Avventure videoludiche dall’analogico al digitale.
di Alessandro Sivieri
Sfruttare la nostalgia delle sale giochi e dei cabinati anni ’80 significa vincere facile, ma fortunatamente il primo Ralph Spaccatutto aveva anche altri meriti, tra cui personaggi ben costruiti e una scrittura di qualità. Il protagonista antieroico Ralph (John C. Reilly) e la piccola Vanellope (Sarah Silverman) si muovono in una dimensione segreta, sospesa tra il 2D e il 3D, popolata da personaggi dei videogiochi. Sono proprio le gag e le squisite citazioni videoludiche a donare lustro al primo film, risparmiandogli la scomoda etichetta di un Toy Story con il joypad.
Ora la coppia di protagonisti torna dopo alcuni anni per confrontarsi con una novità sconfinata: Internet. E partiamo con il turbo, perché il tema portante rappresenta un’altra debolezza del sottoscritto: oltre a essere un accanito gamer, ho avuto l’occasione di crescere negli anni ’90 e vivere gli albori della Rete, quando i motori di ricerca come Google erano appena nati e non c’era traccia di YouTube, social network e pagine interattive con animazioni che sbucano da ogni angolo. Era un mondo essenziale ma affascinante, soprattutto agli occhi di un bambino che non ne comprendeva appieno la complessità. Insomma, è di nuovo nostalgia a mille.
A una prima occhiata l’Internet in cui si muoveranno i personaggi, grazie all’arrivo di un router in sala giochi, sarà ispirato all’ultimo decennio, con la presenza di celebri portali come IMDb e eBay. Leggendo la sinossi, l’incipit non sembra nulla di originale: c’è un problema con Sugar Rush, il gioco di Vanellope, ed è necessario recuperare un “pezzo di ricambio” avventurandosi nella Rete. Sebbene le motivazioni del viaggio suonino riciclate (piccolo mondo in pericolo di fronte a una novità spiazzante), l’ambientazione digitale sembra pescare a piene mani da uno sterminato bacino di opportunità, cioè personificando/parodizzando gli elementi più inflazionati del Web, dai banner pubblicitari alle aste online, fino allo streaming dei video. Non mancano scorci alla Tron, con architetture al neon, intervallate a sequenze ambientate nel mondo reale, che è perennemente connesso grazie ai dispositivi mobili. Invece di realizzare un seguito ludocentrico, magari con comparse d’eccezione come Super Mario, la produzione ha scelto di spostarsi in un ambiente più moderno e imprevedibile, conscia di non poter sfornare una fotocopia del primo film. Naturalmente i giochi da devastare non mancheranno e Ralph potrà fare del suo peggio nelle app dei tablet. L’aspettativa si attesta su buoni livelli, c’è solo da sperare che il doppiaggio italiano non ricorra a qualche paraculata, tipo chiedere in prestito la voce a qualche webstar come Favij.