MEDIOEVO MOSTRUOSO: IL COCCODRILLO

MEDIOEVO MOSTRUOSO: IL COCCODRILLO

di Giovanni Siclari

Tic tac tic tac “  è la prima cosa che mi viene in mente quando sento la parola ” coccodrillo “. Il simpatico ticchettio che preannunciava l’arrivo del coccodrillo, tanto amato dal nostro Uncino, rimane ormai associato in modo automatico a questo animale tanto antico, tanto affascinante e tanto mostruoso.Mi sono sempre chiesto, da bravo medievista, se vi fossero fonti e se ” l’uomo medievale ” conoscesse questa bestia e, nel caso lo conoscesse, come veniva rappresentato?

img415Facendo qualche ricerca tra i vari bestiari medievali, vediamo come il coccodrillo si trova in una posizione ambigua nella sua identificazione animale: a volte viene inserito tra i serpenti mentre altre volte tra i pesci. Sicuramente quest’incertezza potrebbe far invidia persino allo stesso Balto che, come è bene ricordare

 Non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è …

Nel Bestiario di Aberdeen, un bellissimo manoscritto miniato del XII secolo, ci viene detto che “ Cocodrillus a croceo colore dictus  ” ossia che prende il suo nome dal colore giallo zafferano (croceus) della sua pelle. Quando lo lessi rimasi di stucco, devo ammetterlo, enhanced-buzz-29982-1409148846-23.jpganche perché mi veniva difficile credere che l’immaginario medievale davvero lo vedesse di quel colore; mi son dovuto ricredere quando trovai una miniatura del coccodrillo giallo nel Bestiario di Rochester del XIII secolo e un’altra nel manoscritto lat. 3630, sempre del XIII secolo, conservato oggi presso la Bibliothèque Nationale de France. In ogni caso è sicuramente più facile trovarlo verde o policromo come il drago.

 

La descrizione prosegue soffermandosi sulle caratteristiche fisiche che sicuramente contribuiscono a dargli un aspetto mostruoso ” […] dentium et unguium immanitate armatum “ ossia ci viene detto che il nostro amico Cocco è ben dotato di artigli nelle zampe e la bocca è ben equipaggiata di dentoni. Il manoscritto continua soffermandosi sulla durezza della sua pelle dicendo ” Tantaque cutis duricia ut quam vis fortium ictus lapidum tergo repercuciat, non nocet […] “  che detto in parole povere vuol dire che ha la pelle così dura che se lo si prende a pietrate
non gli si farà alcun danno.

Benché la descrizione sia molto interessante, non è possibile qui esaminare tutto il passo, ricco comunque di informazioni sulle sue abitudini alimentari, di vita e di interazioni con i pescatori.

Il coccodrillo dunque si presenta come un animale ricoperto di grosse scaglie, dure e taglienti. La sua bocca è orribile, inquietante e piena di denti (nei bestiari latini si dice che ve ne siano sessanta). Questi denti non gli servono per triturare la preda ma solo per mordere e uccidere: è un animale estremamente vorace. Quando poi vede un uomo, il coccodrillo non può fare a meno di saltargli addosso e divorarlo per poi, stando a quello che dice Guillame le COCCODRILLO_MINIATURAClerc (XIII secolo), piangere a lungo e pentirsi (quando si dicono ” lacrime di coccodrillo “). Tali lacrime hanno un valore penitenziale per il grave peccato commesso…ricordiamoci che siamo nel Medioevo e tutto ha una sua simbologia e un suo significato: in questo caso si invita il peccatore apiangere sempre per i propri peccati e a pentirsi.

Non tutti gli intellettuali medievali sono però clementi nei confronti del coccodrillo e della sua bestiale voracità, essi lo accusano di essere un ipocrita. Il suo pianto è più falso di Wanna Marchi ed è ben contento di divorare il suo pasto. Egli è un animale avaro, ipocrita, orgoglioso, corrotto, lussurioso e ossessionato dal male e spesso gli uomini malvagi vengono paragonati a lui: fan finta di piegarsi alla legge facendo credere agli altri di essere retti.

Nel Bestiario d’amore di Richard de Fournival della metà del XIII secolo, osserviamo come il coccodrillo sia simile alla donna amata. L’amore, specialmente quello cortese cavalleresco, è un amore ricco di simbologie e di allegorie. La donna amata distrugge e divora l’amante con voracità e crudeltà senza versare alcuna lacrima. Richard infatti dice

” […] La sua natura (del coccodrillo)  è tale per cui quando trova un uomo lo divora e, dopo averlo divorato, lo piange per tutta la vita. Così vorrei che vi accadesse nei miei confronti, carissima amica…mi avete divorato e ucciso della morte d’amore. Ora vorrei, se è possibile, che vi pentiste e mi piangeste con gli occhi del vostro cuore. “

Tra gli altri difetti vi è la pigrizia. Il coccodrillo può dormire sotto il sole senza far nulla e si serve degli uccelli per farsi pulire le fauci: insomma è proprio un cucciolone verde e lazzarone.

La femmina del coccodrillo è anche peggio: essa depone le uova e subito le abbandona affidando ai caldi raggi solari il compito di farle schiudere. I piccoli una volta nati continuano ad ingrossare e allungarsi fino alla morte. Questo per molti uomini dotti era la prova che questi avesse stipulato un patto con il Demonio.

L’accoppiamento poi avviene senza pudore sulla terra ferma, dove il maschio rivolta la femmina  sulla schiena per allungarsi su di lei e penetrarla come fanno uomini ed orsi; il ventre del coccodrillo è privo di scaglie e così facendo non si ferisce.

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Per concludere dunque possiamo vedere come il coccodrillo, benché animale non propriamente tipico della cultura europea, fosse comunque noto e descritto nei suoi tratti fisici e nei suoi vizi. E’ sicuramente uno tra i mostri più brutti e crudeli che vi siano in natura, che trova il suo posto tra le alte classifiche degli animali del Diavolo. Per questo, noi di Monster Movie Italia abbiamo deciso di dedicargli un posto d’onore tra l’immaginario mostruoso medievale…tic tac tic tac.

 

 

 

 

Il Bestiario d’amore di Richard de Fournival

 

 

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