di Alessandro Sivieri
C’è una cosa che uno dei miei registi preferiti deve fare: cancellare le tracce di quel polpettone biblico di Noah e rimettersi in carreggiata. Un autore elegante e versatile, che si è mosso agilmente tra il cinema sperimentale (Pi Greco), il dramma (Requiem for a Dream e The Wrestler), il mistico (The Fountain, recensito qui) e il thriller, sembra in procinto di riavvicinarsi ad atmosfere molto simili a quelle di Black Swan, per intenderci quello dove Natalie Portman schizofrenica amoreggiava con Mila Kunis. Gli scettici vedranno sicuramente in questo Mother! la prova decisiva per capire se Aronofsky ha perso il suo tocco per sempre. Si tratta anche della prima pellicola non musicata dal fedele e talentuoso Clint Mansell, sostituito da Jóhann Jóhannsson, già lanciato in Arrival e Blade Runner 2049. Analizzando il trailer uscito recentemente, le impressioni sono contrastanti.
Protagonisti sono Jennifer Lawrence e Javier Bardem nei panni di una coppia che si è da poco sistemata in una nuova dimora. Una serie di visitatori, tra i quali un misterioso Ed Harris e un’inquietante Michelle Pfeiffer, sconvolgeranno l’esistenza dei coniugi. Ovviamente è il personaggio della Lawrence a catalizzare l’ansia di tutti gli strani avvenimenti, iniziando a perdere il senso della realtà (un po’ come la Portman in Black Swan). La situazione sembra pronta a degenerare, con promesse di scheletri nell’armadio, ma se la tensione pare ben orchestrata, non possiamo che notare un senso di già visto. Da The Others (anche se qui non sembra esserci il paranormale) ai vari titoli dove squilibrati e sette di fanatici tormentano le famiglie, la pista sembra già battuta, e per ora non si percepisce quell’aria di rinnovamento che il regista ha saputo conferire ad altri titoli. Sembra più un altro Crimson Peak, dove lo stile annacqua la sostanza. Ci sforziamo di allontanare i cattivi presagi e speriamo in un’opera carica di pathos e plot twist interessanti. Almeno non c’è Russell Crowe che costruisce imbarcazioni.