L’Era Glaciale: in rotta di collisione
di Matteo Berta.
Ma a che capitolo siamo arrivati? quarto? quinto? ah no… aspetta il primo e il secondo sono quelli belli, il terzo nonostante ci siano i dinosauri è un po’ scarso, il quarto è dimenticabile…ok dovrebbe essere il quinto.
Dopo il disgelo, il ritorno della preistoria e la trasposizione biblica siamo arrivati all’armageddon. Solita struttura standard per un prodotto divertente, ma che ha completamente perso il fascino dei primi episodi, dove c’era veramente l’avventura preistorica, ora si è cercato di creare una commistione di troppi elementi esterni, si è cercato di metaforizzare troppe strutture narrative moderne e i personaggi che si sono aggiunti non reggono il film costringendo il vecchio trio ai lavori straordinari.
Il secondo film era veramente figo, con la musica di Powell, delle back story interessanti, un struttura da road movie avventuroso e siparietti divertenti, , ma adesso siamo arrivati a strafare, si sarebbe dovuto chiudere con il terzo, anche se un vero epilogo non ci è ancora stato presentato.
Ci può’ stare tutto quello che vuoi, l’umanizzazione degli animali, i tipici problemi adolescenziali e altre stupidate simili, ma il rapporto conflittuale padre figlia e futuro nuoro non so se riesco a reggerlo. Ho scritto che questo film è divertente, si perchè in fondo se stacchi il cervello lo è… se sei un bambino “speciale” lo è.
Una delle poche note positive è la presentazione del ritorno di Buck, dal citazionismo classico al piano sequenza digitale. Poi mi ha fatto sorridere la camminata alla Michael Bay dei protagonisti con pigliato e incollato il tema di Armageddon di Trevor Rabin in sottofondo. Poi in fondo in fondo ci sarebbero anche due mostri, ovvero di due pennuti-sauri battuti da Buck all’inizio del film, ma essi si presentano abbastanza goffi e poco interessanti, rompono un po’ le palle ma non entusiasmano, sembrano la versione preistorica del Team Rocket.
L’elemento interessante sembra essere l’indiretta interazione tra i protagonisti e le disavventure di Scrat e la sua ghianda (solamente venuti a contatto nel primo film) che, attraverso i tentativi maldestri di riappropriarsi del suo effetto personale, lo scoiattolino preistorico eseguirà delle azioni spaziali che agevoleranno o renderanno difficile il percorso alla nostra combriccola.
Debney non realizza un inascoltabile lavoro, ma esso manca di memorabilità, come nella moda contemporanea, si limita a ricalcare le scene senza il bisogno di creare una determinata autonomia musicale che invece caratterizzò i capitolo precedenti con gli importanti lavoro di Newman prima e Powell poi.
Ribadisco, un film divertente se si cerca di essere più ignoranti possibili, con qualche nota positiva.
L’era Glaciale in rotta di collisione