Come NON fare un film di squali

Jaws di Steven Spielberg è stato un grandissimo successo, tanto da arrivare a creare un vero e proprio genere. Perché, allora, la maggior parte dei film sugli squali non hanno avuto lo stesso successo?

di Manuel Bestetti

Lo Squalo, quando uscì nel 1975, fece il botto: 470 milioni di dollari di guadagno a fronte di 8 milioni spesi per il film. Le recensioni furono positive in modo unanime, con Roger Ebert che sul suo sito scrisse: Spielberg lascia lo squalo sotto il tavolo per la maggior parte del film. E molte delle sue manifestazioni nella parte successiva del film sono di seconda mano: non vediamo lo squalo ma gli strascichi delle sue azioni. Il risultato è uno dei thriller più efficaci mai realizzati”. Basterebbe questo per dimostrare quanto Jaws sia un’opera che parla di come i protagonisti rispondano allo squalo stesso: questo è il suo punto di forza. Cosa succede, invece, quando un regista che NON ha il talento di Steven Spielberg decide di lanciarsi nella regia di un monster movie a tema squali?

Megalodon
In foto non sembra così terribile. Dovreste guardare la scena per intero.

Potremmo citare i vari sequel diretti de Lo Squalo, ma fidatevi quando vi diciamo che, a parte quell’effetto 3-D di Jaws 3 (-D, appunto), in confronto a molti altri lavori questi si salvano con un enorme margine. Basti pensare a Shark Attack 3: Megalodon, conosciuto anche come Shark Attack 3: Emergenza Squali o, più semplicemente, Shark. In questo film un guardiano chiamato Ben Carpenter (e interpretato da John Barrowman… che ci fai qui dentro, Capitan Jack Harkness?) scopre dell’esistenza di un Megalodonte ancora vivo e, con l’aiuto di una paleontologa chiamata Cat Stones, riesce a scovarlo e a ucciderlo. Quando sembra tutto finito, uno squalo decisamente più gigantesco fa la sua comparsa, con un effetto che definire speciale è fargli un complimento

Megalodon 2334
Brutto green screen + found footage

Qual è il grande problema di questa pellicola? Praticamente tutto: come abbiamo già detto gli effetti sono terrificanti (utilizzano uno Stock Footage ingrandito per lo squalo) e la storia riprende quasi perfettamente la base di Jaws: le spiagge devono essere chiuse ma chi c’è al potere non vuole perché siamo in alta stagione. Per di più il film si perde anche nelle piccole cose, come quando con una macchina fotografica Cat scatta una foto a un dente che, magicamente, compare sullo schermo già con sfondo bianco, dritto e pronto a essere inviato su un sito di “riconoscimento denti di squalo”. E sì, non è la cosa peggiore che vedrete.

Potremmo citare anche Cruel Jaws del 1995 del nostro Bruno Mattei, Shark Week della Asylum o L’ultimo Squalo di Enzo Castellari, ma continueremmo a ripeterci perché, a parte qualche piccola differenza, tutti questi film hanno sempre gli stessi difetti: trama scontata, personaggi poco simpatici, momenti imbarazzanti e squali visti pochissimo o visti troppo bene per gli effetti utilizzati. Cosa succede, quindi, quando il film di squali diventa anonimo? Beh, lo si fa evolvere. Ecco quindi apparire (sempre grazie a mamma Asylum) la saga del Mega Shark, di cui il più famoso è sicuramente Mega Shark vs Giant Octopus. In questa pellicola vengono liberati dai ghiacci un Megalodonte e un Calamaro Gigante che, durante un combattimento di migliaia di anni fa, sono rimasti congelati. Ovviamente i due mostri creeranno il panico nei mari fino a quando, proprio come consiglierebbe il Dr. Serizawa di Godzilla, non si decide di farli combattere l’uno contro l’altro. Scelte assurde, effetti poco belli e Lorenzo Lamas (!!!) arricchiscono questo famoso Z-Movie che, come già detto, ha anche avuto 3 sequel: Mega Shark vs Crocosaurus, Mega Shark vs Mecha Shark e Mega Shark vs Kolossus.

Mega Shark vs Giant Octopus
Una grande battaglia non renderizzata

“Ma in realtà, guardandolo bene, il Mega Shark non è altro che uno squalo bianco ingigantito, nulla di speciale. Abbiamo bisogno di qualcosa di più”. Questo è ciò che devono aver pensato alla Asylum nel 2012. Ecco quindi arrivare il loro soccorso lo sceneggiatore Thunder Levin con l’idea del secolo: squali all’interno di un tornado: uno SHARKNADO. Ad oggi, il primo film su Rotten Tomatoes ha una percentuale del 78% di recensioni positive da parte della critica, il che è tutto dire. L’incredibile successo che un film del genere ha avuto è dato principalmente dall’assurdità di questa idea: talmente strana da risultare geniale. La saga di Sharknado (sì, SAGA: il franchise conta 6 film e due documentari) è entrata di diritto nella cultura pop e difficilmente ne uscirà. “Volevo essere il prossimo Steven Spielberg. Invece ho scritto Sharknado” dice Levin in un’intervista per Mel Magazine, dimostrando come anche lui riconosca tutti i limiti di un film che è stato creato solo ed esclusivamente per intrattenere.

Sharknado 3
Squali nello spazio?!?!? In Sharknado 3 si può!

Ma quando anche gli squali nei tornado non sono abbastanza? Ecco comparire le idee più bizzarre. Basti pensare a Ghost Shark, film nel quale uno squalo fantasma attacca e uccide le persone uscendo da qualunque fonte d’acqua presente (sì, anche da un bicchiere!). Oppure la saga dello squalo a più teste, dal 2- Headed Shark Attack al 6-Headed Shark Attack, nella quale è anche presente il mitico Danny Trejo che, con un Machete (eh? Capito?), taglia una delle tre teste a uno squalo. Se ve lo state chiedendo, no: lo squalo non muore, anzi, gli ricrescono 3 teste e uccide il buon zio Machete. Non dimentichiamoci, inoltre, degli squali che volano pilotati dai Nazisti in Sky Sharks. Non basta? Ecco allora comparire i Sand Sharks, gli squali che nuotano sotto la sabbia o, per rimanere in tema di “deserti”, gli Ice Sharks, squali che nuotano sotto la neve. E no, non metteremo mai questi squali sullo stesso piano degli Street Sharks perché, beh, quelli erano dannatamente belli.

Headed Shark Attack
“Gli sono ricresciute le teste. Come l’Idra, la creatura mitologica”

Dunque, siete ancora convinti che i sequel de Lo Squalo siano così terribili? Non dopo aver visto quanto può andare in basso la filmografia basata sui predatori più temuti dei mari. Alcuni di questi film sono anche divertenti da vedere, ma la maggior parte di quelli che abbiamo menzionato non hanno neanche la pretesa di essere divertenti: vengono girati e basta, sperando di racimolare quel poco guadagno che può portare un film del genere. Noi di Monster Movie stiamo cercando di elevare l’idea di film di mostri, dando spazio ai grandi capolavori di genere, ma ogni tanto è giusto ricordare che tra le tanti produzioni ottime o buone ci sono parecchie pecore nere: l’obiettivo è capire quali lo siano per davvero e quali invece servano al puro intrattenimento.

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