Il Conjuringverse si amplia con un nuovo capitolo della serie madre.
di Manuel Bestetti
I demonologi Edward e Lorraine Warren interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga tornano in un capitolo di The Conjuring ispirato al processo ad Arne Johnson, conosciuto anche come il “processo dell’assassino indemoniato“. Questo viene ricordato per lo più perché ha creato un precedente in America. È stato, infatti, il primo caso giudiziario nel quale la difesa si reggeva su un paletto ben preciso: la possessione demoniaca che aveva spinto l’accusato a uccidere il suo padrone di casa.
Esattamente come i capitoli precedenti, anche questo prodotto punta molto sulla frase “tratto da una storia vera“, esternazione che viene ormai abusata dai film horror del genere, ma che The Conjuring, probabilmente, è l’unica saga che può permettersi davvero di scrivere. I due protagonisti, Ed e Lorraine, sono infatti ispirati a due persone che sono esistite realmente. Certo, da qui a dire che tutto ciò che vediamo nel film sia accaduto realmente ce ne passa, ma è sicuramente vero che i coniugi Warren sono esistiti e che hanno detto la loro sulla presunta possessione di Arne Johnson nel lontano 1981. Per un quadro più ampio su chi fossero davvero vi rimandiamo a questo video di Massimo Polidoro, nel quale viene spiegata la vera origine di Annabelle, il demone più famoso del Conjuringverse.
Nonostante sia conosciuta come la saga di James Wan, il regista malese ha deciso di lasciare la regia del terzo capitolo a Michael Chaves, già regista di un altro film legato al Conjuringverse, ovvero La Llorona – Le lacrime del male. Chaves si è così trovato in mano un film molto atteso e complicato da gestire, e può dire di essersela cavata egregiamente. È riuscito a distaccarsi dallo stile di Wan “citandolo” qualche volta ma rimanendo su binari più elementari. La differenza registica si vede, ma non è un male: l’orrore e la paura vengono veicolate bene e non fa troppo rimpiangere l’altro ben più esperto regista.
Un universo cinematografico basato su presenze sovrannaturali sulla carta non sembra avere molte carte da giocare e, arrivato al terzo capitolo (ottavo film, se contiamo anche gli spin-off), la paura che la saga inizi ad arrancare è dietro l’angolo. Fortunatamente, Per ordine del Diavolo è un buon esempio di film horror pop ben gestito. Non è esente da difetti (uno su tutti le motivazioni che spingono certi personaggi a compiere determinate scelte) ma rimane un ottimo prodotto di intrattenimento che non annoia lo spettatore.
Se avete apprezzato l’intera saga e, soprattutto, la amate per i suoi protagonisti e per le loro macabre avventure, allora questo terzo capitolo fa senza dubbio per voi. Se cercate l’autorialità dei primi due capitoli probabilmente rimarrete delusi: non è quello che Wan, Chaves e la Warner Bros. avevano in mente e il film lo urla ovunque. È un terzo capitolo che continua un universo che, fino a ora, ha fatto ben incassare e che porta sempre gente al cinema, un film che in questo periodo fa bene a un mondo cinematografico sofferente e in cerca di riscatto. Esattamente come i Warren affrontano un nemico anomalo per loro, anche lo spettatore si troverà davanti un film meno impegnato e più “pop”, qualcosa di totalmente diverso da quello al quale James Wan lo aveva abituato. Per qualcuno potrà essere un male ma una saga, alla fine, deve evolvere per poter andare avanti. Vedremo se questa evoluzione darà loro ragione.
Avevo letto male e pensavo fosse il bestiario dei demoni del film 🤣🤣🤣