di Matteo Berta

Nell’universo di Star Wars troviamo molti spunti per rimpinguare la nostra sete di conoscienza mostrifera: dalla biodiversità delle diverse creature (in ogni film c’è sempre qualche specie nuova) fino ai mostri veri e proprio come nella scena dell’arena de L’Attacco dei Cloni, ma se volessimo portare la riflessione in termini di mostroni meccanici, dovremmo guardare la vecchia trilogia.

Gli AT-AT sono i più iconici quadrupedi d’assalto di tutta la cinematografia di fantascienza, essi appaiono nella saga per la prima volta nell’importante battaglia di Hoth de L’impero colpisce ancora e l’impatto spaventoso e suggestivo funziona grazie ai pratica effects e alle infinite metaforone su cui si può ricamar sopra. In pochi sanno però che i bozzetti originali vennero creati basandosi su un “marchingegno” di origini italiane, per meglio dire di origini fasciste.

Il “Cavallo Meccanico” (Iron Dobbin) venne costruito dai militanti del partito fascista nel 1930 per una sorta di emulazione dei movimenti del cavallo, concretamente utilizzato per insegnare a cavalcare ai giovani balilla, ma ovviamente con lo scopo di costruite dei piccoli mezzi di trasporto sui cui si sarebbe dovuto incorporare una sorta di armamentario. Il progetto non vide mai la luce e venne accantonato.

L’idea di un quadrupede meccanico venne ripresa da Ralph Mosher che nel 1960 costruì il Cybernetic Anthropomorphous Machine, un elettronico sistema di trasporto merci che ebbe lo stesso destino dell’Iron Dobbin.

Infine, gli AT-AT, presero forma nella testa di George Lucas commistionando le idee di astronavi aliene presenti nel racconto The War Of The Worlds e le precedentemente descritte invenzioni meccaniche ed elettroniche.

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fonte: http://www.denofgeek.com