The Great Wall: I cinesi conquistano Hollywood.

di Matteo Berta

Un anno fa vi avevo parlato dell’acquisizione da parte di Wanda Group (propietaria di Infront e di molte quote della società di calcio Atletico Madrid) della famosa casa di produzione statunitense Legendary Pictures.

WANDA PIGLIA LEGENDARY. Analisi storica, sociale e culturale dell’impatto orientale ad Hollywood.

“L’11 gennaio 2016, la Legendary Pictures  ha ceduto le quote di maggioranza del pacchetto azionario a Wanda Group per una cifra che si aggira attorno ai $3,5 miliardi. La società, di fatto, è passata da essere in forte collaborazione con la Warner Bros (inizi anni duemila) prima e con la Universal poi, per infine arrivare ad una gestione quasi totale dalle nuove potenze orientali.” QUI L’ARTICOLO COMPLETO

great-wall-monster-movie-review-hot-madd-damon-recensione

La nuova proprietà Legendary si è presentata al mondo cinematografico con un “colossal autoreferenziale”. The Great Wall è un ambizioso prodotto filmico che ha lo scopo di rivelare i muscoli delle nuove realtà cinesi che stanno lentamente conquistando lo spettacolo e lo sport occidentale. In sostanza (come suggerisce il collega Alessandro) è una sorta di attacco al fosso di Helm con i mostri al posto degli orchi, tutto questo nelle mani di Zhang Yimou, considerato uno dei più importanti cineasti orientali. Parliamo di una dicotomia tra uno strapotere culturale entrante e una base solida di americanata, una commistione di tecniche e tematiche appartenenti letteralmente a due continenti diversi. Matt Damon funge da ambasciatore dello stile hollywoodiano, ma fatica a destreggiarsi in una storia che non sembra appartenergli più di tanto, per usare una metafora calcistica “Lavezzi potrà anche essere un forte calciatore ma se lo ricopri d’oro e lo mandi all’est, finirà per non segnare nemmeno un gol e divertirsi a punzecchiare un bambino grasso”.

Per non parlare di un Dafoe ridicolo che molto probabilmente si trova in quel film perché ha sbagliato set. I mostri sono fatti abbastanza bene, certo i graphic designer non sono da considerare dei luminari fantasiosi, ma almeno sono riusciti a dare una caratterizzazione a quei cani verdi con gli occhi sulle spalle. Parliamo di bestie abbastanza intelligenti che fanno riferimento alla loro “regina” che ne trae nutrimento dalla loro caccia e li ripaga grazie ad una generazione di altri “soldati” (dovrebbe essere un concetto semplice e innovativo, ma lo sceneggiatore sembra solamente aver visto troppe volte Indipendence Day).

the-great-wall-green-monster-monster-movie-hot-horror-scene

Chi segue le mie recensioni sa che non amo parlare della trama, siccome sono dell’idea che un articolo critico serva per consigliare, sconsigliare o invogliare uno spettatore che non ha bisogno di spoiler ma di consigli, infatti anche in questo caso mi limiterò ad una telegrafica sinossi. La muraglia cinese esiste per tenere lontane delle bestie. Plot lineare senza eccessive sotto-trame o sviluppi secondari.

zhang_yimouthe-great-wall

Direttamente da Game of Thrones, oltre all’attore Jose Pedro Balmaceda Pascal, abbiamo il compositore, ahimè un altro dipendente della Remote Control ovvero l’impronunciabile Ramin DjawadiIl musicista elabora delle traccie nel suo stile epico-casinista, pezzi in stile immediate music adattandosi anche lui allo stile culturale del film. Nulla di trascendentale, ricalca le scene, gasa dove deve gasare, ma non arriva per nulla alla sufficienza.

Esperienza estetica spettacolare

the-great-wall-queen-experience

Un bel biglietto da visita dei cinesi, un buon prodotto…un buon film.

The Great Wall: The Art of the Film

art-of-the-film-great-wall-monster-moviel

 

 

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.