Origine ed interpretazioni di una delle espressioni di augurio più famose sul territorio italiano.
di Matteo Berta
L’espressione In bocca al lupo! oggi è comunemente interpretabile con la versione scaramantica dell’augurare di trovarsi in una situazione disagiate (tre le fauci del lupo) per poi liberarsene con la morte dell’animale. In realtà l’espressione, in origine, aveva tutt’altro significato e soprattutto si trattava di una delle frasi più dolci che si potessero ricevere.
Nel corso di diverse epoche storiche, l’immaginario popolare ha sempre concepito la figura del lupo come qualcosa di malevolo, si pensi alle più famose storie ove l’animale canino è sempre stato inserito come cattivo, portatore di sventura e capro espiatorio di turno. Si pensi alla favola di Esopo che insegna a non dire bugie o alla celeberrima storia di Cappuccetto rosso, fino ad arriva alla leggenda della Bête du Gévaudan (ne parliamo qui, nel Bestiario di Teen Wolf). La visione medioevale del lupo non si discosta dalla precedenti descritte, ne ha fatto un articolo il nostro Giovanni nella sua rubrica Medioevo Mostruoso (MEDIOEVO MOSTRUOSO: IL LUPO).
La lupa è l’allegoria dell’avarizia, estesa alla cupidigia più sfrenata che non tocca però solo l’ambito economico del denaro ma si rivolge anche all’attaccamento di tutti i beni terreni e tutte le possibili titolature acquisibili.
Nonostante i poveri lupacchiotti si trascinino una tradizione storica maligna, ci sono storie che esaltano l’animo benevolo di questi animali, la più importante è senza dubbio quella legata alla Lupa che ha accudito Romolo e Remo, contribuendo alla nascita della città eterna.
Il significato principe dell’espressione non ha mai messo d’accordo tutti, infatti c’è chi attribuisce all’espressione un valore apotropaico derivante dalla caccia (Accademia della Crusca) mentre altri credono in un’espressione coniata per ragioni benevole. C’è anche da registrare il fatto che, nella tradizione della lingua italiana allegorica, il lupo appare in altri modi di dire, come per esempio: “Avere una fame da lupi” o “Il lupo perde il pelo ma non li vizio“, ecc… sempre legati a una reputazione da evitare. Oltre all’italiano, la figura del lupo appare in altre tradizioni linguistiche, per esempio nell’inglese si può trovare l’espressione: keep the wolf from the door, che significa di aver abbastanza soldi per cavarsela da soli, oppure nella lingua tedesca si ha la corrispettiva nostrana, sopracitata, legata all’ingordigia, ovvero: Hungrig wie en Wolf (affamato come un lupo).
In realtà, sembra che l’espressione In bocca al lupo non stia a rappresentare nulla di maligno. Nelle storie legate ai popoli dei nativi americani, si parla di leggende dove il lupo sarebbe uno tra gli animali con la più alta componente sacrale e che il suo gesto di portare tra le fauci i suoi cuccioli, sia da ricondurre ad un gran senso materno e di protezione. La venerazione dei lupi da parte degli Indiani d’America raggiungeva livelli tali da considerarli addirittura guaritori, infatti ritenevano che attraverso l’osservazione attenta di quegli animali e dei loro comportamenti aiutava a generare un ristoro interiore. Il lupo, per molte di quelle popolazioni, era da considerare un animale benevolo a tutto tondo, infatti esso poteva rappresentare la guida da seguire per capire il mistero della vita.
Alla luce di tutte queste tradizioni, il lupo potrebbe effettivamente essere considerato principalmente come animale maligno, ma in ogni caso, la prossima volta che qualcuno ti augura di trovarti tra le fauci di un lupo, potresti pensare di ringraziarlo.