DIMENTICHORROR: The Poughkeepsie Tapes – Una dichiarazione

Retrospettiva, forse troppo sentimentale, di un horror da cui si dovrebbe imparare.

di Nicola Fasanini

È quasi fine inverno del 2021. Uno se ne sta in lockdown come tutti e, come molti, quando non lavora, gioca a qualche videogioco e si attacca alla bottiglia. Insomma, un bel periodo di merda. Poi succede una cosa. Arriva una chiamata su Discord. È il tuo amichetto Franza che ti dice:

“Vecio! Ho scoperto un filmone della madonna!”
“E come si chiama?”
“Prougle Pixle.”
“No, non ho capito, scusa.”
“Prougle Pixle!” “Come?” “Aspetta che te lo linko…”

Lui ti linka il trailer, lo guardi, due cose: la prima è che si chiama The Poughkeepsie Tapes. La seconda è che lo vuoi vedere con ogni molecola del tuo essere. E così, dopo una disperata ricerca, si riesce a trovarlo e lo si caccia a schermo condiviso su Discord. E quello che ti trovi di fronte altro non è che un mix tra found footage e mockumentary, da cui il cinema mainstream dovrebbe seriamente imparare qualcosa.

poughkeepsie tapes faccia mascherata

Il film diventa subito un nostro piccolo cult, tanto da rompere le balle per mesi anche alla nostra Capo Cumpa Selene (mano sul cuore e inchino di rispetto). Nella cittadina di Poughkeepsie, nello Stato di New York, vengono rinvenute centinaia di ore di filmati registrati proprio dal famigeratissimo assassino della zona: il Macellaio Edward Carver. Il resto lo si può intuire tranquillamente. Ora, negli anni hai sentito un sacco di gente dire che non esiste un lato tecnico nei found footage… “una stronzata universale (Cit.)”. Perché qui stiamo parlando di un film talmente ben fatto che il regista John Erick Dowdle è riuscito a fare dei giganteschi tecnicismi utilizzando una telecamera sola. Ci troviamo di fronte a un horror estremamente disturbante e terrificante non soltanto per il fattore visivo, ma soprattutto per quello psicologico.

poughkeepsie tapes scena found footage

Ci sono dialoghi e lunghissime scene in cui l’ansia è talmente insopportabile, che a una certa uno si è messo pregare perché le cose andassero per il verso giusto. Il resto lo si può intuire tranquillamente. Dowdle, dal punto di vista di scrittura e messa in scena, ha fatto un lavoro divino. Sapeva benissimo quello che stava facendo e come lo stava facendo. Ha fatto leva sul fattore realtà, aspetto di cui parlavamo nel precedente articolo su The Taking of Deborah Logan, che se non l’avete letto: 1 vergognatevi, 2 lo trovate QUI. Carver è un pazzo e un sadico, ed è inafferrabile. La cruda realtà è questa. Uno psicopatico che si fa beffe della polizia, come ce ne sono stati molti nella realtà e come ce ne saranno molti altri. Fin da subito hai la certezza matematica che tutto ciò che vedi nella pellicola può tranquillamente accadere nella vita di tutti i giorni e ovunque. Si parlava, appunto di fattori psicologici estremizzati molto più del fattore visivo.

poughkeepsie tapes tortura scena serial killer

La maggior parte dei film catalogati come “disturbanti” hanno una propensione a mostrare una cosa molto fisica, tipo sangue, budella, escrementi e così via. Qui invece no. Per quanto la situazione potesse far giocare in casa, Dowdle preferisce un approccio molto più pulito. Quasi raffinato. Certo, non mancano violenze di ogni genere eh, ma se paragonato alla psicologia che tiene unito il tutto, beh… non c’è storia. Si parte in quarta con mostrare la durissima pressione a cui sono sottoposti i cadetti dell’FBI, costretti a visionare tutti i filmati, e ai quali viene detta la più iconica delle frasi: “Quando rientrate a casa, lasciate il lavoro al lavoro. È l’unico modo”.

poughkeepsie tapes scena divano

Passiamo poi, come ho detto prima, alle lunghissime scene in cui l’assassino pianifica i suoi omicidi e addirittura ha dei lunghi colloqui con le sue vittime senza che esse possano percepire il pericolo. Il resto lo si può intuire tranquillamente. Scene dalla tensione insopportabile e dalla conclusione finale molto, ma molto più tragica di quanto ci si possa aspettare. E vi giuro che, anche se facessi spoiler, dovreste vederlo per capire di cosa parlo. Scene che davvero vi fanno rendere conto quanto il peggiore dei mostri sia la mente umana, per il terribile potere di poter pianificare, commettere e godere di certe azioni mostruose.

Quindi, fatevi un favore. Recuperatevelo. Lo trovate abbastanza tranquillamente in home video e vi garantisco che sono soldi ben spesi. Non è un capolavoro, certo. Ma è un film da cui questo genere avrebbe dovuto imparare. Sicuramente. Che poi c’è anche un’altra cosa che vorrei dire. Una cosa un attimino più melensa. Uno è appena uscito da un periodo particolare, e aver avuto la fortuna di partecipare a un progetto come L’Inquilino (andate a vederlo qua, perdio) ha aiutato veramente molto e ha fatto riflettere su molte cose. La settima arte ha un numero infinito di scopi, e tra questi c’è uno scopo veramente molto grosso che spesso viene un po’ sottovalutato.

poughkeepsie tapes scena cult horror

È lo scopo della pura e semplice condivisione. Avere degli amici che ti dicono “Bella, facciamo questo progetto. Ci stai?”. Oppure che nella semplicità, in un momento buio per tutti come quello che è stato il lockdown e tutta la situazione in generale, ti chiamano per dirti “Ho trovato un film della Madonna” e ve lo guardate insieme. Quello è un fattore che, secondo me, valorizza ancora di più una pellicola e non la fa soltanto tua. La fa nostra. Mia, di Franza e Selene (mano sul cuore e inchino di rispetto… anche se ancora non l’ha visto). E va a finire che hai un ricordo particolare del film. Sai che quando ne hai bisogno, quello ci sarà sempre. Così come le persone con cui lo hai condiviso. Quindi prendetevi le persone a cui tenete di più e guardatevi pure Poughkeepsie Tapes. Perché, per quanto mi riguarda, ormai, vedrò per l’ennesima volta quello che per noi è e sarà sempre Prougle Pixle.

Dedicato a tutti coloro che hanno creduto.

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