La Ruota delle Meraviglie di Allen Prime

di Matteo Berta

Consigliamo l’ascolto di ” Til kingdom come” dall’album “X &Y “dei Coldplay per la prima parte della lettura articolo.

Quando ci si perde nelle sottigliezze di un momento è inutile cercare rifugio nella solita finzione, di cui si è abituati e ci si trova comodi, ma il danno è fatto e sottrarsi all’inevitabile significa girare intorno come seduti su una giostra, senza mai avvicinarsi, senza mai allontanarsi. Allora subentrano i demoni del passato che aspettano accovacciati ai piedi del letto, dove si è trovato un posto per loro, riposti in quella scatola costruita con l’illusione, con la speranza vana che il sogno possa bastare, che l’ipotetico possa saziare.

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L’Alvy di Io e Annie aveva abitato per qualche tempo sotto le montagne russe di Coney Island, ma molto probabilmente, al tempo erano in bianco e nero. Il capitalismo da cartolina di Woody Allen si è evoluto in una mercificazione da e-commerce definibile con la denominazione di Allen Prime, analogicamente come l’amato Spielberg, nella sua versione 3.0 dove noleggia il suo nome per il blockbuster da una parte e si diverte da solo nella sua cameretta con giochi in scatola politici e patriottici dall’altra, Allen, arrivato alla veneranda età di …di… wikipedia… 1935… 2018 – 1935… 83 anni (cosa? serio?) sembra essere stanco di viaggiare in tutta europa da un assessorato per il territorio all’altro e allora ultimamente cerca di restare nel suo continente assecondando la guerra civile di Amazon nei confronti del colosso Netflix.

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Prima piglia Hannah Montana per Crisis in Six Scene e ora un Jim Belushi in sovrappeso (La pizza Secondo Jim) per questa ruota delle meraviglie. Tralasciando la sfilata della peggiore linea di costumi da bagno di Justin Timberlake, la protagonista assoluta di questa storia è Kate Winslet.

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Ginny non è una strega che goffamente allaccia le scarpe di colui per cui si è presa una cotta, Ginny è madre e moglie che ha trovato una finta stabilità in un uomo che gli da “garanzie”, un figlio aspirante piromane (però gli piace il cinema quindi va bene) e un lavoro per cui è costretta a recitare una parte che si è malamente auto-imposta.

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Consigliamo di proseguire la lettura della seconda parte con l’ascolto di “Bright Star” dall’album “The Last Days of Winter” di Francesco Berta

I traumi di Ginny Weas… Winslet non sono da ricondurre ad un amore perduto durante una titanica crociera ma fanno riferimento ad una vita passata amata che è andata in fumo per degli errori che non vorrebbe ripetere, anche di fronte alle avances di un romantico e dall’outfit discutibile Timberlake. Ginny è insicura e il suo aggrapparsi voracemente alla stabilità conquistata viene inibito da qualche cicchetto e dalla speranza, non del tutto uccisa, di tornare a dar vita a quella parte di se archiviata in qualche scatola.

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L’amante di Ginny vorrebbe scrivere storie, ma nella maggior parte dei casi rimangono arginate nella sua testa e allora recita la parte del bagnino vestito malissimo (si è giusto continuare a ripeterlo) che quando vede concretizzarsi di fronte agli occhi una trama nella sua testa tanto bramata vuole o vorrebbe viverla appieno.

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Gli intrecci successivi non mi interessano, oltre al fatto che potrebbero essere considerati spoiler, essi prendono la piega da Wonder Wheel, metafora delle intere storie delle vite dei protagonisti. Il ciclo delle storie che Woody ci racconta a cadenza annuale sembra interrompersi, come una giostra che ha un piccolo problema elettrico, ma che è pronta a ripartire e a riprendere il suo corso. Solite gioie e nuovi problemi, in un universo che non vuole estinguersi in una crisi famigliare ne in uno psicotico regista che reinventa sempre nuovi alter ego, ma una donna debole ci colpisce nello stomaco e ci fa affezionare, non è la nuova musa in stile Scarlett Johansson o Emma Stone, la Winslet si mostra consumata e la tenerezza subentra nel sentire i suoi attimi di lotta contro l’arresa.

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Ginny recita frammenti di commedie e tragedie passate indossando a fatica i suoi abiti gelosamente conservati, di fronte ad uno specchio che non la consola e un figlio che è stufo di sentirla.

La Ruota delle Meraviglie è una fotografia di Storaro che ricalca l’emotività cromatica dei personaggi , è il monologo pianosequenziato finale di Ginny, è l’intimo desiderio che le cose possano andare bene, anche solamente nelle illusioni dei personaggi… o degli spettatori.

La Ruota Delle Meraviglie (Blu-Ray) 15,99€ Acquista QUI: RUOTA

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