La sostenibilissima inconsitenza dello Youtuber.

Manifesto di insofferenza.

di Matteo Berta

Di per se, lo “Youtuber Malmostoso” sa di non sapere.

La più iconica piattaforma di video sharing nata nel 2005 con quel incolpevole girato della donna con di spalle gli elefanti ha cambiato la concezione e le modalità di condivisione di informazioni Web, che gli piaccia o meno. Filosoficamente è possibile parlare della nascita della libertà democratica di espressione videoludica web tra le più significative della storia della rete stessa. Questo punto di cesura è passato inosservato ma l’onere che il “tubo” si è “uplodato” sulle spalle si è dimostrato di un peso specifico non indifferente e si è reso analizzabile nei più svariati punti di vista: dal successo economico, dalla politica in fatto di censura e questioni legate ai copyright, fino ad arrivare ad un gioco di potere in grado di indirizzare un certo tipo di “palinsesto mediale” e alla creazione di falsi miti. Se fossi uno

spettatore di un film che racconti la storia di Youtube, sarei sicuramente felice del prologo, dove mi verrebbe mostrato il passaggio dal periodo  post-gif e i primi contenuti video ad un gran bel strutturato “punto di ritrovo” successivamente fruibile al meglio con l’avvento della banda larga, ma man mano che terminerebbe il primo atto, comincerei ad avere presentimenti negativi. Le ripercussioni peggiori della “brutta piega” presa dal famoso sito web, si riferiscono principalmente all’aspetto qualitativo. Procedendo per grandi semplificazyputuberioni: se dai il ferro a tutti, il ferro non diventa
più importante (possibilità di caricare contenuti senza “evidenti” limitazioni), si comincerebbe a desiderare il bronzo, che è in mano a pochi (perché non tutti hanno così tante stelline), ma il bronzo non basta si vuole l’argento, perché è quello che si desidera più di ogni altra cosa (visualizzazioni), la quantità di argento che ti ritrovi tra le mani è indice assoluto di popolarità, rispetto e ascesa nell’olimpo, poco importa che si tratti di ferro placcato, ma quello è il colore! quello è ciò che si desidera. Certi minatori lavorano giorno e notte nelle miniere per poterne trovare tanto di quel materiale fino a quando non incontrano quei grandi proprietari che sono disposti a fornirlo sotto compenso senza bisogno di scavare e allora il presunto argento lo si ottiene facilmente e la diffusione è totale e allora si desidera altro, si deve avere qualcosa di più. Ci si guarda negli occhi, nei tanti occhi, nei troppi occhi e si innalza il proprio grande possedimento di argento esclamando “Questo è oro!” e allora  tutti quei grandi occhi stanchi cominciano a brillare “Si è vero quello è oro!”. L’argento si trasforma in oro. Ma il presentimento è sempre quello, il desiderio che quelle tante luci si trasformino nuovamente, mutino in qualcosa che solamente attraverso un nuovo compenso si possa ottenere: Il platino.

Siamo tutti in accordo nello stabilire che del popolo italiota presente sul (o nel) Web, nascono sempre nuovi spunti (o categorie) per lamentarcene: c’è l’ignorante, c’è il populista, c’è il cinquantenne “buongiornaro”, l’attivista fine a se stesso, il critico della domenica, l’artista merdista, l’intellettualoide da sopprimere, la ragazzina spensierata, il provinciale nato a Miami e laureato ad Yale, fino ad arrivare al fastidioso Youtuber che, non contento di apparire nei “consigli” sul sito di fruizione, viene condiviso (da una delle categorie elencate in precedenza), si auto-condivide e crea inserzioni in modo che volente o nolente, te lo ritrovi sulla home dei principali social e nelle tasche dei pantaloni appena usciti dalla lavatrice.

Ritornando al quesito (non così tanto interrogativo) iniziale, si… lui lo sa di essere fastidioso, ma pensa che il suo recar danno sia giustificato, sia in qualche modo più nobile di altro rumore, che le sue chiacchiere siano dovute, che la gente se le aspetti, che stia fornendo un servizio utile alla società e si stupisce se viene insultato o “martirizzato” da persone che possiedono lo stesso spirito di giudizio delle stesse che lo divinizzano. Allora si parte con ritrovi pubblici conferenze sull’iconografia e addirittura il “divismo” web, si cerca e si vuole replicare uno Star-System federalista senza cognizione di se stesso.

