ATTENBOROUGH AND THE GIANT DINOSAUR. Un anziano che guarda gli scavi.
Una recensione di Matteo Berta
Buonasauro,
In Patagonia, un uomo stava cercando la sua pecora smarrita e si ritrovò di fronte ad un osso gigantesco. Sembrerebbe un incipit da aneddoto biblico, ma invece parliamo di questo fantastico documentario che diventerà sicuramente in breve tempo un must per tutti gli appassionati di dinosauri. Si costituì un sito di ricerca in corrispondenza di quel ritrovamento, che portò alle conclusioni di aver trovato i resti di un dinosauro che poteva sconvolgere le leggi della natura. Vennero riesumate ossa rimaste celate da più di 100 milioni di anni, le stesse, vennero classificate come appartenenti ad un titanosauro. Attraverso le moderne tecniche di ricerca e di comparazione animale, si ricostruì una replica fisica di quell’animale, arrivando a constatare di aver trovato i reperti di uno dei dinosauri più grandi mai scoperti, anche più grande dell’argentinosauro (fino ad all’ora il più imponente mai trovato).
David Attenborough, fratello minore di Richard (qualche piccolo collegamento con i dinosauri ce l’ha pure lui neh!) si presenta semplicemente con un narratore appassionato ed eccitato come uno scolaretto da quella scoperta, ma con la maestria e la saggezza di un semplice anziano che osserva gli scavi. David ci guida nel sud dell’Argentina, raccontandoci della fasi di ricerca di quella enorme scoperta e descrivendoci altre realtà collegate alla paleontologia sudamericana. Il narratore ci racconta come i primi sauropodi comparsi sulla terra erano di dimensioni contenute, ma con il trascorrere degli anni, lo sviluppo cellulare, ha portato alla nascita di questi “titani” che un tempo, “dominavano la terra”.
Le tematiche trattate in questo lavoro sono numerose, oltre alla scoperta, si parla della caratterizzazione dei sauri in generale e dei recenti dibattiti tra paleontologi come la famosa discussione sul rapporto tra dinosauri e uccelli.
La parte molto bella del documentario coincide con la progettazione della costruzione della replica situata in un ex-magazzino di produzione della lana. Attraverso attente scansioni al millimetro sui resti ritrovati è stato possibile ricostruire a grandezza naturale lo scheletro della replica del grande titanosauro. La costituzione del modello life-size procede in contemporanea con lo studio di quel tipo di animale ritrovato e grazie alla comparazione con gli elefanti, si è riusciti a capire come le zampe erano impostate come colonne portanti per supportare un enorme peso, inoltre la “camminata” si presentava in stile “Drago di Komodo”, ovvero con l’ausilio della coda per darsi la spinta e indirizzare le zampe posteriori.
Non perdete questo documentario breve ma significativo, soprattutto per gli amanti dei dinosauri.