The Lost World – Analisi semiotica del Film

Estratto dalla tesi di ricerca “Analisi del cinema di mostri di S.Spielberg come modello ed icona di un genere” di Matteo Berta.

Lo sceneggiatore David Koepp ha riadattato il secondo romanzo di Crichton tenendo conto dei capricci narrativi di Spielberg (sequenza di San Diego) e tenendo presente l’obbiettivo di dover riportare al cinema il fantastico mondo perduto in versione più dark, rispetto a quella più fascinosa e colorata del primo capitolo.

Mondo perduto Jurassic Park logo poster

Una famigliola in vacanza su una strana isola (su quell’isola!), ci mette subito in condizione di prevedere un dramma. La piccola figliola della famiglia altolocata cammina annoiata sulla spiaggia, fin quando non si imbatte in un compsognathus e viene ferita da quel piccolo animale. Il regista, che conosce i grandi poteri dell’immaginazione e del non visto, evita di mostrare l’attacco, ma solamente il volto sconvolto della madre che assiste alla scena. L’urlo della povera signora viene montato ironicamente con la clip successiva dove, Jeff Goldblum (alias Ian Malcolm) “raccoglie” il grido di quella donna in uno sbadiglio a chilometri di distanza.

Ian Malcolm sbadiglio

Quello che poteva sembrare un eccentrico personaggio secondario del primo film, diventa il protagonista del sequel, percorrendo lo stesso percorso di “redenzione paterna” vissuto da Alan Grant. L’andatura zoppicante e la personalità meno “giocosa” di Ian ci fanno comprendere, fin dalle prime inquadrature, che i quattro anni successivi al disastro del Jurassic Park sono stati cruciali per il matematico. Ian viene convocato nella casa del vecchio Hammond e si imbatte in uno dei suoi nipoti, divenuto capo della INGEN. Questo nuovo personaggio si presenta ancora più fanatico di Hammond e nelle prime scene sbeffeggia le insinuazioni di Ian. Malcolm aveva accusato la INGEN di aver insabbiato i disastrosi eventi di quattro anni prima, per poi ritenerla responsabile di aver rovinato la sua immagine, presentandolo come un bugiardo di fronte al mondo intero. Emblematica la scena di Ian agitato, inquadrato in secondo piano, mentre il signorotto in primo piano è posto in posizione di superiorità. Gli animi si scaldano e Ian afferra per un braccio il signore, che impone ancora di più la sua superiorità con la frase: “Attento, questo vestito vale più della sua istruzione”.

Ian Malcolm Peter Ludlow

Giunto nell’ufficio di Hammond, il vecchio imprenditore informa Ian che ha intenzione di finanziare una spedizione per documentare i dinosauri presenti sul sito B. Ian è incredulo nell’ascoltare le parole di Hammond, e ancora più irritato dal fatto che lo stesso anziano imprenditore aveva pensato a lui come possibile membro della spedizione. Ian Malcolm si vedrà costretto a partire solo per il motivo di voler salvare la sua paleontologa fidanzata (Sarah Harding) che già si trovava sull’isola a sua insaputa.

Julianne Moore The Lost World

The Lost World è un film che ci ri-catapulta in una dimensione avventurosa molto simile all’omonimo libro di Conan Doyle, dai cui Crichton ne trasse ispirazione per il titolo. La grande mappa situazionale che ci creiamo nello svolgimento, contrappone due grandi fazioni: La prima riguarda la spedizione di salvataggio di Ian nei confronti della sua fidanzata, che non ne vuole sapere di essere salvata e vuole restare sull’isola insieme a un ambientalista e a un tecnico documentarista, mentre la seconda è rappresentata dal fanatico imprenditore nipote di Hammond, che cova l’idea di costruire uno zoo preistorico a S. Diego. Le due fazioni dovranno cooperare, dal momento in cui una cercherà di sabotare l’altra ed entrambi si troveranno senza alcuna possibilità di comunicare con l’esterno e quindi assieme cercheranno un modo per farlo. Troviamo degli uomini che vogliono rimettere in atto l’idea fallimentare di Hammond di gestire degli animali ricreati, e poi troviamo degli uomini che sembrano voler sistemare solamente i pasticci creati dalla fazione imprenditoriale. Un intricato gioco di ruoli che culminerà con la scontata e classica lotta per la sopravvivenza.

The Lost World Stegosauro

Malcolm dovrà imbattersi in situazioni di pericolo per salvare la fidanzata, ma anche per recuperare un rapporto con la figlia adottiva, che si era intrufolata di nascosto nella spedizione. Si crea un analogo rapporto tra il senso paterno di Ian, che ritroverà pian piano nella storia, e la forte caratteristica “umana” dei Tirannosauri che proteggono il proprio piccolo. Per tutta la prima parte del film, Ian aveva avvisato chiunque gli capitasse a tiro dei rischi di quell’isola, ma nessuno l’aveva mai preso sul serio, in primis l’imprenditore Hammond : “Non ripeterò gli stessi errori”… e la pronta risposta del matematico “Ne sta commettendo degli altri”.

