di Alessandro Sivieri e Matteo Berta
La produzione delle pellicole di Star Wars targate Disney non è esente da ostacoli e battibecchi, spesso dovuti allo stretto controllo creativo che la major ama esercitare sui suoi prodotti, riscontrabile anche nell’Universo Marvel. Per prima cosa Josh Trank, reduce dal pasticcio di Fantastic Four, è stato silurato dalla regia di uno spin-off senza titolo. Rogue One, la creatura ben riuscita di Gareth Edwards, ha dovuto attraversare copiosi reshoot e riscritture consistenti. Phil Lord e Chris Miller sono stati allontanati dall’episodio dedicato ad Han Solo e sostituiti da Ron Howard a riprese quasi concluse. Ora la spada di Damocle è caduta in picchiata sul nostro prestanome preferito, ovvero Colin Trevorrow, lustrascarpe di Brad Bird e Stephen Spielberg che, dopo l’esordio con l’indie Safety Not Guaranteed, si è ritrovato per le mani Jurassic World. Dato il successo di quest’ultimo gli erano state affidate regia e scrittura di Episodio IX. Tutto ciò avrebbe fatto del nostro Cenerentolo uno dei registi più fortunati del mondo, con un episodio di Jurassic Park e di Star Wars nel curriculum.
Peccato che tutte le storie tragicomiche abbiano un epilogo abbastanza teatrale: come contentino per il suo buon lavoro con Chris Pratt & Dinosauri, al nostro amatissimo era stato concesso qualche soldino per girare un film tutto suo, dove avrebbe potuto dimostrare la sua reale bravura. Il risultato è The Book of Henry, massacrato praticamente da chiunque. Il cocente insuccesso si è aggiunto alle già numerose perplessità dei fan ed ecco che la Disney, nonostante le dichiarazioni di fiducia di qualche tempo fa, ha deciso di segarlo. Ora chi prenderà il suo posto? Gli episodi numerati di Star Wars sono materiale delicato e hanno bisogno di una forte mano autoriale, o quantomeno di un bravo mestierante. Io e il collega Matteo Berta, dopo le dovute esequie a Colin (che verrà ricordato come Quello cacciato da Star Wars), ci siamo messi a riflettere e abbiamo sfornato qualche proposta.
RIAN JOHNSON

Ipotesi prevedibile quanto dovuta: Johnson è un regista che sa il fatto suo e con Looper, acclamato dalla critica, ha già dimostrato di muoversi bene in ambito fantascientifico. Essendo al timone di The Last Jedi, confermarlo per l’episodio finale della trilogia porterebbe un po’ di coesione stilistica e narrativa, dandogli maggior controllo sulla storia. Ma forse la Disney preferisce attendere le opinioni su Episodio VIII per capire se Johnson è affidabile.
DUNCAN JONES
Un nome che per motivi ignoti mi è balzato in testa pochi secondi dopo la fucilazione di Trevorrow: mettendo da parte il film su Warcraft, che nonostante le critiche è un prodotto di tutto rispetto, Duncan Jones ha un passato indie-fantascientifico con il fenomenale Moon e Source Code, pellicola con un sempreverde Jake Gyllenhaal che deve molto a Inception. Ecco un altro autore che sa fare fantascienza e che attende solo l’occasione di misurarsi con un blockbuster senza bastoni tra le ruote. Cosa che, grazie alle pressioni della Disney, sarà abbastanza difficile.
GEORGE MILLER

Ce ne sarebbero di nomi da fare, tra cui Joss Whedon (il nerd all’ennesima potenza) e Denis Villeneuve (regista solido come il granito che però ha moltissimi impegni), ma ai giovani talenti volevo affiancare un vecchio leone. Miller è tornato al timone della saga di Mad Max dopo decenni, dando vita a una pellicola pazzesca dal punto di vista tecnico e narrativo. Nonostante l’età avanzata ha ancora molto da insegnare ai nuovi arrivati su come si dirige una scena d’azione e si costruiscono personaggi interessanti. Sarebbe epico vederlo passare da un road movie post-apocalittico alle Guerre Stellari, dove andrebbe a comandare grazie al talento e all’esperienza.
Questi sono i miei nomi a caldo, ora passo il pallino a al collega Matteo.
Doverosa premessa prima iniziare con la lista della spesa della Lucasfilm: nell’elencare i possibili registi ho mediato tra i miei desideri e i papabili che ruotano già attorno all’universo Disney, perché se dovessi elencare dei nomi basandomi solamente sulle mie brame più ardite non ci penserei due volte a indicare l’accoppiata Nolan-Snyder, che si sono dimostrati ampiamente in grado di gestire progetti di alta portata soprattutto nel genere pop-fantascientifico, ma essendo legati alla Warner è praticamente impossibile immaginarsi uno scenario del genere. Ricordiamo che Disney-Warner è come Milan-Inter, Brescia-Bergamo, Al-Ahly-Zamalek, AcBorgosatollo-RealBorgosatollo, Scapoli-Ammogliati…
STEVEN SPIELBERG
Il migliore amico di George Lucas ha spesso dichiarato che non dirigerebbe mai un episodio della saga di Star Wars, ma fino a qualche anno fa non ci saremmo mai immaginati del ritorno della saga stellare e dal 2012 in poi, il periodo che io definisco come Spielberg 3.0, il regista di cincinnati si è buttato in progetti sempre molto disparati, dal personalissimo e autoriale Lincoln allo scialbo BFG (Disney). Inoltre Spielberg ultimamente si è riavvicinato alla Lucasfilm e alla sua grande amica K.Kennedy per il progetto Indiana Jones V. Il mondo nel cinema ci ha abituati a troppi scossoni e colpi di scena per escludere totalmente questo scenario.
RON HOWARD
Oramai etichettato come l’aggiustatore o per rimanere nei paragoni calcistici “il traghettatore” il vecchio Howard sarebbe la scelta più logica alla pari di Rian Johnson, dal momento che si trova attualmente in lavorazione per un progetto starwarsiano e fondamentalmente emulerebbe il lavoro attuale, ripigliando in mano un progetto già iniziato. Rumors vorrebbero anche che il buon Ron sia molto piacione ed aziendalista, personaggio perfetto per essere plasmato in stile regista prestanome, ma con un nome già affermato.
ALFONSO CUARON
Alfonso ha dimostrato di saper descrivere scene spaziali con occhio autoriale nel pur sopravvalutato Gravity, ma soprattutto è riuscito a mantenere la propria visione del cinema nella saga di Harry Potter, e sappiamo quanto sia difficile uscire anche leggermente dagli schemi dei produttori della saga del maghetto, se pensiamo alla scelta continua del nonpernulla-regista David Yates. Sarebbe l’uomo perfetto per ammaliare K.Kennedy con il suo accento ispanico e convincerla a farsi fare dei piani sequenza spaziali della madonna.