di Matteo Berta
Tutti coloro che sono nati e cresciuti con i blockbusteroni dei registi della New Hollywood o con i semplici mocciosi prestanomi, sanno che nella loro lista di film da vedere nell’annata ci devono essere per forza almeno un paio di “scatoloni zeppi di dollaroni” per poter mangiar con gusto i popcorn caramellati.
Passengers è utilizzabile in tutte le occasioni: se hai bisogno di un momento “attira limone” con la tua bella, se vuoi stuzzicarti con qualche shot della Lawrence scostumata, se vuoi divertirti con la compagnia nella multisala o se il tuo status da pidocchioso falso critico da social necessita qualcosa da schifare.
Parliamo di una storia che parte da una premessa intrigantissima: il problema di vivere in un limbo temporale senza apparenti via di fuga viene sfruttato benissimo dal regista Morten Tyldum, che cerca di “omaggiare” i classiconi di genere dove il budget andava scialacquato interamente nell’oligarchico cast di star sulla cresta dell’onda. Non avremo Gregory Peck e Norma Jeane ma il duo composto dal richiestissimo Chirs Pratt e l’ottima Jennifer Lawrence (sottovalutata per via delle vicende extra-artistiche) funziona alla grande.
La fantascienza è tornata in voga e si esprime nei generi più diversificati: dalla fanta-filosofia (con Interstellar che primeggia su tutti) alle commedione costose come questa. I momenti dove si deve per forza staccare il cervello per goderseli ci sono, ma la maggior parte del minutaggio si gusta senza sforzo.
L’inconfondibile mestierante Thomas Newman firma una colonna sonora abbastanza povera e si presenta come un’occasione sprecata nei confronti di un film che avrebbe richiesto un temone commerciale alla Zimmer, forse come fece Rabin per Armageddon.
Visione consigliata a tutti i nostri gentili lettori.
Ciao, ti abbiamo nominato per il Liebster Awards 😊 trovi la nomination sul nostro blog 😊 Buona giornata