THE WAR – Il Pianeta delle Scimmie: Ape-ocalypse Now chiude la trilogia

di Cristiano Bolla

LE SCIMMIEEE!

Inizio così, perché le scimmie sono il principio e la fine di qualsiasi cosa si possa dire sulla saga de Il Pianeta delle Scimmie. L’unica, personalmente, in grado di darmi ancora un hype assurdo, di farmi sentire davvero l’attesa e la voglia di sedermi in sala. Sarà la storia cinematografica lunga oltre 50 anni, sarà il tema, oppure il fatto che esemplifica al massimo l’espressione “mi è salita la scimmia dell’hype”.

articolo-11117

Con War for the Planet of the Apes (in italiano The War – Il Pianeta delle Scimmie) il conto sale a nove. Tante sono le pellicole e trasposizioni del romanzo di Pierre Bouelle datato 1963, cui hanno fatto seguito i cinque film della saga originale (1968-1973) e dell’orripilante versione di Tim Burton del 2001, tra i suoi peggiori lavori. Nel 2011, poi, il reboot della saga nell’epoca post-Avatar e della CGI miracolosa in grado di riuscire laddove nel passato la possibilità di entrare in completo contatto con i protagonisti scimmieschi era un tantino frenata da quanto fossero brutti e malfatti (visti con i nostri occhi, quantomeno). Ecco quindi Rise of the Planet of the Apes (2011) diretto da Rupert Wyatt e Dawn of the Planet of the Apes (2014) per la regia di Matt Reeves, firmatario dell’ultimo capitolo della trilogia, War FOR the Planet of the Apes (occhio al microscopico ma essenziale cambio di preposizione). Piccola chicca: a questa lista va aggiunto Before the Dawn of The Apes, una serie di 3 cortometraggi pubblicati online nel 2014 e che coprono gli anni che passano tra il primo e il secondo film. Una sorta di webseries di raccordo, tanto per aggiungere della cross-medialità al pacchetto.

Spread of Simian Flu (Year 1)

Struggling to Survive (Year 5)

Story of a Gun (Year 10)

Chiaramente tutto riparte da dove era finito il capitolo precedente: Cesare è riuscito a sconfiggere Koba, ma gli umani ormai sono sul piede di guerra contro le scimmie, colpevoli prima di aver “diffuso il virus” e poi di aver attaccato le colonie umane di sopravvissuti. Vani i tentativi di pace del leader delle scimmie impersonato da Andy Serkis: due anni dopo il branco di Cesare vive nelle foreste cercando di sfuggire ai soldati umani, costretti alla macchia e alla continua fuga. Drammatiche le perdite subite, tanto che Cesare decide di andare personalmente contro il Colonnello (Woody Harrelson).

Apes

Rispetto ai primi due capitoli, War for the Planet of the Apes ne mantiene alcune caratteristiche base: il focus della storia è ancora su Cesare, ma la linea narrativa umana si sposta da co-protagonista a pura antagonista, senza un James Franco o un Jason Clarke di turno. L’umanizzazione delle scimmie arriva al suo apice e continua a farlo tramite lunghi primi piani su un ricostruzione digitale che imprime pathos ed emozione ad ogni sguardo, in modo parecchio riuscito. Il punto è che nell’intera trilogia la forbice tra scimmia e umano è andata via via stringendosi fino ad assottigliarsi e, per certi casi, invertire pure le lame. Il processo che ha portato Cesare alla fine del suo viaggio parte da lui come cucciolo allevato da James Franco, prosegue con un leader capace ma acerbo e finisce con un film in cui ci si dimentica spesso la sua natura animale, più rispecchiata nell’atteggiamento dell’uomo.

dawn-of-the-planet-of-the-apes-motion-capture-

Che è poi un po’ la retorica principe di tutta la saga e del libro di Bouelle, esemplificata dalla battuta finale di Charlton Heston alla fine de Il Pianeta delle Scimmie del 1968:

« Voi uomini l’avete distrutta! Maledetti, maledetti per l’eternità, tutti! »

planet-of-the-apes-ending

E della saga originale è piena di riferimenti tutta questa nuova trilogia: piccoli camei (come il lancio dell’astronave che si vede nel primo film, che porta lo stesso nome di quella originale del 1968) o riproposizioni degli stessi personaggi come lo stesso Cesare (protagonista degli ultimi due film della saga originale) o Nova, nuova protagonista di questo War for The Planet of the Apes ma vecchia conoscenza già dal primissimo film del ‘68 e seguente. Insomma: tradizione e innovazione, il modo giusto per condurre un reboot che però è anche un sequel, visto che tutto quello che è accaduto dal 2011 ad oggi è in realtà il preludo al vero futuristico Pianeta delle Scimmie.

014703d77e6a583d02ce077d5af08a52

Parlando di innovazione, ma anche di puro citazionismo, va detto che questo War for the Planet of the Apes ricalca due generi principali: è un western soprattutto nella prima ora, con Cesare e compagni a cavallo per il Nord America, a caccia del Colonnello contro cui vendicarsi, ne ricalca gli stilemi persino nell’introduzione della scimmia-comica. È anche un war movie che parte citando Full Metal Jacket e poi, una volta arrivati alla base, ecco che inizia la grande festa del citazionismo di Matt Reeves, che prende Apocalypse Now e lo traspone con le scimmie e Woody Harrelson nella parte del Colonnello interpretato da Marlon Brando. Più Kurtz di così, non si poteva farlo: pelata, sguardo assatanato, crociata divina e suicida. Se non bastasse questo, Reeves ce lo mette bene in chiaro con un graffito nelle fogne: APE-OCALYPSE NOW. Grazie, si era capito, ma non pago Reeves l’ha dichiarato più volte:

“The movie starts as a war movie and it becomes kind of a Western and then it unfolds to a grand mystery and then it becomes a real battle of wills between Caesar and the Colonel”

Non è un citazionismo che infastidisce, comunque. Forse denota una mancanza di originalità, forse prendere in prestito altre situazioni e riferimenti era il solo mezzo per comparare la situazione di prigionia e schiavismo delle scimmie con quella umana, richiamando tutti i film sull’Olocausto e la Shoah, mettendoci in quel mood nazista per cui è impossibile non tenere, ancora una volta, la parte delle scimmie. Perchè l’uomo è cattivo e bla bla bla. Retorica già vista ma che scorre non troppo pesantemente.

War-for-the-Planet-of-the-Apes-Maurice-Luca-and-Rocket-on-horses

In conclusione: War for the Planet of the Apes non è il miglior film mai realizzato, ma i tre film nel complesso rendono assoluto onore all’intera saga; l’hanno (r)innovata di elementi meta-cinematografici e reso meno stupida e imbarazzante (Burton, parlo con te) tutta la questione delle scimmie umanizzate. I primi piani di Cesare restituiscono qualcosa, i suoi momenti alti sono epici e carichi di pathos e, nel complesso, sono film godibilissimi.

E poi insomma: LE SCIMMIEEE!!!

Il Pianeta delle Scimmie – Bi-Pack (Cofanetto – 2 Blu-Ray)

71HbYEtmMAL._SL1024_

Un commento Aggiungi il tuo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.