LUI È TORNATO – E SE HITLER AVESSE USATO INTERNET?

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LUI È TORNATO – E SE HITLER AVESSE USATO INTERNET?

Una recensione di Alessandro Sivieri

Per distruggere i potenti non esiste arma più efficace della satira. I dittatori, con la loro magniloquenza e la rigida fisicità, sono il classico soggetto che può essere caricaturizzato, messo in ridicolo con estrema facilità dai media. L’umorismo è la vera maschera della contro-propaganda. Ora pensiamo al più classico dei cattivi, a quel fenomeno metastorico che dopo la propria scomparsa è diventato l’incarnazione per eccellenza dell’impero del male, specialmente al cinema: il nazismo. Tutti conoscono i nazisti. Sono i feroci antagonisti di Salvate il soldato Ryan, quelli che Indiana Jones prendeva a cazzotti, la carne da macello di Bastardi senza gloria. Il loro aspetto, la loro iconografia e il loro stesso pensiero sono stati spesso rappresentati, rielaborati, estremizzati in modo talvolta grottesco per strappare risate e far riflettere le masse.

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Al centro di tutto abbiamo il tiranno per eccellenza, Adolf Hitler, con le sue decine di incarnazioni cinematografiche, dall’intramontabile Charlie Chaplin al macchiettistico Martin Wuttke dell’opera tarantiniana, fino all’irascibile (e parodiato su YouTube in mille salse) Bruno Ganz de La caduta. Ora è il turno del poco conosciuto – almeno a livello internazionale – Oliver Masucci, che in Lui è tornato, commedia diretta da David Wnendt, impersona un führer risvegliatosi improvvisamente nella Berlino del 2014. Preso inizialmente per un folle, o al limite per un simpatico e devoto imitatore, Hitler viene a sapere che la sconfitta del Terzo Reich è già sui libri di Storia e si meraviglia per i cambiamenti avvenuti in Germania e nel mondo negli ultimi 70 anni. Grazie a giornalisti compiacenti, alla sua forza di volontà e alla sua natura di vera e propria icona vivente, diventerà un fenomeno di Internet e avvierà una campagna mediatica con l’obiettivo di ricostruire il suo impero.

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Alternando scene completamente recitate a improvvisazioni con comuni cittadini che, incontrando Hitler per strada, diventano attori a loro insaputa, questo film si prende tutte le licenze di cui ha bisogno per gettarci addosso una caterva di battute. L’idea di un ritorno dei nazisti, intenzionati a riconquistare il mondo contemporaneo, è invero già stata usata in Iron Sky, le cui incursioni nella satira politica non riuscivano però a compensare i personaggi inconsistenti e un eccesso di demenzialità. Lui è tornato mette in scena il führer in persona e gioca sapientemente con il suo anacronismo, risultando molto più concentrato e divertente: alle gag quasi da commedia americana si alternano momenti dove l’ironia si fa più sottile, intelligente, in una formula gustosamente equilibrata.

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Oltre a ridicolizzare il complesso di superiorità di Hitler, le sue ossessioni e il suo carattere poco amichevole, questo film sa anche farci riflettere, ponendoci un monito perfettamente il linea con l’attuale situazione geopolitica: le derive antidemocratiche sono dure a morire, la dittatura è sempre in agguato, e il veicolo dell’infezione è l’ignoranza della gente comune. Oltre a guadagnare visibilità con il suo status di personaggio storico, Hitler riesce pian piano a riconquistare consensi, grazie alla sua proprietà di linguaggio e alla capacità di rievocare antiche paure che ben si sposano a una società europea che ha seri problemi con l’immigrazione. Ritorna il nazionalismo più estremo, l’odio per il diverso, si invocano nuovamente i lager. Il messaggio del nazismo è roba vecchia e arcinota ma sa mirare alla pancia della gente, e grazie ai mezzi di comunicazione odierni può moltiplicare la propria efficacia, diventare virale e radicarsi sul territorio. La paura e l’insoddisfazione sono un perfetto materiale da marketing, e in virtù di ciò la Rete diventa un’arma a doppio taglio, che consente a Hitler di intervistare i passanti e raccontarsi a colpi di selfie, passando da macchietta fuori dal tempo a novello fenomeno mediatico. Non per nulla le organizzazioni sanguinarie come l’Isis prestano particolare attenzione alla propaganda digitale. Ora però non disperatevi, ricordate cosa abbiamo detto all’inizio: contro la satira non c’è dittatore che tenga. In questa pellicola lui è improvvisamente tornato, e forse, nel nostro lato più oscuro, non se n’è mai andato, perché rappresenta una minaccia più viva di quanto non credessimo, ma deriderlo mentre gira in mutande per una lavanderia turca o pretende che gli si ricambi il saluto non ha prezzo.

Lui è tornato

 

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