Intervista esclusiva a Mariaelena Mariotti: La Mamma dei Dinosauri

di Matteo Berta

Il nostro portale è sempre a caccia di talenti giurassici da raccontare al nostro gentile lettore mostruoso e quando mi sono imbattuto in una giovane ragazza che proponeva i suoi lavori scultorei su uno dei gruppi dedicati alla fan-base di Jurassic Park e Jurassic World, ho deciso di contattarla per farmi raccontare la sua storia.

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Mi è bastato sentirle dire: “Già all’asilo disegnavo centinaia di dinosauri…” e “…quando sono in giro o lavoro, ho sempre la colonna sonora di Williams nelle cuffiette dell’ iPod” per farmi capire che questa ragazza andava assolutamente inserita nelle interviste di Monster Movie.

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Dopo avervi offerto l’intervista a Joe DeVito, uno dei padri dei giocattoli di Jurassic Park (Intervista esclusiva a Joe DeVito il padre dei giocattoli di Jurassic Park (ENG-ITA), questa mattina chiacchieriamo con Mariaelana, “la Mamma dei Dinosauri”.

Qual è stata la miccia che ha infiammato la tua passione per i dinosauri?

Il mio amore per i dinosauri nasce in concomitanza con la scoperta di Jurassic Park, che i miei genitori mi fecero vedere già da piccolina (censurando ovviamente le parti più spaventose).

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Parallelamente al mondo di JP, la mia famiglia assecondò la mia passione nascente attraverso una serie di regali, approfondimenti e opportunità, soprattutto la figura di f521cd93-52b7-4039-bba8-6cbff750b5f8mio nonno fu molto importante per far scattare la “scintilla-saura”, dal momento che mi regalò un’enciclopedia (a puntate) sul mondo, appunto, dei dinosauri. Per ritornare in tema dell’esalogia neo-preistorica più iconica del cinema, mio nonno mi regalò anche alcuni giocattoli della linea di Jurassic Park della Kenner e contribuì a rendere speciale il natale del 97, uno dei più belli della mia vita, regalandomi in blocco l’intera collezione della linea de “The Lost World”. Principalmente la mia passione è nata grazie a Jurassic Park, come fai a vedere la scena del breakout t-rex e non innamorarti dei dinosauri per tutta la vita? Impossibile…

 

Ci racconteresti la tua crescita creativa che ti ha portato dall’abbozzare disegni infantili di dinosauri ad elaborare sculture mature?

Già dall’asilo iniziai a disegnare parecchio per poi passare 3fdddbaa-54dc-4730-98eb-57619ad3cc74alle prime piccole “costruzioni” acerbe per gioco: utilizzavo qualsiasi cosa, dal pongo ai Lego fino ad arrivare al periodo delle elementari, dove coinvolgevo anche i miei amichetti nella mia passione. Ricordo che durante le ricreazioni ci divertivamo nel disegnare ogni tipo di dinosauro e unire tutti i fogli costituendo una specie di diorama (scientificamente inesatto ci tengo a precisare, erbivori amici di carnivori) e le maestre si stupivano del fatto che al posto di fare gli scalmanati nei momenti di pausa, noi ci dedicavamo a queste attività “ricreative” che spesso venivano cestinate dai bidelli insensibili. La mia passione si affievolì leggermente durante il periodo delle medie, perché si sa che è il periodo un po’ più critico dal punto di vista adolescenziale, dove subentrano dinamiche emotive varie e si cerca di seguire un po’ le mode, ma quegli anni non uccisero la passione perché ritornò in grande stile al liceo, già dal primo anno quando iniziai a fare le prime sculture, la prima “opera” riguardava uno spinosauro, dinosauro che attualmente non sopporto, che esplose in fase di cottura (segno del destino evidentemente). Dopo lo spinosauro feci un velociraptor ispirato a quelli presenti nel film di Peter Jackson, ovvero King Kong fino ad arrivare al triceratopo che feci per un concorso per cui ottenni il primo premio.

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Dopo il liceo fui occupata per qualche tempo perché diventai costumista per delle produzioni cinematografiche indipendenti, per cui non feci sculture, ma fu un periodo altamente formativo che mi portò a girare molti posti del nord Italia. Ritornata “alla base” ricominciai a fare sculture per poi iscrivermi all’accademia di belle arti di Carrara con cui iniziai “seriamente” a mettermi in gioco con le prime opere di grande portata.

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Una delle figure più importanti per il mio percorso di crescita artistica fu il professor Franchi che mi propose di fare un velociraptor a grandezza naturale dopo aver visto un modello della testa che feci in gomma l’anno precedente. Realizzai con grande felicità il raptor in uno stile più scultoreo che scientificamente realistico, come se fosse un monumento per onorare i dinosauri. Il mio lavoro venne esposto a San Quirico d’Orcia negli Orti Leonini.

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Quest’anno, con una titubanza iniziale mi sono buttata a capofitto nel progetto forse più impegnativo di tutti: realizzerò un tirannosaurus-rex, e devo dire che i lavori procedono molto bene: per ora ho realizzato la struttura in ferro portante, un primo rivestimento, i sessanta (maledetti) denti in legno prodotti con una precisione certosina e quattro tipi diversi di occhi. La pelle che inizierò a realizzare a breve sarà fatta interamente in cera d’api.

