di Alessandro Sivieri
L’abbondante bibliografia di Stephen King è passata più volte per il grande schermo, con risultati che vanno dal gioiellino alla ciofeca. It, che narra di un gruppo di amici alle prese con un’entità diabolica nella cittadina fittizia di Derry, era già stato trasposto in una miniserie nel 1990, dove l’unica cosa memorabile rimane il grande Tim Curry, grottesco e inquietante nelle vesti del pagliaccio Pennywise (l’aspetto preferito di It, appunto). Due anni fa, quando si era parlato del remake, giravano i nomi di Cary Fukunaga (True Detective) alla regia e del giovane Will Poulter come clown mostruoso. Fukunaga è stato poi silurato per solite divergenze creative con i produttori: dalle sue parole emergeva la volontà di girare un horror non convenzionale, in grado di onorare l’opera di King, mentre la New Line puntava a qualcosa di più inoffensivo. A portare avanti il progetto è subentrato Andrés Muschietti, pupillo di Guillermo Del Toro, che ha all’attivo degli spot pubblicitari e l’horror La madre, suo esordio a Hollywood. A dare vita a Pennywise sarà invece Bill Skarsgård, fratellino dell’ultimo scialbo Tarzan. La campagna promozionale è nel pieno del suo svolgimento, con tanto di trailer, quindi è il momento di tirare le somme sulle aspettative.
Non partiamo prevenuti di fronte al materiale, ma è certo che rimarrà per sempre la curiosità riguardo le idee di Fukunaga e l’aspetto che avrebbe avuto Poulter truccato da pagliaccio killer, perché i suoi lineamenti sono perfetti. Le immagini del trailer ci mostrano la prima parte di quello che dovrebbe essere un dittico: qui i protagonisti sono ancora ragazzini, mentre la fase adulta, con un secondo conflitto con It, è rimandata al sequel. Se i giovani interpreti per ora restano poco interessanti, è Skarsgård a brillare nei panni di Pennywise: il suo aspetto è pauroso e curato nei minimi dettagli. Oggi la clownfobia va forte, complici anche i video delle burle con i pagliacci assassini, quindi non è difficile farsela sotto di fronte a trucco, parrucco e palloncini. È complicato competere con Tim Curry, ma la presenza scenica del suo erede è una bomba. L’unico appunto può essere che il Pennywise di Curry riusciva a mostrarsi giocoso e affabile per attrarre i bambini, mentre quello di Skarsgård è terrificante fin da subito. Questo approccio è però in linea con la psicologia dello stesso It: non è un vero clown, è un’entità malvagia che può assumere qualunque aspetto. Avendo un senso dell’umorismo tutto suo, muterà in qualcosa che trova divertente, ma non è detto che faccia lo stesso effetto agli umani.
La regia fa il suo dovere senza guizzi particolari, a parte una buona valorizzazione del suddetto pagliaccio. Inevitabili i jump scare, ma un trailer spesso distorce la natura di una scena, quindi ci auguriamo che siano limitati. La nostra principale preoccupazione è che le dichiarzioni di Fukunaga corrispondano al vero: le opere di King sono materiale delicato, ma la tendenza di Hollywood non è il rispetto per l’originale o la valorizzazione degli autori. Le case produttrici vogliono una catena di montaggio e assumono registi, sceneggiatori e compositori che non rompano troppo le palle. Si sfornano opere standardizzate e poco coraggiose per il timore di scontentare il grande pubblico. Il materiale visto finora è buono, quindi speriamo con tutte le nostre forze di non ritrovarci con una copia di Stranger Things con tocchi di Stand by Me e un mostro senza personalità. Deve esserci un’anima dietro il trucco (in questo caso un’anima perversa).
Curioso di vedere cosa hanno realizzato..