, botte e mignotte creavano scompiglio tra la popolazione locale e a nulla servivano gli ammonimenti e gli interventi delle autorità temporali ed ecclesiastiche.
Morire annegati nelle profondità degli abissi era davvero una fine orribile e infame, sopratutto perché privava il malcapitato di una sepoltura e di una pacificazione spirituale con i sacri crismi (non siamo ancora nel XVII-XVIII secolo dove il mare era visto come la tomba migliore per chi amasse solcare le acque). Il mare era oscuro come le profondità dell’Inferno. L’annegamento quindi è visto come la giusta punizione per chi ha commesso gravi peccati. Per avventurarsi in mare bisogna essere davvero coraggiosi o sicuramente dei folli. Proprio su questa follia ci viene detto qualcosa da Jean de Joinville, autore della Vita di San Luigi, biografo del re di Francia Luigi IX. Jean de Joinville ci dice che dopo che il re ebbe organizzato il tutto per la crociata del 1248, si recò in Terra Santa con i suoi cavalieri via mare, ma tutti ne furono terrorizzati ” è folle e temerario chi si mette in tale pericolo portando con sé cose che non gli appartengono o avendo commesso un peccato mortale; perché ci si addormenta la sera senza sapere se al mattino non ci si ritroverà in fondo al mare “.
Il mare è un luogo diabolico dove gli spiriti dei morti per annegamento vagano per torturare i viventi per avere la sepoltura che è stata loro negata.
Per l’uomo medievale però i marinai, o i loro spiriti disperati, non sono gli unici pericoli presenti in mare…i veri mostri vivono al di sotto di esso.
Le creature marine sono esseri misteriosi e mostruosi ma sopratutto poco note. L’uomo medievale non ha ancora i mezzi per studiare scientificamente la fauna ittica perché ha bisogno di respirare sott’acqua: proprio la respirazione è un fattore determinante per identificare le creature marine come devianti da tutto ciò che è normale per l’uomo. Per vivere nelle profondità marine senza respirare (così pensava l’uomo medievale) doveva esservi lo zampino del Diavolo. Il mare è molto simile all’Inferno per la sua oscurità, per il suo essere ignoto, per la mancanza di ossigeno e quindi di vita…nel mare c’è solo morte, dopo aver sofferto i supplizi dell’annegamento.
L’uomo medievale sappiamo che trovasse parte del proprio nutrimento nei pesci e più raramente nei molluschi ma evitava di addentrarsi in mare troppo aperto, anche perché la tecnologia navale non era ancora dotata di un complesso sistema di vele, come i galeones portoghesi e spagnoli di XV-XVI secolo, che consentivano di evitare il cabotaggio delle coste. In mare aperto si potevano trovare le spaventose balene o le perfidi e ingannatrici sirene che, attraverso il loro soave canto, conducevano gli uomini alla morte.
Ma su queste e altre creature noi di Monster Movie Italia avremo modo di tornare…anche perché loro vi aspettano nell’oscurità dei fondali, sapendo sempre quando entrerete in acqua.
Miniatura proveniente da un manoscritto della British Library. Navi attaccate da una tempesta in mare aperto.
Sea Monsters on Medieval and Renaissance Maps