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Sono sempre più orgogliosa di questo lavoro anche perché farà anche parte di un progetto che personalmente reputo come una realizzazione di un sogno.

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Mi piace molto lavorare con la cera perché da un effetto alla pelle degli animali molto realistico e verosimile, infatti ho realizzato molti baby dinosauri con quel materiale (anche in serie) principalmente baby raptor e baby triceratopi.

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Dove ti piacerebbe che ti potesse portare questo tuo lavoro creativo? Hai un sogno giurassico proibito o saresti ugualmente  felice di mantenere questa tua passione come divertimento personale e condivisibile?

Voglio dire che spero vivamente di non smettere mai di fare questo tipo di attività e sicuramente il mio sogno è incentrato sulla voglia che tutto questo possa diventare il mio lavoro. La cosa che mi da molta soddisfazione è il fatto di avere dei contatti con gli Stan Winston Studios e in particolare aver iniziato una piccola corrispondenza con Matt Winston, il figlio del mio eroe.

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Il disegnatore Disney: Libero Ermetti ha disegnato Mariaelena dopo che lei gli chiese scherzando se avesse potuto disegnarla in versione papera.

Questo lavoro mi è servito spesso sia in ambito lavorativo ma soprattutto in ambito puramente umano, poter lavorare a delle idee per nuovi progetti mi ha spesso aiutato a distrarmi da momenti infelici o a trasformare il mio lavoro in combustibile per darmi forza e creare ancora di più. Ho realizzato un triceratopo cucciolo nella stessa posa in cui si accucciava la mia cagnolina, ho realizzato questo baby perché ero molto legata a lei.

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Oltre a sculture dedicate ai dinosauri, realizzi opere dedicate ad altri mondi?

Un lavoro extra-dinosauri a cui sono particolarmente legata è il board game interamente realizzato a mano di Jumanji. Mi misi a lavorare a questo progetto per l’amore che riposi nel film e soprattutto come stimolo e forza per superare un momento infelice della mia vita.

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Realizzai Jumanji durante la notte, quando tutti dormivano trovavo l’ispirazione e la motivazione per lavorarci su, lo feci in linoleum con aggiunte di elementi esterni come una lente che scovai in un mercatino dell’antiquariato.

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Essendo anche un’appassionata della saga di Harry Potter, realizzai anche qualche piccolo omaggio lavorando su alcune creature come la mandragora, Norberto e la piccola Fanny: la fenice.

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La Mandragora della serra della professoressa Sprite.
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Fanny la fenice di Silente
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Norberto, il drago di Hagrid

Oltre a creare opere originali ti definiresti una cultrice di Jurassic Park a tutto tondo? Sei anche una collezionista?

Sono molto fissata con il mondo di JP, mi riguardo i film in modo ossessivo sia per intrattenimento sia per continua ispirazione per i miei lavori, in particolare penso di conoscere a memoria un dietro le quinte dedicato al mondo degli animatronics di Stan Winston. Colleziono anche, in particolare giocattoli dedicati al brand.

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Il film di Jurassic Park oramai è divenuta una questione personale, lo difendo a spada tratta in ogni occasione come quando mi trovo a discutere sulla componente realistica delle rappresentazioni dei dinosauri nel film (questione inutile dal momento che nella saga viene più spesso detto che non sono dinosauri riportati in vita, ma sorta di ibridi che cercano di avvicinarsi alla verosimiglianza) e spesso mi trovo a discutere sulla questione delle piume, che dal mio punto di vista, se nel film fossero stati rappresentati seguendo le ultime tendenze nell’ambito paleontologico, i sauri avrebbero perso tutto il loro fascino e ci saremmo trovati di fronte a una serie di fagiani e conigli giganti.

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Tanti paleontologi sono nati grazie alla visione di questo film e penso che troppo spesso generalmente esso venga criticato quando in realtà dovrebbe essere preso semplicemente per quello che è, un grande prodotto di intrattenimento con una forte componente analizzabile (dal momento che ci lavorò Jack Horner, il consulente paleontologo dell’intera saga) senza troppi patemi o criticità fine a se stessa.

Qual è il tuo dinosauro preferito?

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Sarò banale, ma il mio dinosauro preferito è il T-Rex. Non so dare motivazioni precise, mi piace perché semplicemente è Lui.  Il tirannosauro è molto imponente e soprattutto molto specializzato, bilanciato fisicamente, molto armonico.

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Ho deciso proprio di realizzare un tirannosauro come tributo alla mia passione, a chi mi ha sempre assecondata in essa e soprattutto a coloro che hanno contribuito a crearla, in primis colui che considero il mio vero maestro, ovvero Stan Winston.

Ringraziamo Mariaelena per il tempo concesso con la speranza che possa continuare a lavorare ai suoi progetti con lo stesso entusiasmo che abbiamo percepito ascoltando le sue parole e chi lo sa se un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo, magari per qualche progetto comune!

In bocca al T-Rex!

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. Domenico ha detto:

    certo che chiamare “ultime tendenze” delle evidenze scientifiche fa veramente male al cuore….

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