HERCULES – THE ROCK COL PARRUCCONE
di Alessandro Sivieri
Spazza via i nemici con una clava, indossa una pelle di leone e torreggia su Kevin Sorbo. Non lesina inoltre sulle grida di battaglia. È solo questo l’Hercules di Dwayne Johnson, il gigantesco attore-wrestler? Per fortuna no, ma facciamo un passo indietro: era quasi inevitabile la citazione della serie tv cult con Sorbo nei panni del semidio, affiancato dal fedele amico Iolao (Michael Hurst). Sono un figlio degli anni ’90, quindi tra i cazzotti di loro due (i Bud Spencer & Terence Hill dell’antica Grecia) e quella panterona di Xena ho passato pomeriggi indimenticabili. Erano serie tv leggere e godibili, in alcuni frangenti volutamente trash e anacronistiche, con dei protagonisti abituati a prendersi onestamente in giro, scherzando sul proprio background mitologico. Il film di Brett Ratner (X-Men: Conflitto finale) prende le cose molto più sul serio, salvo i classici siparietti ironici di matrice hollywoodiana.
Cos’hanno in comune l’Hercules vecchia scuola e quello di The Rock? Molto poco, a parte la forza sovrumana e le origini: entrambi, infatti, hanno perso la propria famiglia e vagabondano compiendo imprese. Ma mentre l’Hercules di Sorbo, salvo una breve sbandata nell’episodio pilota, è sempre stato un eroe senza macchia, quello del film è tutta un’altra storia: un mercenario senza radici che si batte per denaro, che rispetta i suoi compagni ma se ne infischia altamente delle ingiustizie e del resto del mondo. La sua stessa natura di semidio è apparentemente una farsa messa in piedi con la complicità del nipote Iolao (un bimbominkia inutile… mi manchi, Hurst), per aumentarne la fama e suscitare terrore nei nemici. E poi ci sono gli incubi notturni che lo perseguitano incessantemente, facendogli rivivere la morte di moglie e figli (avvenuta presumibilmente per mano sua) e il suo esilio da Atene, dove era celebrato come un eroe. La vita da mercenario è a tutti gli effetti una fuga dal passato e dal dolore, senza un barlume di redenzione. Questo è il vero punto di forza dell’Hercules cinematografico (fattore che, manco a dirlo, tiene in piedi tutta la baracca): un uomo afflitto dal senso di colpa, una persona insicura che si nasconde dietro a una leggenda e che mette in discussione fin da subito la sua natura eroica.
L’unico a credere nel suo destino e nella sua natura divina è l’ironico veggente Anfiarao (Ian McShane), che insieme allo Iolao di Reece Ritchie costituisce l’asse comico del film. Hercules infatti non viaggia da solo: oltre ai succitati abbiamo il ladro spartano Autolico (Rufus Sewell), che eredita il ruolo del leggendario Bruce Campbell, il bestiale Tideo (Aksel Hennie) e l’amazzone Atalanta (Ingrid Berdal), la gnocca tosta del gruppo che utilizza l’arco, come un Legolas con le tette. In effetti, tra lei, Rebecca Ferguson nei panni di una principessa e Irina Shayk in quelli di Megara (moglie del protagonista, purtroppo solo in brevi flashback), il cast femminile è piuttosto succulento.
Per quanto riguarda la trama in sé, mi chiederete perché la menziono solo adesso. Si tratta di un evidente caso di last and least: il corso degli eventi, salvo brevi flashback esplicativi, è oziosamente lineare, con un plot twist abbastanza scontato e atto a redimere la figura del protagonista. In fondo non siamo qui per assistere a elaborate macchinazioni ma per goderci The Rock che spacca tutto, in imprese compiute non da un semidio ma da un mortale con una forza eccezionale. Gli dei, infatti, vengono solo menzionati e rimangono sullo sfondo, quindi potete scordarvi gli elementi sovrannaturali, e questo può essere considerato un pregio, insieme a un Dwayne Johnson convincente che crede nel personaggio e ce la mette tutta per regalarci un Hercules diverso. A parte questo, poco altro, siamo al peplum riciclato con mostri in CGI poco riusciti, ma in generale sempre meglio del Perseo di Sam Worthington o del Teseo di Henry Cavill. Anche se questi ultimi hanno avuto uno scontro finale ben più soddisfacente, con avversari degni di tale nome.
PS: mi ricordo adesso che esiste un altro Hercules con Kellan Lutz. Solo a vedere il trailer c’è da gridare “Ma che è ‘sta roba?!”.