Una raccolta dei migliori Monster Heel dell’età d’oro del wrestling.
di Manuel Bestetti
Il Wrestling. Basta questa parola per far tornare in mente tanti ricordi a più generazioni: per chi è cresciuto negli anni 70/80 ci saranno André The Giant, Hulk Hogan e Antonio Inoki, per chi invece è cresciuto negli anni 2000 avremo The Undertaker, John Cena e Rey Mysterio. Questo mondo è come un “universo alternativo” nel quale vari personaggi si affrontano su un ring per le motivazioni più disparate: c’è chi vuole conquistare un titolo, chi vuole vendicarsi di un torto subito o chi vuole dimostrare di essere migliore dell’altro.
Le storie raccontate, quindi, sono molto importanti, esattamente come è importante il “lato” del lottatore: c’è chi combatterà lealmente e chi combatterà slealmente. I “buoni” vengono chiamati Babyface, o semplicemente Face, mentre i “cattivi” vengono chiamati Heel. Proprio di questi ultimi parleremo in questo Bestiario: esiste infatti una tipologia di cattivi chiamata Monster Heel. Questi sono lottatori che usano la loro enorme stazza per sopraffare qualunque avversario, e vengono definiti mostri proprio a causa della stessa. Qui parleremo dei Monster Heel dell’epoca d’oro del mondo del wrestling: la Gimmick Era!
André The Giant
Forse uno dei più conosciuti e iconici lottatori della storia, André The Giant era un perfetto Monster Heel: enorme stazza e possanza, aveva questo fisico a causa di una malattia, la acromegalia. Nella sua carriera ha ricoperto sia il ruolo di Face che quello di Heel, ma è quest’ultimo che lo ha portato a uno dei più importanti e ricordati match della Storia. Grande amico di Hulk Hogan, André un giorno lo tradì per allearsi con Bobby “The Brain” Heenan, uno dei personaggi più loschi del tempo. Heenan fece rivoltare André contro il proprio amico spingendolo a sfidarlo per il titolo: per lanciare la sfida, André strappò la maglia e la croce che Hogan aveva addosso, terminando la loro amicizia “on-screen” e portando a compimento la storia. I due si affrontarono Wrestlemania III e Hogan riuscì a battere André dopo averlo schiantato con una Body Slam. Uno dei momenti storici della disciplina era stato scritto.
Poco dopo André vinse il titolo mondiale strappandolo proprio a Hogan, ma lo vendette subito al “Million Dollar Man” Ted DiBiase. Quello fu l’unico titolo massimo conquistato, ma durante la sua carriera il gigante è stato anche campione di coppia insieme a un altro big man: Haku. André ci lasciò nel 1993, ma è ancora ricordato tanto da avere un match totalmente titolato a se stesso: ogni anno la WWE tiene a Wrestlemania la André The Giant Memorial Battle Royal; questo perché André veniva considerato uno degli specialisti di questa stipulazione, avendone vinte molte negli anni di attività. È stato anche il primo membro ufficiale della WWE Hall Of Fame, istituita proprio in suo onore nel 1993.
Big John Studd
Se si parla di André The Giant, automaticamente non si può non parlare di Big John Studd. I due, nel periodo Face di André, ebbero una grande rivalità che li vide affrontarsi nella prima edizione di Wrestlemania in un Body Slam Match. Studd venne schiantato al tappeto e perse il match, ma quello fu uno dei momenti più importanti della prima edizione dello Showcase Of The Immortals. La rivalità con André crebbe ancora e arrivò al suo culmine in una delle prime Battle Royal della storia: André riuscì a lanciare Studd fuori ring e a vincere la contesa. Studd durante la sua carriera affrontò i più grandi campioni dell’epoca come Hulk Hogan e Ric Flair, senza mai riuscire a strappare loro i titoli. La sua più grande conquista risale al 1989, anno nel quale vinse la prima edizione della Royal Rumble a 30 uomini in PPV. Studd, ora Face, vinse eliminando per ultimo Ted DiBiase. Morì nel 1995 a causa di un’affezione tumorale, e venne inserito nella WWE Hall Of Fame nel 2004.
King Kong Bundy
Alto 193 cm, pesante 212 Kg, Bundy era soprannominato King Kong per un motivo. I commentatori lo chiamavano “il condominio ambulante“, e in effetti le sue dimensioni sembravano proprio quelle. Bundy debuttò nel mondo del wrestling come face, ma ben presto cambiò attitudine divenendo uno dei Monster Heel più temuti del tempo. Era talmente vincente e imponente che spesso chiedeva all’arbitro di effettuare un conto di 5, non di 3, per terminare i propri match. Si scontrò, ovviamente, con gli altri giganti dell’epoca: in coppia con Big John Studd affrontò anche André The Giant. Durante la prima Wrestlemania vinse in 24 secondi un match contro S.D. Jones, detenendo il record di match più corto della manifestazione per ben 24 anni. Grazie a questo dominio, non passò molto prima di vederlo sfidare il campione del mondo Hulk Hogan (sempre lui!) nell’edizione successiva di Wrestlemania. I due si affrontarono in uno Steel Cage Match dal quale, ovviamente, l’Hulkster ne uscì vincitore. Negli anni successivi ebbe altre rivalità, la più importante delle quali fu quella contro The Undertaker. Bundy ci ha lasciati nel 2019 all’età di 63 anni.