Mondo perduto piccolo di Tirannosauro

Dopo numerose avventure, entrambe le fazioni riescono a comunicare con l’esterno, quindi a trovare un modo per fuggire dall’isola, ma la follia del nuovo capo della INGEN non conosce limiti. Il signorotto nipote di Hammond è deciso a voler portare almeno un animale di quell’isola sul continente, per poter rientrare nelle spese di finanziamento del fallimentare Jurassic Park e le successive spedizioni (in stile King Kong). L’animale prescelto sarà il più grande predatore di tutti i tempi: Il Tyrannosaurus RexRoland Tembo è un feroce cacciatore di animali, molto probabilmente un “re dei safari”. Viene ingaggiato dai dirigenti della INGEN come caposquadra della sfortunata spedizione di recupero dinosauri e quando tutto sembra perduto, Roland non abbandona il desiderio di cacciare il T-Rex, ritenuto come suo unico compenso per la guida della spedizione.

Roland Tembo The Lost World

Il feroce cacciatore riesce a catturare il grande dinosauro, ironizzando sulla missione con la frase “Il secondo predatore più feroce è venuto a cacciare il primo”. Psicologicamente il personaggio di Roland è molto simile al capitano Quint del film Jaws, per la sua temeraria battaglia personale contro il suo grande antagonista, ma esso si confonde con il mostro, e se il capitano vecchio stile dell’Orca finisce per essere sconfitto, un destino diverso spetterà a Roland, un destino di redenzione in perfetto stile manzoniano. L’inevitabile tracollo degli eventi, porta ad avere un preistorico predatore che si trova a fare i conti con una città civilizzata. Divertenti e significative le sequenze che narrano la furia distruttiva del T-Rex a S. Diego, ma mostrano anche l’aspetto genitoriale dell’animale, che non vuole altro che recuperare il suo piccolo. Malcolm e la fidanzata tornano a vestire i panni di eroi, riportando il grande animale e il suo piccolo sull’imbarcazione con cui era stato portato sul continente.

T-Rex San Diego concept art
Concept della sequenza di S. Diego

Il film si conclude con i due fidanzati che dormono sfiniti sul divano di casa, mentre la figlia adottiva di Malcolm ascolta un discorso di Hammond alla televisione, che si conclude con la ridondante frase, ma evidentemente di difficile comprensione: “La vita troverà il modo”.

the-lost-world-jurassic-park-t-rexes

Prendiamo in esame alcune sequenze altamente rappresentative dello stile direttivo di Spielberg. Al minuto cinquantaquattro del film, ci troviamo nella situazione “ansiogena” in cui Sarah e l’ambientalista del gruppo stanno cercando di curare il piccolo di T-Rex ferito da quelli della INGEN, intenzionati ad attirare uno dei T-Rex genitori, per poterlo catturare. Ci troviamo a bordo di uno dei camper dei nostri eroi. La situazione meteorologica è significativa, quando Spielberg vuole introdurre il maestoso predatore, ritiene necessario che non sia alla luce del sole pomeridiano o mattutino, ma l’oscurità e la pioggia debbano farla da padroni. Malcolm raggiunge il camper, intenzionato ad avvisare la sua fidanzata e il compagno di spedizione, dell’imminente arrivo della “mamma T-Rex”. Una volta raggiunti i personaggi, Malcolm si rende subito conto che è arrivato troppo tardi, infatti si percepiscono i passi del possente predatore che fiancheggia il mezzo di trasporto.

Questa particolare scena viene introdotta con una breve sequenza di inquadrature emblematiche dell’intera cinematografia del regista statunitense. Si inizia con Malcolm che entra nel camper, con il suono fragoroso dei passi e dallo schianto di un’automobile di fianco al veicolo, poi assieme agli altri due personaggi, Ian si volta verso il vetro della finestra. Spielberg ci mostra il loro sguardo turbato e il suono metallico della povera macchina che va in frantumi, prontamente esibita in un successivo controcampo. Davanti agli occhi ci si pone una carrellata dell’automobile, che ribaltandosi finisce giù da un dirupo. Senza bisogno di “staccare”, la suddetta carrellata finisce per far entrare nel campo di ripresa il volto spaventato di Malcolm (inizialmente fuori fuoco), mostrato nitidamente solo quando si rivolge oltre l’inquadratura, verso gli altri due personaggi, ed esclama una frase iconica “Momy’s very angry”.

Mondo perduto tirannosauro camper

Frasi iconiche, spesso poste in momenti di alta tensione, sono caratteristiche dell’impronta epica del linguaggio visivo di Spielberg. È una frase umoristica e sarcastica pronunciata in un modo accusatorio e preoccupato, che trasmette quel senso tragicomico che da una parte annuncia un evento importante, e dall’altra risalta la psicologia del personaggio che la pronuncia. Il tutto è in contrasto o in rafforzamento con l’espressione facciale che ci viene proposta in primo piano (e spesso con una carrellata in avvicinamento). Epicità, tragicità, comicità e una misurata profondità psicologica, mostrati grazie a una regia altamente emozionale.

The Lost World finestra camper

Questo mondo perduto descrittoci da Spielberg rientra in una logica più oscura del capitolo precedente. Il primo film si presentava allo spettatore diviso in due grandi blocchi: uno luminoso, gioioso e speranzoso e uno molto spasmodico, ansiogeno e cupo; The Lost World sembra mantenere un lato intimidatorio per tutta la durata della pellicola. Lo spettatore viene messo in guardia già nel primo atto e la situazione ordinaria iniziale si dissolve in pochi minuti, intrappolando la percezione degli spettatori in una corsa per sopravvivere.

Spielberg con dinosauro
Spielberg dà indicazioni ad un cucciolo di Stegosauro.

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