Recensione del documentario sui designer dei film di mostri più famosi, dai pratical effects agli speciale effects.
di Matteo Berta
Il documentario è di produzione francese ed uscì con il nome originale di Le complexe de Frankenstein arrivò in italia distribuito da Sky l’anno scorso con il nome di “Amabili Mostri”. Il prodotto è di alta qualità e il titolo fa riferimento al fenomeno della Sindrome di Frankestein, ovvero quando una scoperta supera i limiti previsti o sperati dello stesso scopritore o creatore, e le invenzioni trattate nel film fanno proprio questo, dalla serie innumerevole di puppet all’utilizzo straordinario del passo-uno fino alla rivoluzione del 1993 con Jurassic Park e l’inizio del dominio incontrastato della CGI.
Il film è super interessante, le testimonianze sono autorevoli, da Del Toro a Backer, ma si ha comunque la sensazione che manchi un vero guest, anche se tutta la parte dei Phil Tippett domina e riempie il film da solo. Commovente l’aneddoto di Phil in riferimento al suo “declassamento” nella produzione di Jurassic Park. Non so se tutti sanno che, inizialmente, Spielberg aveva previsto di realizzare gli effetti speciali del celebre film del 1993, utilizzando la tecnica dello stop motion, come si era fatto fino a quel momento per diverse produzioni simili. Quando il regista di Cincinnati si rese conto che aveva tra le mani una bomba di tecnologia innovativa differente, comunicò a Tippet che il suo apporto non sarebbe più servito (in termini di stop motion) ma comunque lo coinvolse nel progetto come Dinosaur Supervisor. Phil si rese conto che il suo lavoro, di li a poco, sarebbe cambiato radicalmente e gli venne un febbrone che durò una settimana!
Il documentario racconta le mutazioni della carriera di questi grandi creatori che hanno bucato gli schermi attraverso la creazione delle loro creature divenute iconiche. Le Complexe du Frankenstein è un viaggio suggestivo che ripercorre la genesi di molti dei mostri più famosi del cinema. Una produzione del genere ci insegna molto, ma soprattutto ci fa capire come alcune tecniche artigianali vadano preservate e che, spesso i pratical effects, fanno ancora la differenza. Basti pensare agli innsesti prostetici della nuova trilogia di Star Wars e al grande ritorno degli animatronics nella saga di Jurassic World.
Tutti gli appassionati di mostri, come il nostro gentile lettore mostrifero, non devono perdere l’occasione di vedere questo film, riempirà il vostro feticismo da magia mostruosa effettistica e vi farà scoprire tante belle informazioni con cui bullarsi con gli amici cinefili.
La magia di creare i mostri nasce assieme al cinema stesso, dall’utilizzo di iguane per fingere dinosauri alle prime tecniche di “stop motion” e “compositing” arcaico, oggi si fa un salto e si arriva al MO.CAP e al digitale rifinito al millimetro di millimetro.