di Matteo Berta
Marco Montemagno è indefinibile, lui stesso ci conferma nei suoi contenuti che accezioni come Mental Coach o Imprenditore digitale non gli renderebbero giustizia. Non stiamo parlando di un megalomane che pretende di essere collocato al di fuori di categorizzazioni media-sociali, ma di un semplice uomo che ha saputo sfruttare la propria esperienza nell’applicazione di strategie intelligenti per potersi guadagnare un posto nella tavola della spartizione delle fette nella sana speculazione del successo, guadagno, popolarità del Web, visto come mezzo, casa e posto di lavoro in continuo divenire.
La peculiarità di trattare argomenti che si differenziano essenzialmente dal mondo della cinematografia è un elemento che caratterizza la nostra famiglia mostrifera, ma ciò che ci preme sottolineare e ricordare è il nostro goal: lo studio e la ricerca in funzione di una disamine onesta che non si pone come obbiettivo primario la ricerca spasmodica di visibilità (si veda il nostro ragionamento sulle BUFALE o sulla guerriglia urbana da social media: LA SOTTILE LINEA WEBETE), nemmeno il desiderio di informazione fine a se stessa è nelle nostre corde, ma ciò che ci preme di più trasmettere è lo stimolo alla sana discussione che possa combattere fenomeni che derivino da un analfabetismo funzionale di fondo o un semplice sciacallaggio mediale. Ovviamente se questo tipo di saggistica ci porta un poco di visibilità e pubblicità ai nostri contenuti per quanto riguarda il nostro portale di Monster Movie, non ci sentiamo di schifarlo.
Io Matteo Berta, come utente fruitore di contenuti ipertestuali mediali, come accanito idealista anti-youtuberesimo (La sostenibilissima inconsitenza dello Youtuber.) non amavo Monty Montemagno. Voglio essere completamente sincero, ero prevenuto, i miei preconcetti classificavano questa persona nella scala di valori degli youtuber malmostosi:
“….massSì, sarà il solito adepto fallito della scuola Roberto Rè che vuole tirar fuori due grani con qualche affiliazione…”
Ero quasi infastidito dal ritrovarmelo costantemente sulla home di facebook, ma il mio errore stava alla base, inizialmente ero il classico “scrollatore da semaforo rosso con il rischio di tamponare”, mi trovavo lo Zio Monty sulla bacheca e la funzione auto-play mi mostrava il suo faccione biancastro in close-up senza l’audio attivato e inevitabilmente mi continuavo a ripetere lo stesso concetto espresso in precedenza.
Cosa mi fece cambiare idea? Beh… attivai l’audio.
L’elenco puntato is the way…
PERCHÉ CANAI…
- I suoi contenuti, sono onesti, se ti sbatte un libro in faccia non è per vendertelo, ma semplicemente perché serve ad avvalorare una sua tesi. Montemagno se viene sponsorizzato te lo dice, molto probabilmente perché ha raggiunto un livello in cui non necessita morbosamente di parassitare con product placement.
- Prendendo in esame l’aspetto puramente tecnico dei suoi contenuti non si può far altro che considerarli positivamente. Parliamo di pillole che non ti portano inconsciamente allo skippare nervosamente, il montaggio è intelligente, a volte ritmico e denota la padronanza da editing efficace per il suo obbiettivo comunicativo.
- Ha un aspetto confortante, non è uno spocchioso barbuto con la felpa della Qhuechua che forza l’erre moscia per dirti quanto “l’igoVanza delle peVsone sul Veb è un fenomeno da contVastaVe con KaVamazov…”. Viso pultio, bella cadenza e sta parlando a TE.
- I suoi messaggi derivano dall’esperienza, dallo studio e dall’onestà intellettuale.
Ci sono delle cose che non mi fanno impazzire del suo lavoro, come il suono finale dei suoi video come se avesse croppato la parte finale di un Jingle in midi, oppure il “Monty” e parafrasando Justin Timberlake nel film Social Network gli consiglierei: “Togli il Monty…. solo Montemagno”, ma queste sono puramente, essenzialmente, fondamentalmente cazzate personali.
Quindi mi sento di porgergli delle scuse metaforiche. Detto questo vi sbatto in faccia il link da affiliato amazon del suo libro, giusto per essere onesti.