TRAILER DI THE PREDATOR – LA VULVA IN FACCIA

Shane Black getta bimbiminkia in pasto a un cosplayer.

di Alessandro Sivieri

Oltre che attore nel primo Predator, quello con Schwarzenegger, Shane Black è anche il principe dei buddy movie di stampo natalizio. Da uno come lui possono uscirle perle come The Nice Guys o giocattoli demenziali come Iron-Man 3, e adesso è qui, a presentarci un sequel/reboot nuovamente incentrato sulla razza Yautja. Il Predator è uno dei mostri più celebri del cinema, al quale abbiamo anche dedicato un Bestiario. Spietato cacciatore alieno, si serve di tecnologie letali e possiede un marcato senso dell’onore. Con o senza la sua nemesi Xenomorfo a fargli da spalla, è esperto nel macellare umani, e questa volta se la dovrà vedere con… un branco di pischelli.

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Tra i protagonisti troviamo infatti Boyd Holbrook (lo stronzetto di Logan) e Trevante Rhodes (che ha sfondato con Moonlight), impegnati a fronteggiare l’ennesima battuta di caccia sulla Terra, scatenata da un ragazzino alla Stranger Things mentre gioca con un congegno extraterrestre. Con l’avanzare del trailer, lungo circa due minuti, le aspettative non migliorano: dopo un rocambolesco atterraggio dell’astronave, ci troviamo faccia a faccia con un nuovo esemplare di Yautja. Se eravate abituati all’imponente e tribale creatura degli anni ’80, arriva la doccia fredda, perché sembra più un ninja plasticoso con una maschera peculiare. Diciamo che ha una specie di vulva in faccia. In genere sono dettagli che tolgono soggezione.

In questa prima esplorazione del sequel tutto sembra fuori posto, dai toni, ai personaggi e al design del mostro. Non basta qualche schizzo di sangue a scacciare l’idea di un PG-13 affollato di millennials e con una storia pretenziosa. A un certo punto viene infatti menzionata l’intenzione dei Predator di ibridarsi con altre specie per potenziarsi, motivo per il quale visitano nuovi pianeti. Un concetto che va a cozzare con la filosofia Yautja, dove le altre razze sono viste come prede da sfidare. Un Predator è già un cacciatore perfetto, dove finirebbe il suo onore se sopraggiungesse l’intenzione di modificare il proprio retaggio genetico? Speriamo vivamente in un fraintendimento, o che perlomeno siano gli umani a voler creare un ibrido, anche se l’idea di mutazione alla Jurassic World non entusiasma. Questa rimane un’occasione per rivedere il nostro cacciatore sul grande schermo, dietro una mano che a volte si è dimostrata autoriale in senso positivo. Non resta che tenere a bada il timore di un’operazione fighetta e infarcita di umorismo inopportuno, perché gli Yautja funzionano in atmosfere ciniche e con un’impostazione da thriller. Vi prego, ditemi che non è ambientato a Natale.

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