Alla scoperta dei paratesti che anticipano il piatto forte.
di Alessandro Sivieri
Ottobre è sempre più vicino e abbiamo speso fiumi di parole sul seguito del cult Blade Runner, con il ritorno di Ridley Scott e Hampton Fancher in produzione, mentre la regia è affidata a Denis Villeneuve, che già con Sicario e Arrival ha imposto il proprio marchio di fabbrica. In veste di protagonista abbiamo Ryan Gosling, nel ruolo che fu di Harrison Ford, ovvero un cacciatore di Replicanti.
Azzeccata la scelta di Gosling per impersonare uno sbirro di poche parole. In definitiva i segnali per questo sequel sono molto positivi e la campagna marketing sta facendo fuoco a volontà. Oltre ai trailer sono stati rilasciati tre corti che riempiono parzialmente il vuoto temporale tra il primo e il secondo film, dove figurano alcuni personaggi che ritroveremo in 2049. I primi due sono diretti da Luke Scott (esatto, il figlio di Ridley), mentre il terzo, realizzato in stile anime, può contare su Shinichiro Watanabe, autore del celebre Cowboy Bebop. Questi tre lavori costituiscono un succoso antipasto per chi è ansioso di riassaporare la Los Angeles futuristica e decadente del primo film, quella fatta di scenari industriali e strade battute dalla pioggia. Andiamo dunque ad analizzarli per capire quale impianto narrativo potrebbe seguire Villeneuve.
2036: NEXUS DAWN
Il figlio d’arte di Scott ci presenta il primo corto, ambientato qualche anno prima del lavoro di Villeneuve, dove alcuni magistrati chiamano a testimoniare lo scienziato Niander Wallace, il personaggio non vedente di Jared Leto. È ben nota l’abilità del cantante nel calarsi in ruoli carismatici (anche se il suo Joker ha fatto discutere), e in questo caso diventa un creatore di androidi con barba da hipster e manie di grandezza. Apprendiamo del Black Out, una crisi energetica globale avvenuta nel 2022, che ha portato alla proibizione dei Replicanti. Wallace, che se ne infischia delle regole e che ha fatto del progresso la sua religione, fa uscire allo scoperto la sua nuova creatura: il Nexus 9, erede dei Nexus 6, un “lavoro in pelle” più efficiente e obbediente, disposto a sacrificarsi per il padrone. Tramite questa breve ma intensa scena scopriamo due cosette: l’utilizzo dei Replicanti come servi e lavoratori è un tema scottante, e Wallace, nonostante l’aura da filantropo, è una persona spietata e senza scrupoli. La figura di questo presunto villain si fa sempre più intrigante.
2048: NOWHERE TO RUN
Il secondo corto, realizzato sempre da Scott figlio, ci getta nei vicoli malfamati di Los Angeles insieme a Sapper Morton, il personaggio di Dave Bautista. L’ex-wrestler si è fatto largo a Hollywood e l’abbiamo già visto nelle fila dei Guardiani della Galassia. Il gigante si cala nei panni di un Replicante clandestino, per la precisione un Nexus 8, creato per avere un ciclo vitale più esteso rispetto ai vecchi Nexus 6. Sapper campa di espedienti e tenta di mantenere un basso profilo, pena la cattura da parte delle forze dell’ordine e la probabile eliminazione. Non si fa problemi ad aiutare gli amici in difficoltà, ed è proprio quando uccide alcuni delinquenti per salvare una ragazzina che finisce per farsi individuare. La sua forza fisica, infatti, lo qualifica come non-umano, ed è costretto a defilarsi. Sarà interessante vedere quale ruolo avrà nella storia e come interagirà con il personaggio di Gosling, essendo un modello obsoleto che ha vissuto gli eventi del Black Out. È stato bello ritrovarsi nelle strade un tempo percorse da Rick Deckard, tra luci al neon e tizi poco raccomandabili.
BLACKOUT 2022
Il piatto più saporito della casa, il prequel diretto da Watanabe, in un piacevole stile nipponico che ricorda il meglio degli Animatrix. Più lungo e ambizioso rispetto ai lavori di Scott figlio, non ha il sentore di scena tagliata e sprizza atmosfera da tutti i pori. Il tributo stilistico non lesina sulle sequenze action e ci presenta la vita quotidiana dei reietti. Scopriamo che il famigerato Black Out, reo di aver messo in ginocchio la civiltà, è stato orchestrato da una coppia di Replicanti, intenzionati a punire il genere umano per il loro stato di schiavitù. Con l’aiuto di un umano infiltrato nella Tyrell Corporation, i due “lavori in pelle” (una ragazzina e un soldato con il piglio alla Adam Jensen) si trasformano in terroristi e riescono a lanciare la testata EMP, causando una specie di Millennium Bug. 10 minuti molto intensi che introducono riflessioni profonde, alla stregua di quelle del personaggio di Ruger Hauer: la ragazzina che si chiede se esista un Paradiso anche per i Replicanti, e l’ex-soldato che si rende conto di essere solo una marionetta mandata al macello. Gli umani in carne e ossa si sono addirittura organizzati in movimenti suprematisti, bollando tutti i sintetici come scherzi della natura, in particolare i Nexus 8, che hanno la stessa aspettativa di vita di una persona. Supportato dalla musica elettronica di Flying Lotus, questo è un gioiellino che va ben oltre il puro scopo di marketing.
L’uscita del sequel di Villeneuve, definito dal regista stesso come il suo lavoro migliore, è imminente e non ci resta che goderci questi tre corti, sperando che non abbiano fornito al pubblico troppe informazioni. Ci si augura che la portata principale sia saporita quanto l’antipasto (che con Watanabe diventa quasi un’apericena per i sensi).
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