THE REVENANT

THE REVENANT. Recensione Spoiler di Matteo Berta

Si costruisce uno dei film più votati alla verosimiglianza descrittiva e narrativa e nello stesso tempo si manda il tutto alle ortiche mettendo in bocca a DiCaprio allo stato brado una battuta (su due in tutta la pellicola) che diventerà sicuramente l’icona tra gli spiegoni : “Tom Hardy ha ucciso mio figlio”. Inarritu ti ho adorato finché ho potuto, ti ho lodato finché non hai deciso di pompare di steroidi la tua logica che risultava molto attraente quando si presentava ben circoscritta e soprattutto essenzialmente giustificata. Limitante è ingrato sarebbe il connotare le sue due ultime opere al solo esercizio di stile, ma quanto è vero che la coperta è troppo corta, ha deciso di puntare il tutto su ciò che la gente non si aspetta di vedere più che sul ciò che veramente ci vuole raccontare. Mi rifiuto di pensare che abbia voluto mostrarci un redivit…redivis..redivivo che cammina da A a B e una volta raggiunto il B, guarda in camera e cade nel più classico dei finali in stile “non sapevo come concludere tutto questo gran minestrone”. Ovviamente si possono trovare migliaia di giustificazioni “…Ma va, alla fine il protagonista guarda l’occhio nascosto che lo ha seguito per tutta la narrazione” oppure “…Ignorante! Non capisci che sta guardando te e vuole che tu ti svegli dall’assopimento apparente della ricezione di una storia che nasconde molto di più…” Ok, ci sta… ma a me non mi è arrivato questo, o se mi è arrivato qualcosa di simile è solamente perché mi sono immaginato di leggere lo script, ma avrei voluto che fosse stato il messaggero stesso a cullarmi in determinati ragionamenti.

Siamo nella generazione da collaborazioni musicali composte da diciotto elementi che portano a due note di cello e poco altro…(Sakamoto, Nicolai e Dessner) una score da vergogna. Un commento musicale decente avrebbe magari potuto avvicinarmi un po’ più allo screen, nei sessantacinque flashback sul tragico passato del protagonista, che invece mi sono apparsi come semplici digressioni e tappabuchi. Leonardo da Oscar?, ma chi li conosce gli astrusi parametri dell’Academy… boh penso di si, nel senso che lo vincerà non che se lo meriti. Prestazione fisica e guida di sopravvivenza, non sono sicuro che mi abbia trasmesso altro. Non mi scandalizzerei se venisse nuovamente surclassato da Eddie Redmayne, che almeno lui è riuscito nell’intendo di trasparire il suo interiore senza pretendere di stupire. Restano delle grandi sequenze di azione, magistralmente diretti senza un vero terzo occhio, ma più per una spettacolarizzazione visiva per la serie “posso quindi vedi!” anche se avrei preferito un “guarda quel che sono”. Ma se le mie parole possono leggermente far capire che non mi è piaciuto il film, sono pronto a rimangiarmi tutto in virtù di una grande fucking scena. L’orso.

Vado a rigiocarmi Assasin’s Creed III.

 

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