Di Francesco Berta
La colonna sonora de La figlia di Dracula (Dracula’s Daughter, 1936) venne composta e registrata da Heinz Roemheld, e orchestrata da Clifford Vaughan. Franz Waxman ne avrebbe dovuto comporre la colonna sonora ma venne assunto dalla MGM poche settimane prima.
Roemheld scrisse quarantacinque minuti di musica, rendendo la colonna sonora de La figlia di Dracula la più lunga composta fra i dodici film horror della Universal. Diversi momenti musicali e scelte compositive la rendono unica nel suo genere. Ne La figlia di Dracula troviamo innanzitutto un meticoloso lavoro di dialogo musicale fra effetti sonori e dialogo. L’approccio di Roemheld è fonadmentalmente atto a creare sentimenti di vicinanza e empatia per i personaggi del film.
La colonna sonora si erge su una singola, principale melodia: un tema minaccioso scritto per la contessa Zeleska, la figlia di Dracula (Gloria Holden). Il tema ricorda un frammento del malinconico tema di apertura del Tasso di Listz, già utilizzato ne Il Gatto Nero (The Black Cat , 1934).
Il materiale tematico non si lega direttamente ai personaggi ma viene utilizzato per descrivere situazioni e stati d’animo, come ad esempio il dramma dell’esistenza tormentata della contessa o lo stupore della magia finale in cui l’eroina Janet Blake (Marguerite Churchill) viene liberata dall’incantesimo che la opprimeva. La figlia di Dracula fu l’ultimo film del ciclo di film horror Universal prodotti dai Laemmle. È curioso notare che il primo e l’ultimo film parlino entrambi di Dracula, e che la musica di entrambi sia stata scritta dallo stesso compositore.
E per quanto La figlia di Dracula marcò la fine di un’era, le colonne sonore di questi film proveranno negli anni seguenti di avere tante vite quante quelle di alcuni dei personaggi dei film per cui furono scritte, finendo ad essere utilizzate nuovamente in numerose pellicole Universal e, in alcuni casi, riprodotte a volume più alto e con più chiarezza rispetto ai film per il quale furono composte.
In conclusione, una delle eredità più rilevanti lasciate da queste dodici colonne sonore è l’aver scritto e associato alle vicende narrate dei brani di incredibile pathos, bellezza e dramma. Attraverso contrasti e associazioni la musica di questi film aiuta lo spettatore a sviluppare empatia per i personaggi e le loro storie, aggiungendo un tocco umano dal quale molte narrazioni horror contemporanee dovrebbero prendere esempio.