STAR WARS: HAN SOLO – ARRIVA RON HOWARD

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di Alessandro Sivieri

Rogue One ha dimostrato che gli spin-off concepiti dalla Disney, se trattati con un pizzico di competenza e buon senso, possono diventare dei bei film e arricchire l’universo cinematografico di Star Wars. Mentre quest’anno è riservato a The Last Jedi, episodio ufficialmente numerato, il 2018 sarà il momento di Han Solo: A Star Wars Story (presumiamo sia il titolo definitivo), le cui riprese si sono svolte anche in Italia (qui la nostra galleria), e che è stato diretto in gran parte dalla coppia Phil Lord e Chris Miller. In gran parte perché sono stati appena licenziati, con loro forte disappunto. Si sa che la Disney ama mantenere un controllo produttivo molto serrato sulle sue opere, preferendo degli yes men a registi più indipendenti, con una forte vena autoriale. Basti pensare a come hanno “rotto” Joss Whedon, ora passato alla DC, o a come hanno silurato Edgar Wright per Ant-Man, pur accreditandogli parte della sceneggiatura. Gli scettici affermeranno che invece a Rian Johnson, regista di Episode VIII, è stata lasciata molta libertà durante la fase di scrittura, ma dobbiamo ancora verificare se si tratta di paraculaggine o di un effettivo cambio di rotta. Intanto dobbiamo chiederci: perché Lord e Miller sono stati scaricati? Come si comporterà Ron Howard, il veterano subentrato alla regia?

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Si dice innanzitutto che i registi uscenti abbiano litigato con Lawrence Kasdan, sceneggiatore de L’impero colpisce ancora, Il ritorno dello Jedi e Il risveglio della Forza. Le divergenze riguardano il tono del film e la figura di Han Solo, che qui verrà rischiosamente interpretato, in versione più giovane, da Alden Ehrenreich. Solo è un fuorilegge, un personaggio egoista e sarcastico, ma sembra che la coppia di autori abbia voluto spingere in modo testardo sul lato comico della storia. E se pensiamo che i prodotti Disney (specialmente quelli Marvel) traboccano di battute e siparietti, viene da chiedersi quanto si siano spinti oltre Lord e Miller, che hanno all’attivo The Lego Movie, 21 Jump Street e Piovono Polpette. Sono autori da commedia, quindi perché lamentarsene? Possibile che produttori siano caduti dal pero quando la lavorazione del film è praticamente conclusa? Stava per diventare uno spin-off troppo demenziale? Se così fosse, la sostituzione del più serioso Howard potrebbe sistemare le cose, anche se resta da vedere la quantità di girato che verrà mantenuta. Si sa già che la Disney, per proteggere le proprie creature, non bada a spese, specie se ci sono riprese aggiuntive all’orizzonte.

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Il termine “lascio per divergenze creative” è molto diplomatico e viene usato frequentemente a Hollywood, ma pare che questa volta ben si adatti al contesto. Addio Phil e Chris. A darvi il cambio arriva un nome d’eccellenza. Il prescelto per metterci una pezza è infatti un autore con una solida carriera alle spalle, e vogliamo sapere in che misura dovrà intervenire sul materiale preesistente. Una cosa è certa: fare tabula rasa a riprese quasi terminate non fa bene al film, che rischia di diventare un prodotto poco coeso a livello concettuale e narrativo. In caso di flop ci saranno più schieramenti, come per la vicenda Zack Snyder/Joss Whedon, registi di Justice League: se questo episodio andrà male verrà data la colpa a Lord e Miller, se avrà successo Howard verrà visto come un salvatore. Ma potrebbe anche essere il contrario. Siamo felici della new entry, ma un licenziamento così repentino si è visto poche volte in una produzione mainstream. Possibile che quei due ragazzi si siano comportati così male, tipo un Josh Trank sotto steroidi? O ai vertici Disney sniffano colla?

RON HOWARD

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