Vertigo shot in una Londra deserta
di Matteo Berta
Ci troviamo nel biennio di rinascita e ritorno dei mostri nelle sale ed essendo autori di un portale dedicato alle mostruosità cinematografiche ne siamo sicuramente felici, ma l’ondata di questo ritorno, porta a galla nella bassa marea anche una serie di lavori inutili, trash o semplicemente insignificanti. Il nostro sito si è sempre schierato contro le varie mercificazioni scialbe delle storie di mostri in stile Sharknado o le sue derivazioni, ma quando ci siamo trovati di fronte a prodotti onesti pur di bassa portata, siamo sempre stati felici di parlarne e supportarne la causa. Non è il caso di Monster Family.
Questo lavoro di matrice “brasilio-tedesca” è un minestrone dove vi possiamo trovare all’interno una cozzaglia di elementi già visti e usurati in strutture narrative di basso livello e nessun appiglio che consenta lo spettatore di stare al gioco fino alla fine. Riferirsi ad un target di primissima infanzia non significa giustificare un umorismo scontato e dei dialoghi alla Teletubbies.
Una famiglia, per via della crisi di mezza età della madre e di un vampiro marpione si ritrova incastrata nelle fattezze dei propri costumi da festa in maschera. Il film ci mostra come essere mostri e diversi possa essere figo ma in realtà alla fine è giusto omologarsi e rispettare i dogmi della famiglia tradizionale.
Non sarebbe onesto continuare ad analizzare qualcosa di cui il nostro gentile lettore mostruoso non è sicuramente interessato, per quanto riguarda il fatto se consigliare o meno questa pellicola, mi sento di dire che se avete intenzione di iniziare i vostri figli al mondo dei mostri attraverso un film d’animazione, io verterei su la saga di Hotel Transylvania, molto più onesta e non circoscritta per un pubblico di bambini speciali. In fin dei conti, Monster Family è un tentativo di emulare il successo della trilogia sopra citata in modo più “povero” di contenuti e budget.
Tecnicamente ho trovato molto disturbante il novanta per cento delle inquadrature in avvicinamento simulate digitalmente senza nessun tipo di giustificazione semantica e giurerei anche di aver intravisto un paio di vertigo shot.
Mi spiace per avervi fatto perdere un minuto della vostra vita per leggere questa non-recensione, ma penso che sia meglio perderne uno che novantasei.
Non è colpa mia, non volevo vederlo, chi mi ha invitato a farlo si senta in debito.