di Matteo Berta
Uno sbarbatello Spielberg viene contattato da una collaboratrice che gli mostra un racconto pubblicato su Playboy e così ha inizio la straordinaria carriera del regista di Cincinnati.
Spielberg viene carpito da questa storia, da questa semplice situazione: “Da un semplice bisticcio automobilistico si precipita nella Jungla, una caccia al topo stradale” ecco come definì lui stesso il messaggio di Duel. Ai tempi il giovane regista non poteva vantare di forza contrattuale ne curriculum di spessore, era solamente un giovine che aveva accesso agli studios e che per qualche strana raccomandazione gli fu permesso di dirigere un episodio della serie Colombo. Dopo una serie di “tira e molla” riuscì ad ottenere il permesso dall’ABC per dirigere quello che sarebbe stato il suo primo grande successo.
I limiti produttivi si percepiscono benissimo, dalle sequenze montate con approssimazione ad alcuni shot non precisissimi, ma era impossibile pretendere di più da una produzione costata poche migliaia di dollari e soprattutto durata tredici giorni, con queste limitazioni mi sento di dire che Steven fece un miracolo.
Duel è da considerarsi come il prologo del film che lo portò al successo internazionale due anni successivi, a quel film che noi appassionati di mostri ci fa emozionare tutte le volte e lo consideriamo come esempio perfetto per le nostre battaglie. Il lungo chase sembra proprio lasciare il solco per l’arrivo di Jaws, le sequenze ansiogene e la situazione scarna e lineare di fondo rende Duel un mix tra un western di Sergio Leone e un thriller di Hitchcock. La tensione emotiva del protagonista è diretta alla perfezione e la suspense creata è degna dei maestri sopracitati.
Un automobilista si imbatte in una cisterna monster e in pochi istanti ci troviamo al’interno di un survival movie, non vediamo mai lo scellerato guidatore del cammion killer e infatti, proprio come per grande parte de Lo Squalo, la paura che proviamo è viscerale perché non riusciamo a “capire” chi sia il nostro nemico e quindi identifichiamo come villain la cisterna, come se fosse essa stessa dotata di personalità, come se fosse appunto un mostro.
Duel è un capolavoro nel senso più stretto del termine, lo vedano.