BEORN. UNA QUESTIONE DI ALLINEAMENTO

BEORN

UNA QUESTIONE DI ALLINEAMENTO di Giovanni Siclari

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Il Qualcuno di cui vi parlavo, una persona veramente eccezionale. Dovete essere tutti molto educati quando vi presenterò. Vi presenterò gradualmente, a due per volta, penso; e dovete assolutamente stare attenti a non seccarlo o il cielo sa che cosa succederebbe. Può essere spaventoso quando è in collera, sebbene sia molto gentile quando è di buon umore. Però vi avverto che va in collera facilmente 

Con queste parole Gandalf, nel settimo capitolo del libro, fa un velato riferimento al personaggio di Beorn, riassumendone in poche parole anche il temperamento. Il dialogo tra Gandalf,Bilbo e i nani prosegue e finalmente si fa menzione del nome e della sua natura

 Se volete saperne di più, si chiama Beorn. È molto forte ed è un mutatore di pelle  .

Proseguendo con il dialogo e sorvolando sul franintendimento di Bilbo, che scambia quel ” mutatore di pelle ” per pellicciaio, Gandalf arriva al dunque nella maniera più diretta possibile, dissipando ogni dubbio:

E’ un mutatore di pelle. Muta la propria pelle: talvolta è un grosso orso nero, talvolta è unuomo forte dai capelli neri con due grosse braccia e una gran barba .

 

La descrizione dei fatti e dei dialoghi successivi prosegue con toni di grande simpatia e sono molto ricchi di dettagli. Noi di Monster Movie Italia però, preferiamo lasciare ai nostri Lettori il piacere di godersi la lettura de Lo Hobbit, senza anticipare o rivelare fatti e dialoghi presenti nel libro.

In questa sede parleremo allora del Beorn della pellicola di Peter Jackson, interpretato dallo svedese Mikael Persbrandt. Il Beorn della pellicola compare nei primi minuti de Lo Hobbit: la desolazione di Smaug, mentre la compagnia di Thorin Scudodiquercia è braccata da un gruppo di Warg capitanati dall’orco pallido Azog. Quello che possiamo vedere è un orso di proporzioni esagerate, somigliante al purtroppo estinto orso delle delle caverne sia per la stazza che per il caratteristico muso schiacciato, rivolto contro i mannari di Gundabad per intimidirli.

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Fin qui sembrerebbe che siano solo gli orchi ad avere un  bell’orso da pelare, ma Beorn si rivela tutt’altro che un personaggio facilmente identificabile con un allineamento buono (per me resterà sempre un caotico neutrale) dato che non si risparmia a inseguire con ferino accanimento anche il gruppo di Thorin, fino a che questi non riescono a rifugiarsi proprio nella casa del mutatore di pelle.

Cosa possiamo dedurre dunque da tutto questo? Sicuramente il Beorn ferale è un guardiano, preservatore delle terre che lui reputa il suo territorio e non esita a  scagliarsi contro chiunque tenti di minacciarle, siano essi malvagi o eroi. Qui emerge il vero istinto bestiale che fa di Beorn un caotico neutrale: egli è imprevedibile, agisce per conto suo, pensando solo a se stesso senza essere mosso da scopi positivi o negativi, in poche parole è uno spirito libero.

La situazione cambia quando, il mattino seguente, la compagnia di Thorin si risveglia ancora intera nella casa di Beorn, tra ronzii di api molto grandi, pony e qualche capra. A questo punto della pellicola segue una scena molto divertente, ricca di una comicità vecchio stampo, presente solo nella versione estesa: Gandalf e Bilbo si presentano ad un Beorn in forma umana che sta spaccando la legna con una scure alta quanto lui (le premesse non sembrano delle migliori). Mentre Gandalf ringrazia Beorn dell’ospitalità, dalla casa escono coppie di nani (tranne Bombur che esce da solo perché vale per due) che mettono a dura prova la pazienza di Beorn, ma che alla fine decide di  offrire loro la colazione.

Beorn_3-cb218526.jpgCi troviamo di fronte ad un Beorn diverso, di aspetto e di comportamento umano ma sicuramente sempre riottoso a prendere una posizione: lui non è dichiaratamente un amico o un nemico, i nani non gli piacciano perché sono avidi e non curanti delle forme di vita più umili…però gli orchi li odia di più. Basta quest’affermazione a rendere il nostro amico peloso un personaggio buono? Secondo me è troppo poco anche se dimostra una maggiore apertura nei confronti dei nani (tanto che noleggia loro i suoi pony) e passa delle informazioni molto importanti a Gandalf, che si rivelano decisive nella trama più ampia che fa da sfondo all’impresa di Erebor: i morti ritornano in vita attratti dal potere del Negromante di Dol Guldur.

Forse qui si può intravedere il momento in cui Beorn prende coscienza di quello che significa e comporterà l’impresa di Erebor, sia nei tempi immediati che in quelli futuri: è necessario prendere una posizione visto che il mondo sta cambiando e prima o poi bisognerà farci i conti (ricorda molto la posizione degli Ent).

Non sappiamo cosa accada successivamente e cosa lo spinga definitivamente a prendere una posizione che lo vedrà dalla parte dei buoni. Quel che possiamo chiaramente vedere ne Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate (e che ha gasato da morire il sottoscritto) è un mutapelle che si lancia da un’aquila a mo’ di bomba sganciata, per poi mutare forma in quella del ferale orso gigante e prendere parte alla battaglia, scatenando tutto se stesso contro l’armata di orchi di Azog.

Beorn è dunque un personaggio che si evolve, non in un senso verticale (lui non si eleva come potrebbe fare un Gandalf) ma in senso orizzontale, decidendo di mettere al servizio di una causa più grande (uscendo quindi dall’isolamento) la sua duplice natura.

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