ANOMALISA.
Una recensione di Matteo Berta.
L’anomalia dell’unicità in una globalità assordante, perché questo film si basa sulle sensazioni sonore che uniscono, dividono e sono rivelatrici. “Animazione per adulti”, che esternazione sbagliata!. La connotazione che lega un prodotto animato ad un target puramente infantile è da abbattere, “Anomalisa” ci prova, forse ci riesce o molto probabilmente è solamente un salto alto ed effimero per dimostrare il proprio esercizio, il provare e riprovare a far vedere qualcosa di più di un messaggio esistenziale.
L’origine e lo sviluppo dell’uomo in società modellate non più sulla natura di noi stessi ma su false relazioni che mascherano lo stesso perenne desiderio di vita, semplice e irraggiungibile. Un film che non aggiunge nulla, ma si fa specchio di realtà, non rivela ne prevede, ma informa noi che già sappiamo. Attendiamo la fine di ogni sequenza con animo inquieto e siamo incuriositi da uno spiegone che non arriverà mai e forse è meglio così. Elegante, suggestivo e da non perdere, ma forse da non rivedere. Carter Burwell da riascoltare, forse non troppo,
è una semplice anomalia…