Recensione del terzo capitolo della saga di Jumanji.
di Manuel Bestetti
L’idea di proporre un sequel fuori tempo massimo di Jumanji, uscito nel 2017, sembrava già di suo un enorme azzardo, figuriamoci pianificarne addirittura un terzo. Ebbene, la Sony non solo ha fatto centro una volta, ma la seconda ha addirittura migliorato il tiro.
Dopo aver distrutto il gioco nel precedente capitolo, i quattro ragazzi protagonisti vivono spensierati le loro vite, ma Spencer ha recuperato segretamente Jumanji. Durante un momento di debolezza cerca di riparare la console, fallendo. A questo punto i suoi amici torneranno all’interno del gioco per riuscire a tirarlo fuori, scoprendo ben presto che non è una grande idea giocare a un videogioco rotto.
Jumanji 3 – The Next Level tecnicamente è il perfetto sequel: riprende i personaggi visti dell’originale e li rigira, dando loro compiti diversi e facendoli maturare ancora più di quanto non avessero già fatto. Grande importanza è stata data all’interpretazione, perché gli attori sono stati abili nel fingere di essere qualcun altro rispetto al capitolo precedente. Un enorme applauso va anche ai nostri doppiatori: bastava ascoltare le loro voci per capire chi fosse nel corpo di quale avatar.
Il punto focale dell’intero gioco, questa volta, è stata l’azione non-stop. Le scene di inseguimento e di combattimento sono molto più presenti rispetto al primo sequel, e anche se gli effetti visivi in alcuni frangenti sembrano zoppicare, in realtà non creano fastidio: basti pensare che la grafica del gioco non è mai al 100% in quel momento. Una novità è data dall’aggiunta nel cast di nuovi attori, tutti molto bravi e sempre in parte.
Stiamo parlando di un film di intrattenimento che esegue alla perfezione il suo lavoro. La chimica di squadra tra Dwayne Johnson e Kevin Hart è ancora una volta vincente, e il dover interpretare due “vecchietti” come Danny DeVito e Danny Glover crea delle piacevoli situazioni comiche. Per la maggior parte del film, però, il vero leader è Karen Gillan, la quale si dimostra impacciata all’inizio, ma in corso d’opera riesce a prendere in mano l’intera operazione. Sempre in forma Jack Black, il quale continua a essere il comic relief ideale. Un po’ meno in parte la nuova arrivata Awkwafina, ma nulla di trascendentale. Sempre sullo stesso livello invece Nick Jonas: bravo ma poco valorizzato dalla sceneggiatura.
Per concludere, un paio di appunti: torna una caratteristica del gioco molto amata nella versione con Robin Williams, ma che era stata lasciata da parte in quello del 2017. Senza spoilerare, si tratta di un ritorno molto ben accetto. Ancora una volta vengono mostrati solo animali davvero esistenti, niente ragni giganti o piante carnivore… purtroppo. Un piccolo neo in un film che fa discretamente il suo lavoro.
Un consiglio: non andatevene ai titoli di coda. La partita a Jumanji non è ancora terminata!