Mostri a Venezia: A Star is Born

di Matteo Berta

Solitamente, quando vuoi alzare il volume, è perché hai bisogno di sentire appieno oppure perché vuoi coprire qualcosa, qualche rumore indesiderato o qualche pensiero di troppo. Il film di Cooper alza il volume e l’inesperienza direttiva sua e i tentennamenti recitativi della Germanotta vengono oscurati, o per meglio dire sovrastati da una dose massiccia di emozioni che ti fa chiudere un occhio o inzupparlo di lacrime.

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A Star is Born va inserito in quel filone di pellicole che vogliono essere meta-intrattenimento, che vogliano parlare del dietro le quinte dello show spesso in contrappunto dello stesso, sulle orme di Crazy Heart e sull’onda di La La Land, il film di Cooper sembra guadagnarsi uno spazio tutto suo, non sfigurando con l’ottimo lavoro di Bridges e Scott Cooper del 2009 (non Bradley) e arrivando, a parer mio, a far impallidire Chazelle insegnandogli che si può raccontare quel tipo di storie d’amore senza per forza estremizzare uno stile o cadere in molti cliché.

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A Star is Born si compone di frasi non dette e dialoghi che forse avrebbero voluto essere setacciati un po’, ma ribadendo il concetto di partenza, i difetti possono essere sparsi a branchi lungo tutta la pellicola ma non si fanno voler male e non ci si sente in dovere di rimarcarli, perché il film è un percorso, un dolce tragitto dove si è cullati nell’oscuro e romantico mondo del protagonista maschile ed elettrizzati ed eccitarti per la crescita di quello femminile e della loro unione, spesso sbagliata, spesso forzata ma in ogni caso bella da vedere, vivere e ascoltare.

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La voce di Lady Gaga è patrimonio dell’umanità e scegliere di incanalarla anche in in questo settore artistico risulta essere un’operazione molto riuscita, perché se il suo tentennamento davanti alla macchina da presa nella performance recitativa può far storcere il naso, quando sale sul palco, metaforicamente o concretamente, da sola o accompagnata da Bradley Cooper diventa ciò per cui è nata, diventa una star. Come nel suo ultimo album Joanne, anche qui la cantante si da una pulita al layout e rinuncia ad ogni tipo di sfarzosità e, come dichiarato in conferenza stampa, il fatto che fosse totalmente al naturale fu anche una richiesta diretta del regista, che come pronuncia anche il personaggio nel film “voleva che il mondo potesse ammirare il suo naso…” .

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Allora Gaga o meglio Ally rimane sola con i suoi “difetti” così come il film, dove l’unico poco perdonabile è quello di aver dedicato spazio secondario a quella che a mio avviso è la migliore canzone (Shallow) e aver chiuso in modo molto emozionante ma con la canzone meno incisiva, seppur funzionante.

Non posso darvi un milione di ragioni per vedere questo film, ma penso che dobbiate semplicemente vederlo per quello che è, per come è nato.

A Star Is Born Soundtrack PRENOTA QUI

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. Austin Dove ha detto:

    bellissimo articolo!!!
    sono stato sorpreso di leggerlo qui e dal titolo sembravi venisse smontato XD

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