ANTEPRIMA MOSTRUOSA – Godzilla II: King of The Monsters

Recensione del terzo film del MonsterVerse e trentacinquesimo lungometraggio su Godzilla.

di Carlo Neviani e Francesco Berta

Siamo stati all’anteprima stampa dell’atteso Godzilla II: King of the Monsters. Come testata dedicata al cinema di mostri abbiamo dato molto spazio e dedicheremo vari approfondimenti (MONSTERVERSE – Tutte le informazioni sui film di GODZILLA e KONGa questa nuova pellicola firmata Michael Dougherty. Cerchiamo di riassumere il primo impatto con il film grazie a una serie di parole chiave.

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FRANCHISE. Già dai primi minuti, forse i più appassionanti in assoluto, si nota come gran parte delle scelte produttive sia dettata dal voler creare un universo cinematografico condiviso di mostri. Si prosegue il cammino tracciato dai primi due film Monsterverse, ovvero il Godzilla di Edwards e Kong: Skull Island, approfondendo tutto ciò che riguarda l’agenzia Monarch e il mondo dei Kaiju. Le vicende funzionano come espediente per introdurre nuovi mostri titani: Mothra, Rodan, Ghidorah e molti altri. (Il Bestiario del MONSTERVERSE)

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BLOCKBUSTER. Un film d’azione da 200 milioni di budget deve per forza cercare di piacere al più ampio pubblico possibile. Ragione per cui il tema etico-sociale nel film non sono specificatamente le armi nucleari come nel Godzilla originale (che usciva quando il ricordo di Hiroshima e Nagasaki era ancora vivido), ma è invece l’ambientalismo. Si parla di equilibri naturali, e di come l’uomo stia inesorabilmente distruggendo il pianeta causa pessima gestione delle risorse energetiche, sovrappopolazione e via dicendo. Non esattamente una questione originale (l’abbiamo vista in Jurassic World, Avengers e molti altri blockbuster) ma comunque coerente e figlia del nostro tempo. I mostri hanno quindi il ruolo di animali che trovano il loro spazio nell’ecosistema, creando più o meno (non spoileriamo troppo) equilibrio sul pianeta. Sono buoni o cattivi? A voi scoprirlo. Da notare, a questo proposito, una bella scena iniziale con il protagonista: osserva dei lupi (ne è appassionato) che cacciano, brutali e feroci ma bellissimi e “giusti” in ottica di catena alimentare. Quindi Godzilla è un po’ un animaletto domestico? “No, noi siamo il loro” suggerisce Watanabe.

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PERSONAGGI. La vera pecca del film. La vicenda umana ha infatti buoni spunti, ma tutti i protagonisti sono stereotipati. Di conseguenza è difficile appassionarsi veramente a gioie e sofferenze, e molti passaggi ne risentono nella carica emotiva. Peccato perché il casting è super azzeccato a livello commerciale. Abbiamo Millie Bobby Brown, adorata da praticamente chiunque, relegata al ruolo di figlia anonimissima. Abbiamo un Tywin Lannister (Charles Dance) cattivo che più inutile non si può. Ripeto, peccato. E la mancanza di carattere sta anche nei mostri. Godzilla non evolve rispetto a quanto visto nel film di Edwards, altri mostri non vanno al di là dell’esperienza puramente visiva, come Rodan, che è un semplice mostro alato a caso… meglio con Ghidorah, di cui si spiega vagamente la leggenda, e Mothra che punta sull’elemento cuteness.

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MOSTRI. Ce ne sono molti in questo film e si intuisce ce ne saranno almeno altrettanti nei sequel. Bene. Finalmente noi appassionati abbiamo un nostro franchise su cui rifarci gli occhi. Dopotutto già solo il fatto di poter vedere mostri storici della saga Godzilla in CGI da Hollywood è tanta roba. Tolta l’eccitazione iniziale si possono notare alcune scelte non eccelse nella messa in scena. La CGI spesso non è al top, sembra da cutscene di un videogame, e le animazioni mediocri cercano “riparo” con pesanti elementi ambientali tipo pioggia e vento. Le sequenze di combattimento danno la sensazione, nel bene e nel male, di stare sulle montagne russe: montaggio molto veloce, angoli di ripresa contestualizzati ai personaggi umani, esplosioni, inquadrature intere per pochissimi secondi, curve, giro della morte, primi piani dei mostri con zoomate alla Snyder… insomma molto frenetico. Non mancano shot spettacolari, ma siamo anni luce dall’effetto Spielberg in Jurassic Park, ecco.

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MUSICA. Decisamente creativo l’approccio del compositore Bear McCreary, che unisce intricati ritmi di percussioni giapponesi (taikos, con tanto di grida dei percussionisti) a cori mongoli e ottoni in your face. Una colonna sonora efficace ed aggressiva, che pecca solamente di un carente approfondimento psicologico e di un mix all’interno del film non esattamente ottimale, che favorisce gli effetti sonori e i rumori ambientali. Traccia preferita? Rodan.

Godzilla II: King of the Monsters è in definitiva un prodotto commerciale che ha una sua intenzione precisa e marcia verso terreni interessanti per il futuro di Monsterverse. Tra un anno probabilmente ci saremo tutti dimenticati di questo film, ma… non vedremo l’ora di vedere il prossimo con Godzilla e Kong (GODZILLA VS KONG nel 2020 – Teorie sul futuro del Monsterverse).

E scoprire chi è il vero King.

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Se siete interessati ad approfondire l’intero universo del Monsterverse, dall’elenco dei kaiju fino alle teorie sul futuro non vi resta che leggervi il nostro articolo riassuntivo:

MONSTERVERSE – Tutte le informazioni sui film di GODZILLA e KONG

Inoltre di seguito trovate il video di reazione a caldo di Carlo e Francesco post visione dell’anteprima stampa.

Mentre il seguente è l’esplosione di gioia di Alessandro, Matteo e Massimo!

Cover Articolo Art by Juan Ramos

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