di Matteo Berta
Il fatto che Spielberg figuri tra i produttori non è necessariamente un sintomo di qualità, ricordiamo che il nostro amato Steven produce decine di lavori l’anno e che oramai la veste da regista se la mette solo nel tempo libero (quella da autore con la A maiuscola forse è da qualche tempo che si impolvera nell’armadio).
Terra Nova (esatto, come la razza del cane, solo con uno spazio) è una serie che come dice il titolo, narra le vicende che si sviluppano all’interno di una “terra nuova” che alla fine non è così una novità dal momento che parliamo di un’ambientazione di 65 milioni di anni fa.
Non rimaniamo ancorati al racconto della trama, se avrete voglia di darle una possibilità, la serie la potete benissimo recuperare online o integralmente sulla piattaforma Netflix. L’aspetto interessante del prodotto è proprio la strategia comunicativa che attua, sembra un teen-drama preistorico tinto con cosmetici da soap, mischiato in un citazionismo tra i più disparati: possiamo trovare elementi alla Stargate fino alla più banale similitudine con la saga di Jurassic Park.
Gli effetti speciali sono piacevoli, un po’ pacchiani dettati dal budget televisivo (anche se imponente per una produzione non cinematografica), ma ricalcano la commistione preferita da Spielberg, ovvero l’unione di digitale per i totali e l’azione e pratical effects per per i close-up.
Il tamarro Brian Tyler compone le musiche e il suo lavoro non è affatto male, pur venendo dalla scuola Zimmer, non si limita a ricalcare le sequenze in modo emotivo immediato, ma ricerca sonorità e strutture che ci possano aiutare ad immedesimarci in quella storia che vive a cavallo di epoche e ambientazioni agli antipodi.
Curiosissimi i vari accostamenti visivi che potremmo fare tra questa serie e il film Jurassic World. La somiglianza dei mezzi di trasporto e gli edifici di Terra Nova tra i due prodotti è imbarazzante, in alcuni casi se pigliassimo un estabilshing shot a caso tra i due lavori, faremmo fatica a collocarli nella produzione corretta, in questo caso la colpa sarebbe del prestanome Trevorrow, essendo arrivato dopo.
La seria costò 14 milioni di dollari e fu girata interamente in Australia, negli USA fu abbastanza seguita, in italia batté alcuni record, ma questi numeri non impressionarono la FOX che decise di chiudere i battenti e non rinnovarla per una seconda stagione. Se avete intenzione di vederla, dovete partire con il presupposto di rimanere “inconclusi” nel caso vi trovaste di fronte a degli interrogativi lasciati in sospeso.