TOGO – Non è Balto, non è Fox

Recensione del film original di esordio della piattaforma Disney+.

di Matteo Berta

Togo è un film che parla di legami, uno in particolare, quello tra un cane da slitta e il suo padrone, che inizialmente appare in modo distaccato, come se fosse una semplice relazione lavorativa, ma nel prosieguo della storia, diventa molto di più.

Togo scena cani da slitta Disney Plys

Il film è un biopic, nella sua più classica delle forme, con il tipico finale composto da scritte che concludono la storia. Si parla della famosa vicenda della Corsa del siero, conosciuta anche come la Grande Corsa della Misericordia, avvenuta nel 1925. Nella cittadina che si chiama Nome, in Alaska, ci fu una staffetta da parte di una serie di squadre di cani, per poter recuperare medicine in grado di eliminare una rognosa epidemia che infettava, in modo particolare, i bambiniLeonard Seppala è il padrone di Togo ed è responsabile di aver percorso la tratta più lunga della staffetta, ma il mondo ricorda solamente il cane che ha concluso l’impresa, ovvero Balto.

Togo e Leonard storia vera

Il desiderio di raccontare la storia di Togo nasce anche da un sentimento di rivalsa, ma il motore che spinge la produzione non è azionato dal rancore, nessuno vuole cancellare i meriti di Balto, ma in fin dei conti, il desiderio di far passare il vero eroe della storia, è percepibile per tutto il film.

Vecchio cartone di Balto

Williem Dafoe è il vero punto di forza del film: l’attore interpreta Seppala e al termine della visione, si ha proprio l’impressione di aver conosciuto questo straordinario personaggio, come se fosse uno dei nostri più cari amici. Credo che questo sia il complimento più desiderato tra i registi di biopic. Il merito dell’attore sta soprattutto nel rendere credibili le dinamiche di interazione con il cane. Il mix di CGI e di “attori” reali di ogni forma e specie funziona alla grande. Ultimamente la veterana Disney non ha dimostrato di essere tra i top dei gestori di questi connubi. La particolarità più pregnante, tra gli aspetti tecnici, è questa costante presenza di una sfocatura dei contorni dell’immagine, una blur vignette in grado di mantenere il focus sulla parte centrale dei fotogrammi, spesso colmati da primi piani espressivi, oltre che dagli obbiettivi da raggiungere.

Willem Dafoe in Togo

La musica di Mark Isham è abbastanza anonima, nonostante il compositore britannico, in produzioni simili, abbia già dimostrato di poter tirare fuori il meglio di sé. Ricordiamo l’ottima score di Striscia, una Zebra alla Riscossa. Il più grande dispiacere è che l’unico pezzo musicale che ci si ricorda del film è una traccia non sua, ovvero On the Nature of Daylight di Max Richter, spesso utilizzata in diverse produzioni, per via della semplicità nel creare emozioni e per la sua duttilità, ma spesso è sintomo di poco coraggio da parte delle case di produzione perché, come in questo caso, Isham sarebbe stato in grado di realizzare un pezzo simile, se non qualitativamente superiore.

Ora la storia di Togo e Balto è raccontata, ma prima che possa spuntare fuori un nuovo eroe canino di questa vicenda, recuperatevi questi due bellissimi film della Disney.

Togo e Balto sono stati imbalsamati: il primo è attualmente esposto all’Iditarod Trail Headquarters Museum di Wasilla, in Alaska, il secondo si trova presso il Museo di Storia Naturale di Cleveland.

Togo originale imbalsamato
Togo
Balto cane originale imbalsamanto
Balto

Balto è divenuto simbolo della Corsa del Siero e gli è stata dedicata una statua a Central Park di New York.

Statua di Balto a Central Park (New York)

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