Earthquake
Esatto: Terremoto. Questo era il nome da wrestler di John Tenta. Questi, infatti, era solito saltare sul ring, facendolo muovere e simulando quindi il disastro naturale. Debuttò in WWE affrontando Ultimate Warrior nel 1989, ma le sue più famose rivalità furono quelle contro Hulk Hogan e Jake “The Snake” Roberts. Affrontò Hogan a Summerslam 1990, ma l’Immortale riuscì a batterlo sia in quel momento che nei successivi scontri. La sua cattiveria mostrifera si mostrò in tutto il suo splendore nella rivalità contro Jake Roberts: questi era chiamato “The Snake” e portava con sé sul ring un enorme boa chiamato Damien che usava per spaventare gli avversari. Earthquake schiacciò la sacca con all’interno il serpente “uccidendolo” (ovviamente nella sacca non c’era davvero il serpente). Nelle settimane successive Earthquake sfoggiò anche un cappello in pelle di serpente facendo capire di averlo ricavato dal corpo di Damien. Lo scontro decisivo avvenne a UK Rampage dove Earthquake sconfisse Roberts per count-out. Earthquake si alleò quindi con Typhoon creando i Natural Disasters, i quali divennero anche dei beniamini del pubblico. Earthquake passò anche alla rivale della WWE, la WCW, prendendo il nome di Avalanche. Tenta morì a causa di un tumore nel 2006.
Abdullah The Butcher
Se si parla di poca tecnica e tanto sangue, di solito si parla di Abdullah The Butcher. “Il macellaio”, appunto, era solito far sanguinare e sanguinare lui stesso sin dalle prime fasi dell’incontro, portando il tappeto del ring a diventare rosso in pochi minuti. Non è un caso che, proprio a lui, vengano dati i natali dello stile Hardcore (quello più duro, crudo, violento) nel mondo del Wrestling. Le sue battaglie contro e con The Sheik sono diventate leggendarie, tanto da portare Abdullah ad essere una vera e propria Icona Hardcore ancora oggi. Grazie a questa sua particolarità, Abdullah non ha quasi mai vinto titoli mondiali, essendo visto più come una strana personalità piuttosto che come un vero contendente al titolo. Il momento più ricordato della sua carriera è probabilmente quello del debutto in WCW, la federazione rivale della WWE. Qui partecipò al Chamber Of Horrors, un match atipico nel quale per vincere bisognava far sedere l’avversario su una sedia elettrica e far partire la scossa. Viene ancora oggi ricordato come uno dei peggiori match della storia.
One Man Gang
“Una banda di teppisti riuniti in un solo uomo“, è così che Jim Ross descrisse George Gray, dandogli di fatto il nome da battaglia perfetto. One Man Gang è stato un Monster Heel per la maggior parte della sua carriera, grazie ovviamente alle sue enormi dimensioni: 206 cm x 204 kg. Un suo grande rivale è stato Jim Duggan, in un feud che si protrasse per anni nella Universal Wrestling Federation. Qui Gang diventò anche il campione mondiale, mantenendo il titolo per sei mesi. Passò quindi in WWE, nella quale si tolse qualche piccola soddisfazione: fu colui che fece ritirare “Superstar” Billy Graham, fu l’ultimo eliminato nella prima Royal Rumble della Storia (vinta di Jim Duggan) e partecipò alla prima edizione di Survivor Series come membro del team di André The Giant. Poco dopo, però, riscoprì le sue “origini” africane e divenne “The African Dream” Akeem, si alleò con Big Bossman e creò il tag team Twin Towers. I due furono anche uno dei motivi per i quali i Mega Powers, ovvero Randy Savage e Hulk Hogan, litigarono sciogliendo la loro amicizia.
Kamala
Ricordato da molti come il “cannibale dell’Uganda“, Kamala è stato uno dei Monster Heel più famosi dell’era Gimmick. Il suo personaggio venne creato grazie a un articolo del National Geographic Magazine e consisteva nell’essere un indigeno poco abituato alla civiltà, che brutalizzava i suoi avversari nel ring. Accompagnato al ring dal manager Harvey Wippleman, il suo periodo d’oro è sicuramente quello avuto in WWE, nella quale ha affrontato i più grandi Babyface dell’epoca, compresa una rivalità con Hulk Hogan per il titolo mondiale. Hogan batté Kamala, il quale non riuscì mai a vincere la cintura nonostante la loro rivalità lunga tre mesi, dal novembre 1986 al febbraio 1987. Molto ricordato è il programma avuto con Jake The Snake Roberts, nel quale Kamala dimostrò di avere una paura in comune con André The Giant: quella dei serpenti. Combatté anche durante la cosiddetta “New Era”, nella quale affrontò Undertaker e altri esponenti di quel periodo. Oggi Kamala è purtroppo infermo a causa di alcune complicanze dovute al diabete che hanno costretto i medici ad amputargli entrambe le gambe.
Termina qui questo particolare Bestiario dedicato ai Monster Heel più famosi degli anni 70/80. Siamo al lavoro anche su altri Bestiari che riprendano le ere successive: la New Generation, la Attitude, la Ruthless Aggresion e l’era moderna! In più, vi ricordiamo che wrestling e mostri si incontreranno sul grande schermo nel 2021, quando uscirà Rumble, un film animato che parla di scontri tra Kaiju… sul ring!
Ricordatevi di fare un salto sugli altri Bestiari del sito:
Forse i due atleti del wrestling che conosco in questa lista sono André the Giant e King Kong Bundy. Gli altri forse li ho intravisti ma non li conosco per niente.
Qui in Italia la programmazione del wrestling a quei tempi era molto frammentata e caotica (ti basti pensare che molte volte i match non terminavano neanche: venivano stoppati per fare spazio ai programmi successivi, senza neanche annunciarne il vincitore), quindi è normale che, anche se famosi altrove, qui molti siano sconosciuti.