Recensione di Back N. Time Grand Prix, il nuovo aggiornamento preistorico di Crash Team Racing Nitro-Fueled.
di Matteo e Francesco Berta
Il remake di CTR sta dominando l’estate videoludica dei gamers stimolando di cattiveria il sentimento nostalgico dei vecchi videogiocatori e facendo riscoprire lo snervante genere arcade in voga qualche decade fa. Ciò che ha reso ancor più eccitanti le numerose sfide all’ultimo power-up sono stati gli aggiornamenti del videogioco attraverso la modalità Gran Prix. Il Gran premio consiste in una sorta di “barra dell’energia” alimentata a punti guadagnabili nelle varie sezioni del gioco, riuscendo a bilanciare l’esperienza in singolo con quella del multiplayer online, garantendo trofei e premi in diversi step.
Il secondo Grand Prix va a stimolare la nostra parte mostrifera più epidermica, infatti è dedicato interamente ad un tuffo nel passato, più precisamente ad un ritorno alla preistoria con ricchi dinosauri e cotillon.
Questo aggiornamento ha regalato ai videogiocatori la nuova mappa, ovvero il Parco Giochi Preistorico (Prehistoric Playground) e l’introduzione di nuovi personaggi sbloccabili e giocabili di stampo “infantile”: Baby T. (Cucciolo di T-Rex), Baby Coco e Baby Crash. Inoltre questa patch ha introdotto la logica delle microtransazioni, più informazioni in questo articolo di Movieplayer.it.
Concentrandoci sulla nuova mappa, Prehistoric Playground, possiamo dire che il contesto preistorico assomiglia alla mappa Tyrannosaurus Wrecks di Crash Tag Team Racing del 2005, e possiamo assistere alla presenza assidua di Fake Crash (Finto Crash) il personaggio nato dopo uno spot giapponese nella promozione di Crash Bandicoot 2. In questa mappa abbastanza lineare, priva di sezioni ostiche in stile Miniere Drago, possiamo goderci delle ambientazioni fantastiche fatte di sauri dentoni (in particolare pterodattili e triceratopi) e geyser apparentemente dannosi ma che si rivelano fedeli alleati.
La mappa offre diverse biforcazioni in cui il giocatore dovrà scegliere in poche parole tra velocità e casse. Le ambientazioni variano a seconda anche delle scelte, infatti vi è anche la possibilità di passare sotto le zampone di un brontosauro. Ma l’elemento di sfondo più suggestivo è rappresentato dal nido di un pollone/dinosaurone sul termine della mappa, inizialmente, nel primo giro vediamo solamente il nido vuoto, poi nei giri successivi ci appare il cucciolone incazzoso.
Vi sono due scorciatoie nel percorso. La prima la potete trovare all’inizio della mappa raggiungendo un pendio sulla destra, dopo essere passati sotto un arco di roccia, mentre la seconda consiste nell’andare a sinistra del Pollo-Rex e atterrare su delle ossa giganti.
Alcuni suggerimenti, dal nostro top-player Francesco:
La mappa è fantastica, forse troppo ampia in alcune sezioni rispetto a quello a cui siamo stati abituati fino ad ora (soprattutto la grande area centrale) ma comunque una gioia per gli occhi e per la ragione sopracitata, un vero e proprio stimolo al cercarsi un percorso proprio all’interno della pista.
Sono contento che finalmente, superate le limitazioni tecniche, cominciamo ad assistere a sperimentazioni che escano dal seminato. Detto ciò, un paio di consigli a caldo per chi si cimentasse in gare online o nelle prove a tempo:
- La prima scorciatoia che incontrerete sulla destra è la più difficile di questa nuova mappa. Se non avete accumulato abbastanza velocità o non avete tenuto da parte un power-up, consiglierei di evitarla. Il pericolo è di cadere a pochi centimetri dalla roccia che cercate di raggiungere.
- Seconda scorciatoia, ovvero il salto sulla sinistra nell’area del pennuto gigante a metà mappa. Salterete su tre ossa, e il mio consiglio è di studiarsi bene il timing, in quando è facile esagerare e finire fra uno spazio e l’altro fra le vertebre giganti. Meglio provarla diverse volte in solitaria prima di cimentarsi in una gara online.
- La sezione finale, prima del grande salto, presenta una salita circolare che ricorda il tanto odiato ponte di legno di Miniere Drago, solamente più largo. Non fatevi ingannare dall’ampiezza della sezione: è facile cadere in un paio di curve strette, soprattutto se state cercando di tagliare il più possibile derapando.