MEDIOEVO MOSTRUOSO: I PEZZI GROSSI DEL MARE
PARTE II: LA BALENA
di Giovanni Siclari
Un caro benvenuto a tutti i lettori, rieccoci finalmente qui con un nuovo articolo della nostra rubrica Medioevo Mostruoso che proseguirà la nostra avventura negli abissi del mare medievale, andando alla ricerca di un altro pezzo grosso che lo abita: stiamo parlando della balena. Immaginiamo dunque di aver noleggiato il Nautilus e, con buona pace del capitano Nemo, iniziamo ad immergerci in mare aperto.
Superstar dei bestiari medievali nonché meraviglia del mare, la balena è un animale ben noto all’uomo medievale tant’è che spesso i marinai la scambiano per un’isola (o meglio il suo dorso) a causa della sua mole gigantesca e delle sue squame color sabbia. Nota è una miniatura presente in un bestiario latino (Londra, The British Library, ms Harley 4571, f.69) degli anni 1230-40 circa dove possiamo vedere una balena scambiata per un’isola.
Questi incauti marinai sbarcano su di essa e vi accendono un fuoco ignari della furia che stanno per scatenare, tutti i bestiari concordano sul carattere irascibile della balena che, una volta stuzzicata, si inabissa portando con se i marinai e la nave per poi mangiarsi tutto l’equipaggio…equivoco drammatico che purtroppo si trasforma in catastrofe. Tutto l’equipaggio e la nave molto probabilmente risiederanno nello stomaco, noto per la sua enormità , come la storia del profeta Giona ci insegna.
Ma come mai i marinai sono così ingenui da scambiare una balena per un’isola? Ebbene molti autori dei bestiari sostengono che la balena sia in grado di rimanere immobile nello stesso luogo per una durata di tempo tale per cui sulla schiena iniziano a spuntare erbe e arbusti. Tuttavia se dovessimo tenere conto degli insegnamenti morali cristiani del basso medioevo potremmo tirare la seguente conclusione: i marinai in cerca di piaceri terreni sbarcano su un’isola ( o su quello che pensano sia un’isola) e dopo essere stati ingannati dal Diavolo vengono divorati dalla balena.
Ad essere inghiottiti però non sono solo i viziosi ed incauti marinai. La balena è un’astuta seduttrice che con il suo alito delizioso (ammetto che non ho mai appurato se sia vero) attira a se i pesci, spesso i più piccoli e più innocenti che, incauti come i marinai, entrano nella bocca della balena per sentirne il profumo…un’ingegnosa astuzia degna di uno slogan “ Lucifero docet “. Quando poi la bocca della balena si riempe di pesci, questa chiude le mascelle sigillando in perpetuo tutto quello che vi è al suo interno. La balena è dunque un mostro terrificante sia per gli uomini che per i pesci e non a caso viene spesso paragonata al terrificante mostro biblico: il Leviatano. Questi è dotato di una bocca enorme, tanti denti affilati e uniti che gli permetterebbero di inghiottire prede molto grandi.
Portiamo adesso il nostro sguardo su un aspetto che ha sempre incuriosito (non a torto) i vari bestiari e le diverse enciclopedie, si tratta della vexata quaestio: come fa un animale così grande a riprodursi? Gli autori medievali si facevano dei viaggioni assurdi immaginandosi acrobazie selvagge tali da far fuggire i pesci e ribaltare le navi. Tommaso di Cantimpré nel suo Liber de natura rerum sostiene che alcune città siano state inghiottite dal mare perché vicino alla riva due balene si davano ad un rapporto carnale; altri sostengono invece che non vi sia alcun contatto tra questi due giganti dato che il maschio secerne il seme che si annida nel posto giusto perché attirato dall’odore della femmina. Visioni comunque contrastanti e allo stesso tempo inverosimili.
Animale iracondo, grossolano nei movimenti e allo stesso tempo astuto negli intenti, la balena era davvero così pericolosa? Molte informazioni del rapporto uomo-animale ci vengono date dalla pericolosa attività della pesca alla balena, tipica dei mari del Nord e dell’Atlantico. In realtà più che di pesca sarebbe bene parlare di caccia. Su tale attività ci vengono in soccorso le informazioni del domenicano Vincenzo di Beauvais (XIII secolo).
Bisogna utilizzare molte barche e parecchi marinai per accerchiare l’animale che, sensibile alla musica, viene attirato dal suono di tamburo e di cimbali. Quando la balena è affascinata dal suono della musica bisogna colpirla velocemente sulla schiena con l’uso di un arpione. Qui inizia la parte più pericolosa: l’animale infatti inizia ad agitarsi diventando furioso ed è bene allontanarsi; tuttavia durante questi movimenti, la balena nuoce a se stessa allargando la ferita. I marinai osservano la furia della balena che alla fine, nel tentativo di liberarsi dall’arpione, si sfinisce lasciandosi così morire. I marinai si avvicinano finendola a colpi di picca per poi legarla. Una volta giunta a riva viene tagliata in tanti pezzi che saranno destinati alla produzione di olio, grasso, carne e altri prodotti…non si butta via nulla, specialmente la lingua è la parte più ricercata e apprezzata dai palati fini.
Concludiamo dunque questo viaggio estivo negli abissi, in compagnia di vip come il delfino e la balena, animali importanti nell’immaginario e nella realtà dell’uomo medievale. Abbiamo avuto modo di avvicinarci a loro e conoscerli nei loro aspetti più bizzarri e drammatici come la caccia alla balena, fortunatamente oggi condannata ma non del tutto debellata.
Il mio consueto arrivederci al prossimo articolo di Medioevo Mostruoso.
Immagine in evidenza di ValentiniaK