BLOODSHOT – La bellezza della sufficienza

Recensione del nuovo Cinecomic con protagonista Vin Diesel.

di Manuel Bestetti

Uscito in America il 13 marzo 2020, Bloodshot è uno di quei film che sarebbero dovuti arrivare in Italia in questo periodo ma che, per cause di forza maggiore, non hanno potuto fare il proprio debutto nei cinema. Ecco perché Sony ha deciso di rilasciarlo direttamente in digitale On-Demand sulle maggiori piattaforme streaming (potete trovarlo qui).

Bloodshot Vin Diesel scena di lotta

“Chiamami Toretto un’altra volta, avanti, provaci!!”

In un mondo pieno di Cinecomic, quest’opera arriva abbastanza in sordina in realtà: dopo Avengers Endgame anche la Marvel ha diminuito i propri film in uscita, concentrandosi di più sulle miniserie per il servizio Disney+. Nonostante questo, il film con Vin Diesel ha debuttato nei cinema americani con un buon risultato, arrivando ai 10 milioni di dollari nel primo weekend di proiezione. L’emergenza sanitaria, però, non gli ha permesso di continuare la sua scalata. Il che è un peccato, visto che il potenziale per essere un piccolo successo lo ha tutto.

Bloodshot scena gore

Una premessa è d’obbligo: Bloodshot non è un capolavoro, neanche se affiancato ai cinecomic. Ce ne sono molti di gran lunga superiori, ma ha qualcosa che lo rende comunque affascinante: una trama che si destruttura trasformandosi in qualcosa di diverso dalle aspettative. Durante la visione ci sono un paio di colpi di scena particolarmente ben pensati e gestiti, che vi faranno rivalutare la pellicola. Ripetiamo: niente di incredibile, anzi, ma sicuramente una buona sorpresa che non delude completamente.

Bloodshot personaggio fumetti

Vin Diesel non riesce a togliersi di dosso il suo “essere Vin Diesel“: se lui non vi ha mai fatto impazzire, state certi che vi darà la stessa sensazione qui. Punto di forza della pellicola è invece Guy Pearce, che interpreta un personaggio sì stereotipato ma alquanto interessante. La sua bravura non è mai stata messa in discussione e qui ne dà ancora una volta prova.

Vin Diesel non riesce a togliersi di dosso il suo “essere Vin Diesel”.

I personaggi di contorno Eiza González, Sam Heughan e Lamorne Morris non aggiungono né tolgono niente: fanno il loro lavoro senza infamia e senza lode, complice anche una scrittura basilare. Discorso a parte per Toby Kebbell: ancora non si capisce come mai non riesca a uscire da questo limbo nel quale sembra essere precipitato. Il suo personaggio sembra intrigante ma, come è già capitato in altri film (Kong: Skull Island su tutti) non viene sviluppato e rimane lì, bloccato in un infinito “what if” di possibilità.

Bloodshot primo piano di Vin Diesel

Vincenzo Gasolio e il collirio perduto.

Il lato tecnico del film ondeggia tra il buono e l’appena sufficiente. Gli effetti del “sangue” sono ricreati molto bene, ed è stato usato con criterio l’effetto Slow-Motion. Il duello finale presenta un paio di scene davvero ben girate, con una computer grafica pressoché perfetta. Certo, sono presenti sequenze mediocri (un inseguimento a metà pellicola pecca di incisività), ma tutto sparisce davanti alla buona resa dell’ultimo atto. La coreografia dei combattimenti “reali” non è delle migliori, ma si è visto di peggio. Non è un modello stilistico né risulta scarso a livello tecnico: si attesta sulla sufficienza, così come tutta la pellicola in generale.

Bloodshot scena del film

In conclusione, Bloodshot si mostra come un innocuo film di Supereroi che va a recuperare un fumetto quasi sconosciuto al grande pubblico (nonostante abbia una storia letteraria che parte addirittura nel 1993) e lo traspone in un normale film che segue le leggi moderne di mercato. Vin Diesel, qui in veste anche di produttore, ha sempre dimostrato un grande orgoglio nell’essere il primo ad aver portato Bloodshot sul grande schermo e il buon risultato al box office nel primo weekend ha di certo influito positivamente sulle possibilità di un sequel. Vedremo se l’emergenza sanitaria attuale porterà a un cambio di piani nonostante gli incassi. Il consiglio è di dargli una possibilità. Se state cercando una lista di attività per passare un’oretta e quaranta in pace, questo prodotto viene ancora prima di “Pulire casa” e “Sistemare la cantina”.

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