di Matteo Berta

Quando uscì la notizia dell’inizio della produzione di un monster movie con Anne Hathaway, colei che personalmente giudico come la migliore attrice del momento, tutti noi amanti mostriferi, iniziammo a ben sperare, cominciammo a pensare che finalmente i film di mostri stavano tornando a nobilitarsi come genere. Poi uscì il trailer.

Colossal è una commedia per adulti travestita da teen drama che improvvisamente diventa un disaster movie fatto male. Sembra proprio un lavoro scritto da Jason Reitman, ma senza tutti gli aspetti positivi della sua cinematografia. Un’operazione che non ha senso di esistere se non per l’univo motivo leggermente plausibile, ovvero il voler cavalcare l’onda del “2017 mostruoso” dove sono tornati al cinema i due universi dei mostri più importanti.

La sceneggiatura si sviluppa e articola partendo da presupposti senza senso e procede arrancando senza un vero obbiettivo. Il più importante turning point era già stato spoilerato nel primo trailer, quindi lo spettatore non deve far altro che aspettare per un ora e mezza una sorta di spiegazione a quella ….malattia? ….trovata insulsa? chiamatela come volete, che ha colpito il personaggio della Hathaway: Avatar del mostro.

La colonna sonora si lascia ascoltare, nonostante sia di bassa qualità, essa sembra voler saltellare tra uno stile Remote Control ad un approccio “Elfmaniano”.

Alla fine percepiamo qualcosa di interessante, ma fondamentalmente ci siamo trovati di fronte a un’ora e mezza di spot sull’alcolismo.