Ma di per se che cosa serve per diventare un Youtuber Malmostoso? in fin dei conti nulla di più di ciò che ti trovi ad avere ora di fronte allo schermo (si anche il gatto va bene, fa brodo…)

kit youtuber

Identifichiamo i principali prototipi di youtuber malmostosi.

L’How to Make niente. Il tuttofare che si mostra in grado di spiegarti come si costruisce in stile McGyver un tagliamele bluetooth partendo da carta igienica e colla vinilica e soprattutto tanta forza di volontà. Nonostante le sue tredici lauree in ingegneria aerospaziale inchiodate al muro alle sue spalle, dimentica di disattivare l’autofocus sulla camera provocandoti il mal di mare per tutta la durata del video.

Il Pagliaccio. Il parodioso citazionista intellettuale ma scemo, che realizza sottospecie di video girati in stile filimino delle vacanze dove mostra situazioni che ritiene divertenti con attori impresentabili in situazioni ridicole, violando qualsiasi regola di connotazione tecnico-visiva di montaggio cinematografico e non.

Il Tuttologo. Spesso ce lo ritroviamo a “produrre” quella sottospecie di self-video in automobile, mentre apparentemente esce dall’evento che si trova a commentare e  dichiarandosi protettore della moralità perduta,  immancabilmente si ritrova ingarbugliato con se stesso e dimentica l’argomento improvvisato pochi minuti precedenti e termina con il ringraziamento e la pubblicità ad altri dieci youtuber generalisti ignoranti mentre con il dito clicca lo stop sul touch del cellulare (di solito ci mette dai dieci ai quindici secondi).

Il Critico Cinematografico. Poster di Breaking Bed alle spalle, action figure giapponese, barba, acne, eccessiva richiesta di attenzione, incapacità cronica di giudicare un qualsiasi lavoro (da un film a un capodoglio in traforo), ovviamente tutto girato in camera . Utilizza termini come metacinema, pitch, Lynciano ecc.. senza conoscerne a fondo il significato, senza un utilità da ripetizione di sinonimo e con aria spocchiosa, non accetta critiche, quello che dice è il VERBO e non intende migliorare la qualità audio video del suo supporto di videoregistrazione.

L’ignorante alle prime armi. Piazza due fari, piazza due telefoni, chiama gli amici di merende, carica rigorosamente su facebook, monta con moviemaker, crea la pagina abbinata alla sua casa di produzione (“Frenk e il Gallo FILMZ”) e si stupisce se anche gli ignoranti che seguono gli youtuber delle precedenti categorie non se lo filano.

Youtuber Figo. Crea effetti Kulesov inconsapevolmente con il montaggio da cell, non sa cosa significhi la parola montaggio però spesso dice “editing”, critica le persone stupide, crea “prodotti mediali” da quanto dichiara. Partecipa alle conferenze, è osannato dalle universitarie al quattordicesimo anno fuori corso, vorrebbe far parte del gruppo di stronzi youtuber passati al cinema. E’ di bella presenza (se ti piace l’articolo), o spesso è un costruito prestavolto.

La possibilità gratuita e con semplicità di creazione di “prodotti” mediali ha portato alla nascita di una discarica comune, youtube non è più mezzo di fruizione della propria espressione, ma semplicemente centro sociale di raccolta rifiuti e sfruttamento di essi.

Se mi danno fastidio tutti gli youtuber? Molto probabilmente si, o meglio, quelli che si dichiarano tali, non sono assolutamente infastidito da coloro che coltivano la propria passione o ossessione per un argomento di nicchia (la costruzione di gabbie per galline, tutorial e molto altro…) o chi si cimenta in ragionamento di “alti sistemi”, ma l’importante che sia onesto con se stesso, appunto l’onestà è la prima regola da rispettare per i miei autori in questo oligarchico blog.

Al solo gusto di rompere i gioielli si dovrebbe seguire sempre un lancio di cotoletta contro colui che veramente non sa, non vuole sapere, non è il suo scopo, non vuole raccontare quello che sente dentro, ma la maggior parte delle volte scrive di rimessa.

Se dici una cosa, ci devi credere, devi avere qualcosa da raccontare e mi devi convincere, se non sei cosi allora sei assolutamente uno YOUTUBER MALMOSTOSO.

 

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